«Un castello di sabbia vuoto e privo di alcun genere di fondamenta. Basta questa semplice immagine per fotografare il bilancio del Comune di Roma. Già a una prima lettura, infatti, è evidente che il documento non rispetta né i principi di veridicità e attendibilità né quelli di unità e universalità. Inoltre non persegue obiettivi chiari e strategie fissate, non soddisfa i bisogni, non risolve le problematiche cogenti di Roma. Come la Giunta Raggi, insomma, che è riuscita a creare il caos praticamente ovunque.
Prendiamo le partecipate: disservizi continui, contratti di servizio che non vengono rinnovati da tempo immemore e lavoratori che vivono nella precarietà e nell’incertezza. Il fallimento della programmazione, della gestione e del controllo di queste aziende è sotto gli occhi di tutti e si riflette non solo nei numeri e nelle impostazioni presenti nei documenti contabili.
Oggi Roma è come un malato in fin di vita: attende una guarigione miracolosa. Ridarle la giusta dignità, liberandola dal letargo nella quale è sprofondata e lanciarla verso una nuova fase di riscatto, sarebbe il regalo più bello da farle».
Così Rachele Mussolini, consigliere comunale della lista civica Con Giorgia e Vice Presidente della Commissione Controllo, Garanzia e Trasparenza di Roma Capitale.