A cura di Priscilla Rucco
Abbiamo evidenziato già, le problematiche diffuse e acutizzate da un anno a questa parte, a causa degli inevitabili cambiamenti, nelle nostre vite e nella nostra quotidianità, a causa del Cov1d-19,
soprattutto nei giovani. Problematiche che, secondo gli specialisti, sarebbero portate a lungo termine. Purtroppo, con la difficoltà del caso nel condurre terapie con continuità, molti giovani hanno sviluppato o evidenziato forme depressive sempre più gravi e, il disturbo bipolare, sarebbe una di queste. A causa delle sue caratteristiche e del suo impatto sulla vita del paziente, questa manifestazione richiede l’utilizzo integrato di farmacoterapia, psicoeducazione e psicoterapia.
Nel trattamento di questo disturbo l’obiettivo della terapia è diminuire il numero degli episodi, la gravità e la durata. Fondamentale è il coinvolgimento della famiglia, anche in considerazione del fatto che, spesso, questi pazienti presentano una bassa aderenza al trattamento (in particolar modo nelle fasi di mania) e un alto rischio suicidario. Ne parliamo con il Dottor Lauro Quadrana, Responsabile del Servizio di Psicodiagnostica per adolescenti, Azienda Policlinico Umberto I di Roma, università degli Studi di Roma “La Sapianza”.
Dottor Quadrana, una volta identificato il disturbo bipolare, quali sono le cure disponibili?
“Il Disturbo Bipolare, in età evolutiva, viene principalmente trattato con interventi integrati tra cui troviamo le terapie farmacologiche (antipsicotici e stabilizzanti dell’umore), che riducono la frequenza e la gravità degli episodi depressivi e maniacali e prevedono eventuali ricadute.
Oltre alla terapia farmacologica è di primaria importanza la psicoeducazione; tramite gli interventi psicoeducativi si cerca di aumentare la coscienza di malattia del paziente, migliorare l’aderenza alla terapia farmacologica, evitare l’abuso di sostanze, regolarizzare lo stile di vita e di insegnare al paziente e alla sua famiglia a riconoscere precocemente i segnali delle ricadute. Nello specifico l’intervento psicoeducativo di gruppo (equiparato per genere ed età) ha mostrato i suoi effetti benefici.
Oltre alla farmacoterapia e alla psicoeducazione, può essere utile affiancare una psicoterapia di tipo cognitivo-comportamentale. Lo psicoterapeuta, infatti, può fungere da campanello di allarme individuando eventuali segni di ricaduta o di bassa compliance alla terapia farmacologica grazie alla maggiore regolarità delle visite. Inoltre, ha l’opportunità di costruire una forte alleanza terapeutica che potrebbe permettere di aumentare l’aderenza al trattamento del paziente e di scongiurare comportamenti a rischio come l’utilizzo di sostanze. È importante però tenere presente che i pazienti con disturbo bipolare sono pazienti con cui non si può utilizzare il setting classico e che è opportuna la comunicazione con le altre figure professionali che seguono il paziente e con la famiglia.”
Si può guarire dalla bipolarità?
“Il disturbo bipolare è un disturbo cronico e ciclico, infatti anche la fase libera costituisce parte del disturbo. In particolare, il disturbo bipolare ad esordio precoce sembra avere una prognosi peggiore con episodi depressivi e maniacali più frequenti e più gravi. Seguendo un trattamento adeguato si può comunque giungere ad un “equilibrio”, in particolare se il disturbo viene trattato precocemente e l’ambiente primario del paziente viene coinvolto.
Dal Disturbo bipolare non si può guarire, come non si può “guarire” il proprio modo di essere. Il disturbo si può invece farlo tornare latente. Chi soffre di disturbo bipolare può vivere una vita attiva e soddisfacente, grazie a una serie di fattori che non guariscono la patologia ma permettono di gestirla come altre malattie croniche. La somministrazione di farmaci corretti con il giusto dosaggio, la conoscenza della malattia da parte di chi ne soffre e di chi gli sta vicino, un rapporto positivo con il medico e il terapeuta e una buona salute fisica con un’alimentazione corretta, attività fisica adeguata e un controllo del livello di stress permettono di raggiungere nel complesso un buon controllo sul tono dell’umore del soggetto. Il disturbo bipolare presenta un decorso tipicamente cronico-ricorrente, con la presenza di periodi più o meno lunghi e completi di risoluzione dei sintomi. Il decorso è terribilmente eterogeneo, con un numero di episodi di malattia che se non trattati possono arrivare anche ad essere più di 4 per anno (andamento a cicli rapidi).
Per questo motivo la prognosi risulta difficile da stabilire, e va stimata caso per caso da uno specialista.
Il 40% dei pazienti trattati con stabilizzatori dell’umore raggiunge la completa stabilizzazione. Criticità nel decorso però possono far precipitare la situazione: eventi di vita stressanti, stili di vita disregolati, instaurazione di cicli rapidi (più di due l’anno) con conseguente diminuzione nella durata della fase libera.”
Il bipolarismo è una malattia a sé oppure si manifesta in associazione ad altre patologie?
“Il bipolarismo è una malattia a sé ma, come la maggior parte delle patologie psichiche, tende a presentarsi in comorbidità. Tra i disturbi psichiatrici che più frequentemente si presentano con il disturbo bipolare si riscontra l’abuso di alcol e droghe, che inoltre costituisce un fattore precipitante e peggiorativo di questa patologia. È stato infatti riscontrato che l’uso e l’abuso di sostanze in pazienti con disturbo bipolare determina un aumento dell’instabilità sintomatologica, delle difficoltà diagnostiche, della cronicizzazione, del rischio di suicidio, nonché di una bassa compliance terapeutica.
In età evolutiva si riscontra anche una comorbidità con l’ADHD, il disturbo oppositivo provocatorio e della condotta e con i disturbi d’ansia.
Il disturbo bipolare è tra i disturbi psichiatrici quello che si presenta con una maggiore e più precoce comorbidità con altri disturbi psichiatrici. I più comuni sono l'abuso di sostanze (30-50%), il disturbo di personalità borderline più frequentemente (o altri disturbi di personalità), disturbo ciclotimico, disturbi d’ansia, disturbo schizoaffettivo, il disturbo da deficit dell’attenzione e iperattività (ADHD), il disturbo ossessivo – compulsivo, il disturbo di attacchi di panico.”