L’ultimo Dpcm del governo Conte ha scatenato polemiche, proteste e anche tanti dubbi. Non riusciamo a comprendere come si possa garantire nelle Regioni caratterizzate come “Zone Arancione” la possibilità di andare a caccia come fosse una attività indispensabile. Sono state chiuse a livello nazionale le palestre, le piscine, i teatri, le mostre, si è quindi bloccata la possibilità per i cittadini di svolgere attività motoria e l’attività culturale, entrambe non responsabili di contagi, mentre si garantisce la possibilità di abbracciare un fucile per andare a sparare agli animali.
E’ il commento di Cinzia Caruso e Piergiorgio Benvenuti, rispettivamente responsabile dei Diritti e del benessere degli animali e Presidente del Movimento Ecologista Ecoitaliasolidale.
Nelle “zone arancione” si può andare a caccia nell’orario consentito, quindi rispettando il coprifuoco dalle 22 alle 5. Addirittura –proseguono Caruso e Benvenuti – ci potrebbe anche essere l’ipotesi di garantire gli spostamenti in altro comune nel caso in cui si possieda un’autorizzazione specifica, ad esempio per l’appostamento o per la caccia al cinghiale, a seconda della normativa in vigore localmente, o grazie ad ordinanze regionali.
Peraltro risulta noto che in questo momento vi sono anche focolai di influenza aviaria da virus HPAI insorti nei Paesi del nord Europa, tanto da determinare da parte del Ministero della Salute , in alcune zone del Paese, l’utilizzo come richiami vivi dei volatili appartenenti agli ordini degli Anseriformi e dei Caradriformi per la caccia agli uccelli acquatici. Ulteriore pericolo che avrebbe dovuto determinare la sospensione immediata della caccia in tutto il territorio nazionale sino alla conclusione dell’emergenza sanitaria da pandemia.
Benissimo il contrasto alla diffusione del Covid, ma certamente se i cittadini sono chiamati a fare dei sacrifici, bloccando attività commerciali, attività sportive, didattiche, sino all’attività culturali non comprendiamo proprio quale spiegazione logica può avere garantire comunque la caccia, l’uccisione di animali, che peraltro vorremmo sia abolita definitivamente. Una attività che ogni anno –concludono gli esponenti di Ecoitaliasolidale- condanna a morte dai 400 ai 500 milioni di animali.
ECOITALIASOLIDALE