“Assistenza domiciliare Covid: nel Lazio un vero fallimento. Ancor più paradossale, se si pensa che il flop degli interventi a casa è dovuto al decisionismo di qualcuno che è andato sopra le righe, al di là di quanto previsto dal livello centrale governativo, che ha coordinato fin dal primo momento la gestione dell’epidemia con i decreti del presidente del Consiglio”.Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, in relazione alla istituzione delle Usca – unità di continuità assistenziale previste dall’articolo 8 del decreto legge numero 14 del 9 marzo 2020. “In tutte le Regioni italiane – spiega Maritato – i team composti da un infermiere e un medico di medicina generale, sono coordinati dalle Asl territoriali ma nel Lazio no e non se ne capisce la ragione. Non vogliamo essere iper critici – continua – così attribuiamo ad ambiguità burocratico gestionali l’assenza delle Usca ma non ci spieghiamo come mai, secondo quale interpretazione, queste nella nostra regione sono diventate “Usca-r” con la erre finale a rimarcare la differenza dalle 600 unità delle 1200 previste e che ora sono attive in Italia. Perché di differenza sostanziale si tratta – rimarca il presidente – essendo quelle del Lazio gestite centralmente dall’ottimo istituto Spallanzani, polo di riferimento per l’assistenza e ricerca sul Covid ma forse sovraccarico di compiti per poter assicurare un’assistenza ottimale a domicilio. Tanto che, il compito della Uscar laziale è stato completamente snaturato, rendendo queste insufficienti allo scopo. Non si tratta di professionisti che vanno a casa dei pazienti non gravi a eseguire i tamponi ma di squadre che fanno tale esame nei drive-in e nei “Covid hotel”. Chi ha emanato tale disposizione? Le linee guida del governo erano tutt’altro. Confermate di recente da una sentenza del Tar che ha ristabilito la corretta interpretazione delle figure che possono curare a domicilio le persone affette da Covid. Come al solito, il Lazio si distingue da tutti, con grave nocumento per i cittadini in condizioni di bisogno”, conclude Maritato.
Roma, 24 novembre 2020