“Stiamo parlando di fondi che arriveranno tra un anno, solo se l’Italia attuerà le riforme richieste dalla Commissione Ue che riguardano il lavoro, la giustizia, l’economia e la sanità. Questo accordo è sicuramente contrario agli interessi degli italiani.
Mi riferisco al rischio concreto di tornare alla legge Fornero e alla possibile introduzione di nuove tasse patrimoniali come accaduto in Grecia. Il risultato è un prestito da restituire all’Europa e da poter usare soltanto a patto di ulteriori sacrifici. Anche i finanziamenti a fondo perduto, infatti, dovranno essere resi entro il 2056. In tal senso, si tratta di un piano di rilancio subordinato a nuove misure ‘lacrime e sangue’ per gli italiani, e che, di certo, non incide sui problemi attuali del Paese. Preoccupa peraltro la previsione di condizionalità tali da vincolare la politica economica e industriale dell’Italia alle decisioni della Commissione che, in questo caso, sostituirà la cosiddetta Troika. Come sindacato, quindi, vigileremo sulle scelte del Governo affinchè mettano al primo posto le istanze e gli interessi dei lavoratori e dei cittadini”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito all’accordo raggiunto sul Recovery Fund.