A cura di Luigi Giannelli
È stato arrestato e posto agli arresti domiciliari l’ex direttore della Casa Circondariale di Reggio
Calabria, da qualche anno Direttore della Casa Circondariale Femminile Rebibbia, per presunta
connivenza con famiglie ndranghetiste calabresi.
I fatti imputabili, nel periodo in cui, il Direttore Dr.ssa Carmela Longo, dirigeva l’Istituto Penale
Calabrese.
È bastato un arresto per definire una persona colpevole.
Sapevo che per considerare colpevole una persona si sarebbe dovuto attendere il terzo grado di
giudizio.
Hanno arrestato il direttore del carcere Femminile Rebibbia e dai commenti che ho letto su
facebook e di alcuni giornali, non occorrerebbe fare il processo perché qualcuno ha stabilito che
questa persona è colpevole a prescindere e di conseguenza, il corso in aula di giustizia, sarebbe
solo un passaggio di forma.
Credevo che un reato fosse dimostrato nell’intenzione e con prove certe dibattute in tribunale
come d’altronde prevede il nostro sistema giudiziario.
È giusto che chi è destinatario di un procedimento penale venga posto in custodia cautelare e
questo a garanzia di entrambe le parti, sempre che, gli inquirenti, abbiano la certezza che
l’indagato fosse in grado di dileguarsi, reiterare il reato o cancellare le prove dello stesso. In questi
casi, l’indagato, potrebbe ricorrere al tribunale del riesame che valuterebbe, non nel merito
dell’imputazione, ma all’ eventuale sussistenza degli elementi posti in essere nel provvedimento
coercitivo.
La fase successiva potrebbe essere, secondo la gravità del reato, il patteggiamento, il rito
abbreviato o il rinvio a giudizio, (il processo).
In tutto il procedimento giudiziario si potrebbero manifestare fatti, episodi che potrebbero
scagionare o addirittura inchiodare il reo alle sue responsabilità. Ma da qui a dire che una persona
è colpevole in questa fase, è davvero inopportuno e dannoso per la giustizia stessa.
Lasciamo che i processi si svolgano nelle sedi opportune e ricordiamoci di essere entità umane e a
tal proposito, cito un saggio proverbio napoletano che esorta a non sputare in cielo perché quando
la saliva ritorna giù è facile che possa pioverti addosso.
Attendiamo serenamente il giudizio definitivo.