Gabriele Sbattella (Uomo Gatto) “Con Sarabanda è stato un dare-avere, la mia passione per la musica è nata grazie a mio zio materno”

Artista musicale a 360°, Gabriele Sbattella, da tutti conosciuto come l’Uomo Gatto, è stato campione del celebre quiz musicale Sarabanda per ben 80 puntate, facendo impazzire l’auditel.
Marchigiano doc e amante del calcio, Gabriele racconta la sua vita, i suoi obiettivi futuri e come è nata la passione per la Germania e il Bayern Monaco in particolare.

Sei noto a tutti come l’Uomo Gatto, ci ricordi un pò come è nato questo nome?
“Il mio nome d’arte è nato nei villaggi. Come tutti sanno ho fatto l’animatore, feci un ruolo nel musical “Cats”  e lì nacque tutto. Poi con Sarabanda mi hanno tutti conosciuto così, ormai il mio nome d’arte fa parte di me e sono affezionato al mio personaggio.”

Ci racconti la tua prima esperienza a Sarabanda?
“Ricordo tutto con estremo piacere e grande emozione. Feci due provini :il primo al Centro Palatino di Roma e per me fu un’emozione unica. Quando ero militare vedevo le ragazze di “non è la rai” uscire da lì e per me era un sogno; tutti noi vedevamo quelle ragazze con profonda ammirazione.
Il secondo provino lo feci direttamente con gli autori, ma in tutta onestà ho partecipato con l’idea di farmi una puntata e basta anche perché il campione era Max, poi sono stato bravo e fortunato ed è iniziata la mia avventura.”

Come è stata la tua esperienza da animatore?
“Bellissima. Ho fatto l’animatore sportivo, ovvero organizzavo tornei, e l’animatore di contatto. Mi piaceva ,e mi piace ancora,interagire con le persone e mi divertivo molto. Peccato che io non ricordo con particolare affetto la stagione 2002; pioveva spesso ed il nostro capo-animazione si divertiva a creare tensioni all’interno dello staff anziché cementarne l’unità.. Inoltre quell’estate è stata per me particolare, mi toccò molto l’eliminazione dell’Italia per mano della Corea del Sud,e più che altro dell’arbitro (ride ndr),e la sconfitta della Germania in finale controil  Brasile, sapete che la Germania è la mia seconda squadra.”

La gente per strada ancora ti chiama Uomo Gatto?
“Le persone che mi conoscono ovviamente mi chiamano Gabriele. Quando esco dalla mia città a volte mi chiamano con il mio nome d’arte, va bene così, l’Uomo Gatto è ormai parte di me.”

Ci sono delle analogie tra L’Uomo Gatto e Gabriele?
“Siamo profondamente diversi. L’Uomo Gatto, come avrete notato, è estremamente competitivo, ama stare sotto pressione e non rifiuta mai una sfida. Gabriele è una persona riflessiva, meno impulsiva e molto riservata.
Vivo con i miei genitori e nonostante mi piacerebbe avere una compagna con la quale condividere la mia vita ho imparato a stare bene con me stesso, attualmente sono molto sereno.”

Secondo te ha dato più l’Uomo Gatto a Sarabanda o viceversa?
“E’ stato un dare-avere. Ripeto pensavo di farmi una sola puntata poi sono rimasto per ben 80 serate, diciamo che ci siamo compensati.
Tre anni fa ho partecipato all’edizione del ventennale con fatica: non avevo intenzione di partecipare anche perché avevo problemi miei personali e problemi di salute dai quali sono uscito a fatica. Quando sono entrato in studio il pubblico mi ha riservato una standing ovation emozionante, ho giocato per loro, per l’amore che la gente mi ha sempre trasmesso.
La mia idea iniziale era quella di autoeliminarmi, quegli applausi però mi hanno caricato, hanno scatenato in me quello che Oriana Fallaci chiama “Rabbia ed orgoglio”, come quando ti vedi allo specchio con il morale quasi a terra ma tiri fuori le forze e combatti. Ho pensato alle persone che mi vogliono bene e come una molla mi sono caricato, ho pensato a giocare e sono contento di averlo fatto.
Nonostante non fossi al 100% sono tuttavia soddisfatto per come sono andate le cose.”

Che rapporto hai con Enrico Papi?
“Un rapporto normale, ho incontrato Enrico in qualche serata ed abbiamo parlato, non lo sento da circa due anni.”

Sono usciti vari scandali sul programma, era tutto finto?
“Assolutamente no. C’erano in palio dei soldi e giocavamo seriamente. La cultura musicale che avete visto mi appartiene veramente ed io ho sempre giocato per vincere. Non ho mai acciuffato il montepremi ma non mi ritengo inferiore a nessuno, anzi credo di essere lo sfidante che tutti vorrebbero evitare.
Credo che per fare audience siano stati mandati personaggi scomodi che spesso hanno involgarito il programma; avevano il solo compito di infastidire me, ma la loro cultura musicale era pressoché inesistente, cosi come la loro presenza scenica.”

Come nasce la passione per la musica?
“La mia passione nasce quando ero piccolo. Mio zio Bruno aveva un bar ed una sala giochi,a fine stagione mi regalava centinaia di dischi. Passavo le mie giornate ad ascoltare musica, sono orgoglioso di continuare a comprare dischi in vinile, questa è la mia più grande passione.”

Ricordiamo che eri bravissimo nelle canzoni straniere, sei particolarmente legato alla musica estera?
“Si mi piace di più assolutamente. Ho vissuto gli anni d’oro di “Video Musica” e “Deejay television” e ricordo che le radio trasmettevano tanta musica straniera. Amo i Duran Duran ed i Spandau Ballet, ho avuto la fortuna di vedere dal vivo Tony Hadley in prova a Sanremo, un’emozione bellissima.”

Passiamo ad un’altra grande passione, come nasce l’amore per Milan e Bayern Monaco?
“Nasce nel 1979, la RAI faceva trasmissioni sperimentali prima dell’avvio di Rai 3e fecero vedere partite vecchie dei mondiali 1970 e 1974 a colori. Mi innamorai della Germania (allora Ovest)che al tempo aveva 6/11 del Bayern Monaco.
In generale la mia passione per il calcio nasce da Italia-Germania 4-3: quella partita è per me la metafora della vita, soprattutto nei tempi supplementari. Come nella vita ci sono mille ribaltoni, e alla fine la gloria. Penso che non ci si debba mai arrendere. Mi è molto piaciuto il libro di Riccardo Cucchi su Italia Germania, ci tengo a citarlo perché lo ritengo una grande persona ed un giornalista simpatico,intelligente e preparato. Possiamo dire che quella partita è stata una “Sarabanda” di emozioni.”

Finale di Champions League, Milan-Bayern, per chi tifi?
“Milan, assolutamente. Sono italiano e tifo Milan, cosi come Italia-Germania, tiferei sempre Italia.
Il Bayern è una squadra per me importante, mi ha dato gioie e dolori grandi, il trionfo nell’ultima champions league è stato splendido, ci voleva dopo anni difficili.”

Messi o Cristiano Ronaldo?
“Impossibile scegliere. Sono due fenomeni, dico Messi, ma soltanto per le sue origini marchigiane. Ammiro molto Cristiano Ronaldo, la Juventus ha fatto un grande acquisto ed è meraviglioso vederlo giocare nel nostro campionato.”

Hai iniziato a cantare, come mai?
“In realtà ho sempre cantato, quando facevo l’animatore soprattutto.
Sono una persona che si dedica in toto a quello che fa, amo le persone che mi spronano a dare di più ed i rimproveri cosruttivi mi aiutano a migliorarmi. Penso che nella vita non si finisca mai di imparare ed io ho ancora tante cose da fare, sono molto determinato.”

Che progetti hai per il futuro?
“La vita mi ha insegnato a non fare progetti a lungo termine: ogni volta che ho in mente qualcosa poi sono costretto a rinunciare per motivi estranei alla mia volontà. Una cosa che farò è rinnovare il mio rapporto con RM PRODUCTION di Isabel Stasi, sempre che lei voglia continuare a curare la mia immagine (ride ndr). Sarò uno dei volontari ai prossimi europei di calcio a Roma ed invito tutti a venirmi a trovare fuori lo stadio Olimpico prima della partita della nazionale di Roberto Mancini.”

Dario De Fenu

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