Di Lorena Fantauzzi
Roma – Questa non è solo una disputa legale. Non è solo una battaglia tra eredi.
È una guerra. Una guerra di documenti, di sentenze, di avvocati che si sfidano a colpi di citazioni giurisprudenziali. Ma è anche una guerra di sentimenti, di sangue, di famiglia. È la storia di Gloria Battista, l’unica figlia erede del mago di Arcella, che ora si ritrova a combattere contro chi, dice lei, le ha sottratto ciò che era suo di diritto. Lo chiamavano il Mago di Arcella, il Mago dei VIP. Un nome che evocava mistero, potere, un’aura esoterica. Ma dietro l’uomo che incantava le folle negli anni ‘80 e ‘90 si nascondeva un costruttore di sogni. Al centro della battaglia c’è la figlia Gloria Battista, che rivendica case, immobili, terreni e il famoso “Castello Bianco dei mobili d’arte della Brianza“ in via Tuscolana a Roma. Gloria dice che le e’ stato tolto tutto. Che suo padre aveva comprato diritti enfiteutici su quei terreni, che aveva costruito abusivamente il Castello, ma lo aveva poi condonato. Che lui era il vero proprietario. Ma la giustizia sembra non sentirla. Quei terreni, quelle mura, quelle stanze che un tempo riecheggiavano di discorsi esoterici, ora sono silenziosi testimoni di una guerra giudiziaria senza tregua. Gloria accusa: “Quei beni sono stati trasferiti alla seconda moglie del mago con atti di separazione e divorzio, ma era solo un trucco fiscale.Un’illusione. Un’illusione che si è fatta realtà quando, alla morte della madre, i figli di secondo letto si sono ritrovati padroni di tutto. Gloria esclusa. Espulsa.
Il Tribunale di Roma, almeno in parte, le ha dato ragione. Ha annullato alcuni trasferimenti per irregolarità urbanistiche. Ma non basta. Perché la legge, si sa, è un labirinto. E a volte ci si perde.
Gloria racconta che l’eredità è stata svuotata. Prosciugata. Lei è rimasta con nulla in mano, mentre gli altri eredi vendevano, affittavano, speculavano. Ha calcolato un danno di 25 milioni di euro. Una cifra da capogiro, ma che per lei non è un numero. È una ferita. Ma la storia non si ferma qui. No, si fa ancora più contorta. Perché i terreni su cui sorge il Castello Bianco non sono terreni qualsiasi. Sono gravati da usi civici. Significa che non si potevano vendere. Non si potevano acquistare con un semplice passaggio di proprietà. Eppure, è accaduto. La difesa di Gloria-assistita dall’Avv. Carlo Affinito – si aggrappa a una sentenza della corte costituzionale del 2018, che ha dichiarato illegittima una legge regionale del Lazio che permetteva la sclassificazione automatica di quei terreni con il condono edilizio. Perché se un terreno è di tutti, non può diventare di qualcuno con un semplice timbro. E così la guerra continua. Dopo il Tribunale, dopo la Corte d’Appello, ora è la Cassazione il campo di battaglia. Il 1 luglio prossimo i giudici decideranno se dar ragione a Gloria o metterci una pietra sopra. Definitivamente.
Il cuore del suo ricorso è chiaro: quei terreni non potevano essere venduti. E se erano di suo padre, non potevano magicamente sparire dalle sue mani per finire in quelle di altre. Se la giustizia non lo vede, dice Gloria, allora è cieca.
Le dichiarazioni di Gloria Battista.
Gloria non si dà pace. Lo dice con rabbia, con dolore, con quella voce spezzata dal pianto e dallo sconforto di chi ha combattuto per anni e ancora non vede la fine. “Ancora non riesco a capire come i giudici continuino a negare i miei diritti ereditari dichiarandoli inammissibili“, ripete la figlia del mago di Arcella. “Ho dimostrato con documenti originali che mio padre, il Mago di Arcella, ha comprato tre diritti enfiteutici in via Tuscolana a Roma, ha costruito abusivamente il Castello Bianco dei mobili d’arte della Brianza, ha fatto parte della società, chiesto il condono edilizio del Castello , ha chiesto di riscattare il terreno al Comune di Frascati. Illo tempore mio padre, intervistato da vari giornali dichiarò di essere stato minacciato con dei colpi di pistola e di aver costruito il castello abusivamente. Un’eredità contesa. Una figlia in guerra. Un Castello costruito su sabbie mobili. E un verdetto che potrebbe riscrivere la storia non solo della famiglia Battista, ma di chiunque si trovi a lottare contro i fantasmi del passato e i meccanismi imperscrutabili della giustizia. Ora, il destino di Gloria è nelle mani della cassazione. Sarà giustizia o sarà l’ennesima illusione? Questo, solo il tempo potrà dirlo.