Proponiamo che il rito celebrato in molte parrocchie si estenda anche alla Santa Sede
“Laudato sii, mi’ Signore, cum tucte le tue creature…ci piace iniziare così, questa supplica all’indirizzo del sommo pontefice Papa Francesco. Con l’inno composto dal santo di cui Sua Santità ha assunto il nome, per evidenziare quanto la natura, intesa in senso globale, sia importante nella vita dell’uomo, con tutte le sue componenti e in tutte le sue manifestazioni”. Lo dichiara il presidente di AssoTutelaMichel Emi Maritato che continua: “Per questo ci ha stupito il riferimento un po’ critico, che il Santo Padre ha fatto in uno degli ultimi interventi pubblici, a una signora troppo affezionata al suo cagnolino, tanto da chiederne la benedizione. Una pratica che non dovrebbe stupire la Chiesa, tanto che il 17 gennaio, festa di Sant’Antonio Abate,tradizionalmente in alcune parrocchie si benedicono gli animali ponendoli sotto la protezione del santo”, continua il presidente. “Rendiamo noto a papa Francesco che sono tante le persone sole, bisognose di affetto e di compagnia, che trovano conforto in un animale domestico e questo, certo non può essere la causa dell’impoverimento dei nostri dati demografici relativi alle nascite. Il decremento di lieti eventi – insiste Maritato – va ricercato in molte altre cause, di cui i nostri piccoli amici non hanno alcuna responsabilità. Crediamo che Sua Santità comprenda questa nostra considerazione e sia pronto a reputare degne di rispetto anche queste creature, così amate dal santo che porta il suo nome”.