Concerto Live di Patrizio Maria, eclettico musicista e pregiato cantautore Un tuffo nei ricordi di quel mondo di mezzo chiamato “Città dolente”

Il luogo ricorda le vecchie cantine del vino dove si cercava di stralunare il tempo.
la gente è bella, come quella di una piazza di paese, allegra, vivace. Uno spazio alternativo per chi
la musica la crea con artigianalità e sapienza.
Incontro un caro amico che non vedevo da molti anni, è lui che mi riconosce e mi viene incontro
con l’energica esclamazione del mio nome. Mi commuovo nei ricordi di tempi indimenticabili,
collaborazioni artistiche insieme al mio amico Umberto Canino, Nando Di Stefano, batterista,
musicista di grande spessore, collaborò con me e Umberto, nella ricerca musicale per il lavoro
teatrale “Lettera a un giovane detenuto” e “15 passi” – due opere teatrali presentate in molti
teatri e scuole di varie regioni nel progetto “legalità” istituito dalla Regione Lazio.
Nando mi abbraccia fraternamente, è come se il tempo si fosse fermato. Aneddoti e vicende che
hanno tracciato le nostre storie sia artistiche e professionali.
Si accendono le luci e con la magia del ritmo di Nando alla batteria e di Danilo al basso entra il
protagonista della serata, Patrizio Maria e le sue chitarre, il ritmo è crescente come l’emozione che
pervade. Musica, e che musica!
Un momento toccante, il ricordo di Ivan Graziani. Partono le note e anche la voce di Patrizio che in
questa canzone modula la spiritualità del canto : “Lugano addio cantavi mentre la mano mi
tenevi”.
Una delle sorprese gradite è stata la performance dell’attore Andrea Rivera che ci ha deliziato
monologando un testo molto divertente di Patrizio.
Poi, con mia grande gioia, viene chiamato sul palco il mio amico Marco Rò, cantautore e musicista.
La sua musica e i suoi testi raccolgono la purezza dell’anima e raccontano le storie annidate
nell’intimo dell’essere.
Una serata da incorniciare, emozioni da conservare nello scrigno della memoria.
Al termine della serata non ho potuto non ricordare i miei amici artisti che hanno allietato in più
circostanze quel mondo lontano e dolente, senza chiedere nulla se non la voglia di educare quella
società sommersa al suono concreto della normalità.
maestri che con entusiasmo hanno partecipato nel tempo a colorare quel grigiore con colori vivaci
e tenui, fonte di una nuova speranza:
Lorenzo Sebastianelli, eccellente maestro di musica e grande pianista; Lanfranco Carnacina, ironico
e piacevolmente vero, voce narrante di storie scolpite nel tempio della vita; Umberto Canino,
artista etnico, un girotondo impresso nell’anima dove il canto inebria nell’intimo della dignità
umana; il gruppo Rock Gemini, autori di una musica coinvolgente come i colori di un quadro di
Wan Gogh. Un grazie particolare a Mario Schilirò, persona di grande spessore umano, chitarrista di
fama internazionale.
Questi amici hanno dedicato, nella loro grande umiltà, la loro arte a quel mondo parallelo che ci
appartiene e che spesso diviene il refugium peccatorum del nostro pregiudizio.

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