IL QUARTIERE DELLA CAPITALE PROTAGONISTA DI UN DOCUMENTARIO: “PARLARE D’ARTE. AL PIGNETO”

Attori, cantanti, fotografi, illustratori, musicisti, performers, pittori, poeti, registi e scrittori. La cittadinanza di questo quartiere situato nel quadrante est della Capitale è molto variegata, tanto da fargli meritare l’accostamento con il celebre Greenwich Village newyorchese.

La Mostra si apre alle ore 19.00 con le opere, esposte nel foyer del cinema, di alcuni artisti del Pigneto: pittura, fotografia, scultura, installazioni, per raccontare come l’arte possa generare integrazione e dialogo.  Alle 20.30 la proiezione del lungometraggio. In questi ultimi decenni, il quartiere del Pigneto, a Roma, è diventato un centro di aggregazione di eventi culturali, nonché luogo di residenza di molti artisti. Fra questi c’è anche il regista Jo Amodio, nato a Brooklyn che dal 1987 vive nel quartiere dove ha realizzato un documento filmato dal titolo  “Parlare d’arte. Al Pigneto”. Il documentario sarà presentato martedì 9 aprile, a partire dalle ore 19.00, con una mostra di artisti del Pigneto, seguita dalla proiezione (ore 20.30), presso il Nuovo Cinema Aquila (via l’Aquila 66 al Pigneto).  L’ingresso è libero fino ad esaurimento dei posti.

L’idea del regista Jo Amodio è nata dalla volontà di evidenziare l’attuale stato della produzione d’arte e di creare una testimonianza storica dell’importante lavoro svolto dagli artisti che vivono o lavorano al Pigneto. Altro aspetto del documentario è quello di raccontare di artisti che lottano in modo pacifico aspirando a un mondo migliore. 

“Parlare d’arte. Al Pigneto” afferma il regista Amodio vuol essere un viaggio attraverso le opere e i racconti di alcuni artisti del quartiere romano di cui si presenta il vero volto, fatto di arte, cultura e senso civico. Credo che l’arte sappia intercettare il bisogno di dialogo e integrazione in ogni latitudine del mondo, poiché si esprime con un linguaggio universale” – spiega Amodio. “Tanto che il progetto “Parlare d’arte”, a cui ho dato inizio in Mozambico, continua oggi al Pigneto di Roma e proseguirà in futuro per raccontare le periferie degradate del mondo che, attraverso l’arte, possono sperare in una rinascita e riqualificazione dei tessuti sociali. Allo stesso tempo ritengo che nel nostro Paese e nella nostra epoca sia sempre più difficile produrre arte”, precisa il regista.

Al Pigneto, quartiere di  Roma già accostato al celebre Greenwich Village newyorchese,  troppo spesso etichettato dalle cronache come degradato, violento e modaiolo, in realtà vive e lavora, oltre a una pacifica cittadinanza, una ricca rappresentanza di artisti: attori, cantanti, fotografi, illustratori, musicisti, performers, pittori, poeti, registi e scrittori che nell’opera di Jo Amodio fanno conoscere, attraverso le proprie creazioni, luoghi, ambienti, colori ed emozioni di questo angolo di Roma. “Sono convinto spiega ancora il regista – che la felicità e la speranza di cambiamento socio-culturale, abitino nell’arte”.

Autore delle musiche originali è Andrea Alberti che, grazie alle sue melodie jazz di animo mediterraneo, accompagna le immagini del documentario con la poesia che spesso manca alla realtà.

            La proiezione di “Parlare d’arte. Al Pigneto”, sarà preceduta dalla mostra allestita nel foyer del Nuovo Cinema Aquila. A partire delle ore 19.00 sarà possibile visionare le opere di alcuni artisti figurativi del Pigneto già protagonisti del documentario: Mokodu Fall, pittore senegalese; Rino Bianchi, fotografo photonovelist; Michela Lambriola,pittrice; Francesco Impellizzeri,artista performer; Pasquale Restuccia, pittore; Riccardo Mannelli, artista (pittore e vignettista); Antonella Aversa, pittrice e scultrice; Marco G. Ferrari, videoartista italoamericano. Alla mostra si aggiungono anche i pittori Lorenzo Budello, Antonio Tamilia e Michele Abramo.

Gli altri artisti protagonisti del documentario sono:

Andrea Alberti, pianista e compositore, direttore dell’Orchestra Mediterranea; Carola Susani, scrittrice; Pino Borselli, regista di cinema e di teatro; Laura Scarpa, fumettista e illustratrice; Enrico Astolfi, scrittore e autore di “Casilina. Ultima fermata”; Gina Merulla, regista, attrice e direttrice artistica del “Teatro Hamlet” di Roma; Gerardo Casiello, compositore e cantante; Igiaba Scego, scrittrice; Sukran Moral, artista performer.

Jo Amodio, classe 1966, nato a Brooklyn, è un regista e documentarista che da anni opera con passione nel settore della produzione e post-produzione audiovisiva, con specifico riferimento alla regia e ripresa, per la realizzazione di documentari sui temi dei cambiamenti climatici, del recupero ambientale, della Cooperazione internazionale, in ambito socio-sanitario e inoltre nel campo di arte, storia ed eventi sportivi. Laureato in Lettere Moderne con indirizzo Discipline dello Spettacolo all’Università “La Sapienza “ di Roma, si dedica anche all’insegnamento di “Regia televisiva, “Linguaggio cinematografico” e “Tecniche di ripresa”. “Parlare d’arte. Al Pigneto” è un progetto che parte da lontano: Amodio ha iniziato nel 2003 a realizzare e produrre documentari sull’arte, tra cui “Parlare d’arte in Mozambico”, in cui erano protagonisti artisti africani.

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