Chiuso il punto nascita a Velletri, si potenzia quello del nuovo ospedale, scomodo e decentrato
“Asl Roma 6: il bluff del parto in acqua”
“Con grande dispiegamento di mezzi, è stata presentata alcuni giorni fa la sala del parto in acqua del Nuovo Ospedale dei Castelli, come la novità in assoluto del Centro-Sud Italia. Memorabile inaugurazione, con tutte le autorità delle Grandi Occasioni schierate a presentare la presunta rivoluzionaria innovazione”. Lo dichiara il candidato al Campidoglio, nelle liste della Lega Michel Maritato, in tandem con l’avvocato Angela Leonardi che intende riportare un po’ di verità. “Ė evidente che i vertici della Regione Lazio e della Asl Roma 6 hanno una memoria corta, tanto da non ricordare che partorire in acqua non è certo una novità, specie nel Lazio, in cui esistevano innovativi esempi di tale metodo fin dal 2009. Uno su tutti la casa del parto ‘Acqualuce’ di Ostia, che la stessa Regione, che oggi plaude al reparto dei Castelli, ha strangolato fino a farla arrivare alla chiusura, nel 2015, per mancanza di fondi e personale”, rammenta Maritato. “E l’assurdo destino riservato ad Acqualuce nella Asl Roma 3 non è l’unico esempio – incalza il candidato – senza andare lontano nel tempo, Zingaretti, D’Amato e il direttore generale della Asl Roma 6 dovrebbero spiegarci come mai tutte le risorse aziendali sono rivolte al nuovo ospedale sulla Nettunense mentre si chiude un punto nascita di eccellenza come quello della popolosa e centrale città di Velletri, in cui il parto in acqua era solo una delle innovazioni. Sono scelte gravi che meriterebbero risposta”, chiosa Maritato.