Stupro di Palermo: la diciannovenne è in una struttura protetta

L’ulteriore grido di dolore, di una ragazza già duramente messa alla prova, era arrivato direttamente sui social, dalla diciannovenne vittima dello stupro dello scorso 7 luglio. Vergognose le rappresaglie dei soliti “leoni da tastiera” e di tutti quei poveri di spirito, che tendono a sdrammatizzare, a minimizzare quanto accaduto, puntando il dito verso la vittima, che, secondo una società fuorviante, era ubbriaca o forse consenziente e per questo, il reato di violenza sessuale di gruppo, da non considerarsi così grave. I segnali del disagio erano apparsi quando la ragazza, aveva scritto sui social “sono stanca, mi state portando alla morte”, tutte avvisaglie che, dai giudici sono state colte in tempo; infatti la diciannovenne e stata immediatamente trasferita in una comunità protetta. Lontano, probabilmente fuori regione. Nella comunità in cui si trova, la vittima, avrà la possibilità di essere seguita in maniera consona e di provare a ricominciare; le verrà data anche la possibilità di trovare lavoro. Restano tutti in carcere, i sette denunciati, che avrebbero violentato la giovane, nonostante la richiesta di scarcerazione del legale (che è stato nuovamente sostituito), di Christian Maronia. Il legale di Alessandro Musso, invece, avrebbe rinunciato al mandato difensivo del giovane. Respinte anche, le istanze di revoca della misura cautelare presentata da Angelo Flores, Gabriele di Trapani e Christian Barone – i tre coindagati-.

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