Delitti familiari: non è tutto come sembra

Delitti familiari: cosa sono, quanto incidono e chi interessano intervista allo psicologo e psicoterapeuta, Massimo Lattanzi

Dottor Lattanzi, cosa sono i “delitti Familiari?

“I “delitti familiari” fanno riferimento a casi di omicidi, tentati omicidi e i suicidi e tentati che spesso seguono un omicidio o tentato omicidio e si consumano tra “familiari”.

 Cosa qualifica la popolazione dei “familiari”?

“La popolazione dei “familiari” è quella delle persone con cui ci relaziona a vari livelli, dalla conoscenza, alla colleganza, alla vicinanza, all’amicizia, ai rapporti affettivo/sentimentali attuali o trascorsi e alla parentela”.

 Come sono raccolti i dati?

“L’Associazione Italiana di Psicologia e Criminologia, un ETS fondato nel 2001, è strutturata in vari dipartimenti, nel 2013 è stato fondato “l’Osservatorio Nazionale Delitti Familiari”. I “delitti familiari” sono casi raccolti dagli articoli pubblicati sulle testate giornalistiche”.

 Perché vi interessate dei delitti familiari e non solo di omicidi?

“Un omicidio o un tentato, può generare più vittime e un suicidio o un tentato ed è conteggiato come un “delitto familiare”. La lettura del “delitto familiare” è diretta a far rilevare la reale portata di un omicidio o tentato”.

 Dottore, cosa significa la reale portata di un omicidio o tentato?

“Quasi ogni giorno si contano omicidi ai danni di donne con un numero che si attesta intorno ai 100 (cento), facendo riferimento ai casi avvenuti dal 01 gennaio al 15 dicembre 2023 gli omicidi, tentati omicidi e i suicidi e tentati che spesso seguono un omicidio o tentato omicidio si attestano intorno ai 500 (cinquecento)”.

Dottore, è possibile tracciare una sorta di profilo del presunto autore dei “delitti familiari”?

“Facendo riferimento alla variabile “grado di familiarità” possiamo tracciare una bozza di profilo: nel 45% circa dei casi è un conoscente (in questo “grado” rientrano le relazioni di conoscenza, colleganza, vicinanza e amicizia), nel 30% circa è un partner o un ex e nel 25% circa è un parente”.

 Dottore, come vorrebbe concludere?

“I dati restituiti documentano dettagliatamente la portata delle “vittime” e degli “autori” dei delitti familiari e di come le risorse andrebbero impiegate!”.

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