Matteo Messina Denaro, torna a far parlare di sé. Era stato operato il 6 agosto, all’ospedale San Salvatore dell’Aquila, nel reparto di animazione ed ora sarebbe stato trasferito in quello destinato ai detenuti ristretti al regime del 41bis, sempre nel medesimo ospedale. L’operazione avvenuta d’urgenza, per blocco intestinale era già stata annunciata dai propri legali; Lorenza Gottaduro e Alessandro Cerella, per attirare l’attenzione sul grave stato di salute dell’ex super latitante. Dal giorno del proprio arresto, le condizioni di salute di Messina, sono sempre state trattate con il massimo riserbo, ciò che è trapelato, è che l’ex boss avrebbe un tumore, tanto da allestire (dal giorno del suo arresto), una stanza per la chemioterapia, all’interno del penitenziario, ma le operazioni subite da Messina Denaro, non impediscono alla giustizia di fare il proprio corso. La Procura di Palermo, infatti, prosegue le proprie indagini senza sosta per identificare uomini, rapporti e reati, di chiunque fosse entrato in contatto, in questi anni con Messina Denaro, preservandone l’identità. La Procura avrebbe accertato che l’operaio del Comune di Campobello di Mazara, Andrea Bonafede, avrebbe non solo ritirato le ricette mediche del boss, ma sarebbe un vero e proprio “associato” a Cosa nostra; un uomo di fiducia di Matteo Messina Denaro, complicando così una posizione già delicata, dell’omonimo operaio (del cugino del geometra che aveva prestato l’identità all’ex boss). Per il procuratore capo Maurizio de Lucia, l’aggiunto Paolo Guido e i sostituti Gianluca De Leo e Piero Padova, l’associazione mafiosa, assorbirebbe gli altri 2 reati di favoreggiamento aggravato e di procurata inosservanza di pena.
Set 06