a cura di Priscilla Rucco
Con le leggi 17/ 2016 e 25/ 2020 della Regione Lazio, sono state approvate le norme che regolano la trasformazione delle Comunità Montane, in Unioni dei Comuni montani. Questi enti territoriali pubblici hanno come scopo principale, quello di valorizzare e sostenere, le zone montane limitrofe.
Abbiamo incontrato il Sig.Nando Cascioli, Ex Sindaco di Poli e Assessore ai Lavori Pubblici, Urbanistica Gestione del Personale e Società Partecipate, Commissario Straordinario della IX Comunità Montana (Monti Sabini, Tiburtini, Cornicolani e Prenestini), della Regione Lazio.
Signor Cascioli, qual’è lo scopo delle comunità montane?
“Lo scopo principale è quello di tutelare, sviluppare e permettere che possano avvenire delle promozioni nei territori montani, tutelando il processo di sviluppo talvolta molto complicato, delle piccole realtà dei nostri territori montani, soprattutto considerando la gestione di territori che, talvolta, sono disagiati con tutte le conseguenze che ne possono derivare (servizi principali decentrati). Per fare questo, è fondamentale anche l’utilizzo dei fondi europei (Recovery Fund), regionali e che il nostro Paese possano mettere a disposizione per queste realtà che necessitano di tutto l’appoggio possibile.”
Le comunità nel III millennio, come si trasformeranno?
“Stiamo aspettando che la Regione Lazio, dia delle direttive in base a nuove normative. Una nuova fase sta nascendo; ci saranno nuovi statuti, differenti organismi all’interno dei comuni; insomma, le comunità montane sono in fase di revisione e avranno a breve nuove disposizioni. La funzione più importante e prevalente è quella di offrire i servizi idonei, in collaborazione con i singoli Comuni, riconoscendo funzioni di compensazione per territori che possono presentare disagi evidenti come quelli montani. Inoltre sono presenti numerosi progetti specifici sul rilancio del turismo, sperando che la pandemia, possa cessare quanto prima, dando la possibilità anche a territori di piccola entità, di poter accogliere il turismo e ripartire con un grande supporto alle attività, per evitare migrazioni in realtà più grandi.”
Esistono strutture analoghe nell’Unione Europea e, in caso affermativo si condividono le esperienze e le problematiche comuni?
“In ogni stato sono presenti strutture analoghe alla nostra; basti pensare alla Germania che ha organi preposti a strutture istituzionali di coordinamento e coordinazione per lo sviluppo territoriale, con una gestione che non differenzia, sostanzialmente da ciò che cerchiamo di attuare in Italia. La cosa più importante è la collaborazione, la volontà e le idee che possano attuarsi in una realtà concreta di aiuto e di realizzazione di progetti a cui stiamo lavorando incessantemente, nonostante il periodo complicato che si è presentato da un anno a questa parte.”