Sono le 20.59 del 27 giugno del 1980, nel tratto di mare tra Italia, più precisamente tra l’isola di Ponza e Ustica. Un’ aereo di linea, Itavia lH870, partito da Borgo Panigale -Bologna- è diretto all’aeroporto di Palermo -Punta Raisi-. L’aereo Itavia, posticipò di due ore la partenza a causa del ritardo dell’aeromobile “Douglas DC-9-15”. L’aereo lH870, perse il controllo col Centro di Controllo dell’aeroporto di Roma-Ciampino, per poi, secondo numerose testimonianze “esplodere” in volo. I ritrovamenti dell’aereo, spezzato in due, con il successivo recupero nel Mar Tirreno, lasciarono il mondo intero, con il fiato sospeso. La dinamica dell'”incidente”, ad oggi, è ancora sconosciuta o, mai ammessa, ed ha portato a diverse piste, ad oggi mai confermate. La più accreditata, sarebbe quella del coinvolgimento internazionale tra Francia, Libia e Stati Uniti, con la presenza di un DC9 che si sarebbe trovato sulla linea di un combattimento aereo, che sarebbe stato possibile bersaglio di un caccia appartenente alla NATO o ad un caccia Francese, che avrebbe avuto l’obiettivo di colpire un MIG, delle forze aeree libiche. Morirono così, ben 81 persone, tra i membri dell’equipaggio e passeggeri. Negli ultimi giorni, l’ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato, ha rilasciato delle affermazioni alla sede della Stampa estera, ritornando sul tema di Ustica “Non ho ritrattato niente. Nell’intervista non ho mai detto che stavo dando la verità su Ustica. Ho detto che portavo avanti l’ipotesi più credibile tra quelle formulate, specificando che non avevo la verità da offrire, ma il mio scopo era provocare, se possibile, un avvicinamento alla verità. E non ho detto a Macron di chiedere scusa, ma di occuparsi della cosa: se dimostra che è infondata, bene, se no deve chiedere scusa”. Nel frattempo, la strage di Ustica, resta uno dei quattro disastri aerei più dolorosi del nostro paese, a maggior ragione, per il silenzio che continua ad avvolgere tale “mistero”, rimasto senza colpevoli, ma con 81 vittime.
Set 06