I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Milano, su delega della locale Procura della Repubblica (Dott. Giovanni Tarzia – Sost.), stanno eseguendo una ordinanza emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano, con cui è stata disposta la misura cautelare personale dell’obbligo di dimora nei confronti di un indagato e il decreto di sequestro preventivo, su beni e disponibilità per circa 4,5 milioni di euro, nei confronti di un’altra persona indagata.
Le investigazioni condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Milano hanno permesso di disvelare come, negli anni dal 2013 al 2018, i due indagati abbiano posto in essere una complessa e sistematica attività truffaldina, ai danni di un noto studio di architettura milanese e del suo titolare.
In particolare, le articolate indagini di polizia giudiziaria delegate dall’A.G. inquirente hanno consentito di ricostruire le condotte illecite perpetrate da una delle persone indagate, dipendente dello studio professionale.
La stessa, anche approfittando della delega conferita ad operare sui conti correnti dello studio e, di fatto, dell’essere l’unico soggetto ad interfacciarsi con l’Istituto di credito ove erano accesi tali rapporti bancari, con la complicità dell’altro soggetto indagato, dipendente della stessa banca, incassava tali ingenti somme adoperando artifizi e raggiri nei confronti degli altri funzionari della banca, indotti in errore dall’apposizione di firme false del titolare dello studio su distinte di prelievo di denaro contante, su oltre duecento assegni, nonché sulle richieste di emissione a sua insaputa di carte di pagamento, utilizzate per acquisti e prelievi di denaro contante.
Le indagini, avviate nel 2018 a seguito di querela della parte offesa, hanno rivelato come i due indagati siano stati in grado di sottrarre, complessivamente, ingenti risorse finanziarie, pari a oltre quattro milioni di euro, dai conti correnti intestati allo studio professionale, nonché al suo titolare, attraverso le citate operazioni non autorizzate.
Il denaro illecitamente sottratto è stato impiegato da una delle persone indagate sia in attività speculative, tramite una sistematica e regolare attività di gioco d’azzardo, che in attività economiche, investendo nella ristrutturazione di un ristorante di sua proprietà, situato sulla costa ligure, nel Comune di Chiavari (GE).