Un giorno a Belvedere, tra istanze e speranze

La nostra visita in una ‘enclave’ del VI municipio, dove c’è un attivo Comitato di quartiere

“Di Belvedere ce n’è poco, dateci almeno il nome!”. Ė questo il leit-motiv che per anni gli abitanti hanno portato avanti, per affermare la propria dignità di cittadini e rivendicare, invano, tutti i diritti che tale status comporta. Tor Bella Monaca, Grotte Celoni e Due Leoni: intorno a questi storici quartieri è nato, da oltre venti anni, un agglomerato di case in cui vivono circa 8.000 abitanti che si scontrano ogni giorno con insormontabili difficoltà e che almeno un risultato lo hanno raggiunto nel 2019, con l’approvazione di una mozione che ne riconosce l’identità, con tanto di denominazione. “Dalla mancanza di servizi sanitari, come è accaduto per i medici di famiglia, alle difficoltà per garantire la sicurezza ai residenti, dalla mancata manutenzione degli edifici scolastici alla poca frequenza delle corse dei bus ultraperiferici, passando per la cattiva tenuta delle strade e la raccolta dei rifiuti che, se è un vulnus in tutta Roma, qui in questo quartiere dimenticato da tutti è veramente una tragedia”, ha dichiarato il presidente di AssoTutela Michel Maritato. “Unico baluardo, il comitato di quartiere che da venti anni è l’unico presidio di civismo e senso del dovere. Altro non possiamo dire delle istituzioni, inclusa l’amministrazione del VI municipio delle Torri, che di problemi ne ha molti ma non per questo deve tralasciare le istanze di un nutrito gruppo di cittadini che si sentono figli di nessuno”, chiosa il presidente.

 

Lascia un commento

Your email address will not be published.