Nel computer dell’ex compagno di Giulia Tramontano, Alessandro Impignatiello, nella cronologia delle ricerche che sarebbero state effettuate, si sarebbero trovate domande su “come avvelenare un feto”, già nel mese di dicembre 2022 e da qui, secondo gli inquirenti, scatterebbe il reato ulteriore di premeditazione verso la compagna e il bambino che la coppia aspettava. Inoltre, non l’autopsia, ma l’esame tossicologico che ha avuto luogo sulla ragazza, Giulia Tramonti, avrebbe rilevato la presenza di sostanze tossiche compatibili con delle bustine ritrovate nascoste nella cucina della casa, in cui la ragazza, viveva con Impignatiello. L’assassino durante gli interrogatori, avrebbe sempre respinto l’accusa di premeditazione, ma quella gravidanza e la compagna, erano un ostacolo alla nuova relazione che, l’omicida, aveva iniziato da qualche tempo. Il lavoro degli inquirenti prosegue soprattutto nel cercare di comprendere se, dai messaggi inviati da Giulia, si possa trovare un riscontro di malesseri fisici che, la stessa Tramontano imputava alla gravidanza, incrociando questi eventi, con il periodo in cui, l’assassino avrebbe effettuato le ricerche su come “uccidere una donna incinta con il veleno”, che oltre alle accuse già in essere, porterebbero alla nuova accusa di procurato aborto.
Ago 29