Ci sarà nella giornata di domani la sentenza presso il tribunale penale di Roma nel processo che vede un uomo, 33enne romano, accusato di stalking ai danni di due sorelle residenti nella capitale.
Grande attesa per il pronunciamento che avverrà davanti al giudice per le indagini preliminari dopo che la difesa dell’imputato aveva chiesto il rito abbreviato. Una storia, come denunciato dalle due sorelle, di minacce, intimidazioni, appostamenti e paura. In tal modo un’avvocatessa del Foro di Roma, che voleva difendere la sorella da un ex cliente del suo studio (denunciato in precedenza per atti persecutori), è divenuta vittima a sua volta dello stesso ed è stata costretta a denunciarlo.
Tutto ha inizio nel giugno 2022 quando la sorella dell’avvocatessa le chiede aiuto: vuole denunciare l’ex cliente che nell’ottobre del 2016, ha iniziato a perseguitarla dopo essersi rivolto a lei per il disbrigo di alcune pratiche fiscali e amministrative. Il legale accetta e il 33enne viene denunciato per atti persecutori. Un’accusa che alimenta la rabbia nei confronti del giovane legale, “colpevole” di essere accorsa in difesa della sorella. Così, a fine giugno 2022, sul telefono dell’avvocatessa arrivano messaggi vocali, telefonate e sms mandati sempre con numeri diversi. L’uomo la minaccia e la insulta ripetutamente con parolacce e termini sessisti.
Un comportamento, quello dell’accusato 33enne capitolino, che non si ferma, anzi degenera nei mesi seguenti con messaggi vocali, telefonate e sms mandati sempre con numeri diversi sul mobile dell’avvocatessa. Intimidazioni e timori che portano quest’ultima a non rispondere alle telefonate provenienti da numeri sconosciuti, a modificare ogni giorno i propri orari lavorativi per non restare da sola presso il proprio studio, a non recarsi in udienza e ad essere sempre accompagnata da amici e parenti in tutte le quotidiane attività svolte. E rinunciando al contempo alla difesa della sorella: decisione che comunque non avrebbe portato l’uomo a desistere dai propri comportamenti. E proprio quest’ultimo avrebbe esteso con una missiva le minacce all’ordine degli avvocati di Roma, che a sua volta si è costituito parte civile al processo contro il 33enne romano. “Ringraziamo l’impegno del Coa di Roma e ci auguriamo, stante la acclarata pericolosità sociale dell’imputato, il tribunale assuma la decisione più adatta a tutelare l’incolumità non solo delle p.o. ma anche della collettività”, ha spiegato l’avvocato delle due sorelle, Pier Luigi Guaragna.
Domani sapremo cosa ne penserà di tutto questo il gip del tribunale penale di Roma.