Germana Galdi da oltre vent’anni spazia nella sua produzione artistica iniziando, dopo vari approcci e sperimentazioni, all’utilizzo dell’acquerello nel 1996 con il suo oramai noto percorso “Riflessi e trasparenze”.Oltre a immortalare con la fotocamera momenti vissuti nei suoi viaggi per terre diverse, già prima dell’utilizzo incessante degli smartphone, coi pennelli riportava su carta meravigliosi oggetti di un tempo che narrano storie e ritraeva attimi di intense emozioni.
Il susseguirsi di oggetti in vetro e metallo ritratti metaforicamente, la rappresentano nel suo stile di vita. Associa quindi già nelle sue prime opere il concetto che: più lavoriamo su noi stessi, per arrivare ad una trasparenza e purezza interiore, facendo emergere la nostra vera natura e talento; più tutto questo inevitabilmente lo rifletteremo all’esterno come fa il metallo interagendo con ciò che ci circonda. Infatti Germana Galdi pur avendo nelle sue origini i nonni e il padre artisti, cresce come autodidatta, per il vuoto lasciato dai parenti venuti a mancare prematuramente. Partendo da questo vuoto, l’artista ha iniziato il percorso di ricerca e valorizzazione dei propri talenti e la costruzione della propria identità artistica.
La necessità di spingersi su altre tecniche e grandi formati la portano ad un nuovo filone nel 2017 con “Trame di vita”, dove sente l’esigenza di poter ricreare le varie storie di vita ascoltate e vissute sulla sua pelle negli oltre vent’anni di gruppi di Costellazioni Familiari e Gruppi di Gestalt, nonché nella sua qualità di Art Counselor. Come un tartan scozzese i colori si ripropongono e susseguono per narrare storie.
Nel 2019 trova un nuovo modo di esprimersi attraverso una figura che la rappresenta in modo semplice e leggero e comunque riflessivo, questa volta tentando di arrivare a portare all’azione. Dopo la riflessione è necessaria l’azione e Germana Galdi, sempre in fermento, ha necessità di comunicare in modi sempre nuovi per agevolare lo spettatore nel naturale processo di consapevolezza e di evoluzione.
E’ dunque con le sue “MyLightArt” che si presenta oggi dopo tre anni di lavoro, utilizzando le sue frasi e una lampadina accesa perché in contatto con le sue emozioni e consapevole di sè.
Dal 2014 si esprime anche come modella di sue idee fotografiche, divertendosi a interpretare in giro per angoli di mondo donne diverse, ricordando come da ragazzina rimaneva incantata dalle immagini dei grandi fotografi e dei fotoromanzi della Lancio, dove lavorava sua mamma.
Non ultime ricordiamo le collaborazioni con alcuni musicisti, che hanno dedicato all’artista composizioni musicali originali ispirate alle sue opere.