Proseguiamo a sostenere che dopo questa pandemia per il Coronavirus l’attenzione all’ambiente nell’intero pianeta deve poter avere una differente e più attenta considerazione da parte di ogni Stato, di ogni Istituzione e di ogni singola persona. Non ultimo anticipare l’inquinamento che produce un errato conferimento e smaltimento delle mascherine che stanno diventando uno strumento di contenimento del virus a livello globale.
E’ quanto dichiara in una nota Piergiorgio Benvenuti, Presidente Nazionale del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale, green manager ed esperto nella gestione dei rifiuti.
Oltre ad evidenziare come i dispositivi sanitari come le mascherine usate sono da considerarsi potenzialmente infette, in quanto se presente anche un piccolo quantitativo di materiale biologico sul quale è presente il virus può resistere sino a 6 ore, c’è anche un tema di senso civico, di decoro e di inquinamento se viene abbandonato in strada e non adeguatamente conferito.
Infatti gli effetti negativi si stanno osservando già nel mare, in Italia ad esempio si ha notizia di numerose mascherine e di guantiraccolte nelle acque davanti al porto di Ancona dall’imbarcazione antinquinamento Pelikan. Le spiagge di Hong Kong e dell’isola di Soko sono già sommerse di mascherine usate, ma purtroppo si possono notare anche le prime mascherine abbandonate nelle strade e sui marciapiedi delle città italiane.
Ora in previsione della fase 2 non solamente bisogna rafforzare la comunicazione istituzionale facendo appello al senso civico e alla responsabilità dei cittadini attraverso la programmazione di campagne di informazione e sensibilizzazione seguendo le indicazione dell’Istituto Superiore di Sanità per l’esatto conferimento dei presidi sanitari. Vi è altresì la necessità di prendere in considerazione la produzione nazionale, maggiormente controllabile per i materiali utilizzati e per la diminuzione dell’inquinamento complessivo del trasporto, ma dettando regole certe e uguali in ogni Regione circa le varie modalità di smaltimento finale.
Ricordiamo come le mascherine debbono essere conferiti nella raccolta indifferenziata. E’ bene avvolgere questi rifiuti in due o tre sacchetti, per essere sicuri che niente fuoriesca, e chiuderli bene.
Per chiudere il sacchetto è bene usare dei guanti monouso, che poi andranno in un altro sacchetto che andrà sempre nella raccolta indifferenziata.
Nessuno ha ancora pensato ad una raccolta apposita: neppure per le mascherine dei soggetti positivi al coronavirus che si curano in casa.
La loro carica virale imporrebbe uno smaltimento speciale, come per i rifiuti ospedalieri, mentre al momento il ministero della salute indica soltanto di metterli nell’indifferenziata «chiudendo tali rifiuti in due o tre sacchetti, uno dentro l’altro». Gettare fuori da queste regole e abbandonare le mascherine in terra vuol dire lasciare in natura oggetti fortemente inquinanti, che potrebbero anche essere contagiosi, dispositivi molto resistenti che potrebbero durare nell’ambiente decine di anni come accade per le buste di plastica di cui ormai tutti conoscono la forte capacità inquinante soprattutto nei mari”. Per la fase 2 potrebbero servire nel nostro Paese circa 40 milioni di mascherine al giorno, che producono anche 300 tonnellate di rifiuti quotidiani.
In pratica a Capodanno avremo consumato e buttato nella spazzatura almeno 1 miliardo e 200 milioni di mascherine e il timore che molte potrebbero essere abbandonate fuori ogni regola ci fa immaginare un incremento dell’inquinamento della plastica nei nostri mari, essendo dispositivi prodotti in polipropilene o altre materie plastiche e quindi mettendo a rischio ancor di più la vita di pesci e dei mammiferi negli oceani.
Quindi oltre a pensare all’oggi, quindi di proteggersi dal Covid-19, è bene iniziare già da ora a considerare ed evitare l’inquinamento che potremmo produrre nei mari e nell’ambiente con l’errato utilizzo del conferimento e dello smaltimento delle mascherine.