Non si tratterebbe del “classico omicidio-suicidio”, quello avvenuto ieri, ad Alessandria, quando un uomo di 67 anni, Martino Benzi avrebbe ucciso la moglie, Monica Berta di 55, impiegata alla gioielleria Damiani di Valenza Po, e il figlio Matteo, di 17 anni.
Una strage che in realtà, vede coinvolta anche la suocera di 88 anni dell’ingegnere elettronico, Carla Schiffo, raggiunta nel giardino della casa di cura “Divina Provvidenza Madre Teresa Michel” e uccisa a coltellate, proprio come sarebbe stato fatto con la moglie e il figlio. Dopo aver compiuto la strage, a quanto si apprende dalle prime ricostruzioni, Martino si sarebbe suicidato, con la medesima arma da taglio. Gli investigatori giunti alla casa di cura, chiamati dalle suore, insieme ai carabinieri e ad un’ambulanza, possono solo accertare la morte della donna e di Martino. Successivamente al ritrovamento del biglietto che l’uomo avrebbe scritto di suo pugno, messo nel taschino della giacca, in cui ci sarebbe stato scritto:” andate a casa, troverete i cadaveri di mia moglie e mio figlio”, inizia una corsa contro il tempo, con la speranza per gli inquirenti, di trovare in vita qualcuno della famiglia. Le indagini, coordinate dai Carabinieri e dalla Procura di Alessandria seguirebbero molteplici piste, non per ultima, i problemi economici che la famiglia Benzi, avrebbe affrontato negli ultimi tempi. Dalle prime ricostruzioni, Martino avrebbe aggredito il figlio Matteo, mentre si trovava ancora a letto, la moglie Monica, corsa in difesa del figlio, avrebbe trovato anche lei la morte. In cucina, il ritrovamento di un secondo biglietto in cui vi era scritto: “Li ho uccisi io, alle 7.10. Ho ucciso prima Matteo e poi Monica. Sono rovinato, ho distrutto la mia famiglia che amavo più di ogni altra cosa”.