Il robot permette interventi personalizzati e precisione estrema che si traducono in vantaggi per il paziente, con degenze ridotte, recupero post-operatorio rapido e protesi più longeve
Roma, 23 luglio 2020 – Un nuovo robot entra in sala operatoria all’Ospedale San Carlo di Nancy, ospedale romano accreditato con il SSN: si tratta del sistema robotico NAVIO per la chirurgia protesica del ginocchio, sia per le protesi totali che per le protesi monocompartimentali (parziali). Dopo l’introduzione di circa un anno fa del Robot da Vinci per la Chirurgia Urologica, l’Ospedale San Carlo di Nancy è infatti il primo ad introdurre l’avanguardia del sistema NAVIO nella capitale e l’unico a dotarsene in maniera stabile tra le regioni limitrofe e il sud Italia. La struttura implementa quindi le tecnologie presenti, diventando così centro di riferimento non solo per Roma ma anche per il centro-sud Italia per la chirurgia robotica.
“Il sistema NAVIO ci permetterà di eseguire circa 150 impianti entro fine anno e dal 2021 circa il 30% degli interventi di protesica al ginocchio (su un totale annuo di circa 600 protesi) saranno eseguiti con la tecnologia robotica – commenta il dott. Mario Tartarone, Direttore del dipartimento di Ortopedia e Traumatologia all’Ospedale San Carlo di Nancy –. Un impianto di protesi al ginocchio eseguito con il robot equivale ad un vestito di alta sartoria: il chirurgo mantiene il pieno controllo del gesto operatorio ma l’utilizzo del robot permette un’estrema precisione nell’impianto della protesi, che si traduce in un vantaggio importante per il paziente. Più si riesce a ripristinare l’anatomia dell’articolazione tanto più la protesi durerà nel tempo”.
NAVIO è un robot dotato di estrema precisione chirurgica che supporta l’expertise del chirurgo ortopedico in ogni fase dell’intervento di protesi di ginocchio. Il sistema robotico permette infatti un’accurata pianificazione dell’intervento per personalizzarlo sull’anatomia e sulla specifica cinematica (movimento) del ginocchio del paziente: con l’ausilio di multipli sensori, posizionati intra-operatoriamente sul femore e sulla tibia del paziente, si ricostruisce un’immagine 3D delle superfici articolari, per uno studio preciso dell’anatomia del ginocchio e per definire l’esatto posizionamento e la misura più precisa delle componenti protesiche. Infine, durante l’intervento in sala operatoria, il “braccio robotico” computer-assistito guida l’esecuzione del chirurgo sul modello 3D precedentemente pianificato per il posizionamento della protesi.
“Il sistema NAVIO non necessita di esami di imaging durante l’esecuzione dell’intervento (come ad esempio TC o risonanza magnetica) ma utilizza speciali sensori per rilevare e pianificare il posizionamento personalizzato delle componenti protesiche sull’anatomia del paziente – spiega il dott. Tartarone –. Il robot non sostituisce il chirurgo ma lo assiste, con un vantaggio indiscusso per il paziente che si traduce in una minore esposizione a radiazioni (grazie proprio al fatto che non sono necessari esami di diagnostica durante l’intervento),nella massima accuratezza nella posizione dell’impianto, nella riduzione del dolore e quindi dei farmaci antidolorifici post intervento, in ridotti tempi di degenza, nel recupero completo del movimento naturale del ginocchio con una migliore propriocettività (ovvero non si ha la fastidiosa sensazione di avere “un corpo estraneo” nel ginocchio)”.
Un intervento di protesi al ginocchio può rendersi necessario principalmente a causa dell’artrosi, un processo degenerativo della cartilagine articolare e dei tessuti connessi, che colpisce non solo gli anziani, ma anche soggetti in giovane età come conseguenza di traumi, malattie infiammatorie o reumatiche, gravi deviazioni assiali congenite. La sintomatologia dell’artrosi si manifesta con dolore, in una prima fase solo nei movimenti, successivamente anche a riposo, e infine può portare a disabilità con un conseguente peggioramento della qualità di vita nella quotidianità. Viene diagnosticata attraverso una visita specialistica e tramite esami radiografici standard sotto-carico, che possono essere integrati per una diagnosi precoce da una Risonanza Magnetica. Oggigiorno, le persone hanno uno stile di vita più attivo e un’aspettativa di vita che si è allungata, quindi la chirurgia protesica del ginocchio non punta solo a far tornare a camminare il paziente senza dolori, ma anche a permettergli un recupero della mobilità naturale del ginocchio, consentendo così il ritorno alle comuni attività della vita quotidiana ed anche ad una moderata e controllata attività sportiva amatoriale.
“L’Ospedale San Carlo di Nancy può così diventare anche un centro di formazione per la chirurgia robotica per il centro-sud Italia, un punto di arrivo per specializzandi e chirurghi che hanno il desiderio di affinare la tecnica e la conoscenza delle tecnologie robotiche d’avanguardia. Abbiamo inoltre un accordo formativo quinquennale con la scuola di specializzazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e siamo aperti ad ulteriori collaborazioni con altre importanti università italiane”, conclude il dott. Tartarone.
Le potenzialità della nuova tecnologia non si esauriscono qui. Il sistema robotico NAVIO entrerà infatti sempre più nella pratica clinica: è in corso di validazione lo sviluppo dei sistemi per la chirurgia protesica dell’anca e verrà inoltre implementato nell’ambito della Traumatologia dello Sport per le ricostruzioni dei legamenti crociati anteriori e posteriori del ginocchio.