A cura di Antonella Tancredi
Voglio raccontarvi la storia di un combattente di trincea al tempo del Covid 19: Cesare, un medico per vocazione.
Cesare fa parte di quella categoria che non può mai sbagliare: i medici a cui chiediamo miracoli non sempre di loro competenza, lui in più ci mette quell’umanità che già un po' ci guarisce, è il medico che vorremmo incontrare entrando in un ospedale, quello che risolve i problemi e lui il coronavirus lo ha sfidato in prima persona. Incontrarlo e conoscerlo è stato come guardare al mondo della sanità con occhi nuovi, con occhi pieni di speranza.
Organizzazione e profilassi attualmente sono tra le priorità assolute nella gestione di unità operative e tu Cesare riesci in tutto questo con o senza l’ausilio delle istituzioni, mi ha colpito la tua storia. Sceglieresti ancora oggi, se tornassi indietro, la professione di Medico? Si, nel mio cammino professionale, ciò che ha ripagato di più questo mio impegno è stato il sapere che la mia professione ha reso possibile la felicità dei pazienti. Non tutti, ovviamente, non ho la presunzione di sentirmi il medico perfetto D’altronde il filosofo danese Niels Bohr amava ripetere: “L’esperto è una persona che ha fatto tutti i possibili errori in un campo molto ristretto”. Hai seguito molti pazienti e quindi hai condiviso con loro le ansie e le paure di chi ha necessità di affidarsi, tuttavia in questo periodo di Pandemia tutto è stato più difficile. Anche tu sei stato contagiato. In molti abbiamo sperato che tu ce la facessi, tu che curi tutti, tu che hai giurato di farlo. Io medico giuro… Proprio in questi giorni è partita la campagna di comunicazione che richiama il giuramento di Ippocrate ed il Codice Deontologico “io medico giuro”: di curare tutti, senza discriminazione; che avrò cura di te, in ogni emergenza; che ti curerò senza arrendermi mai. Valori che tu ed i tuoi colleghi mettete in campo ogni giorno, ma che sono diventati drammaticamente evidenti durante l’emergenza Covid-19. Il significato di quel Giuramento è diventato tragicamente reale e durante l’epidemia di Covid-19 tutti hanno visto quei precetti, farsi realtà, e nella gestione dell’emergenza quelle parole, sono divenute ancor di più atti concreti. La sanità in prima linea, una linea che ha segnato traguardi.Nel giurare, tu Cesare, hai dichiarato “consapevole dell’importanza e della solennità dell’atto che compie e dell’impegno che assume”. E, da allora, tutta la tua vita hai tenuto e terrai fede a quell’impegno, realizzando, nell’alleanza terapeutica, il bene dei pazienti, e garantendo, nella società, i diritti fondamentali della salute e dell’uguaglianza, alla base della nostra democrazia.È così che il medico si fa garante e fautore della ‘democrazia del bene’, rendendo gli uomini uguali di fronte ai diritti che spettano loro in quanto persone.Ma noi, lo ricorderemo quanto i medici si dedicano agli altri? Ci auguriamo che questa tragedia posso essere una nuova occasione per dirvi grazie ed insieme provare ancora una volta ad avviarci verso il cambiamento accettando “la sfida” del benessere comune.