LO STRUMENTO CON IL QUALE SI ESIBI’ AL FESTIVAL DI SANREMO, CON IL BRANO “GIANNA”, ACQUISTATO DALLA PROVINCIA DI CROTONE NON SI SA CHE FINE ABBIA FATTO. ALLA PROTESTA DI ANNA, SORELLA DEL CANTANTE, FANNO ECO MOLTI PERSONAGGI DELLO SPETTACOLO
Crotone – gennaio 2021
Pur acquistato all’asta per 5.350 euro dalla Provincia di Crotone, lo strumento non è esposto e tantomeno è visibile al pubblico.
Altra cattiva sorte è toccata alla statua riprodotta da un’artista di grido,
fatta realizzare dalla sorella Anna in ricordo dello strumento simbolo a ricordo del cantautore, presso il cimitero del Verano di Roma: è stata deturpata. Insomma non c’ è pace nemmeno dopo morte per il cantante Rino Gaetano, morto a soli 31 anni (a seguito di un incidente stradale alle tre di notte) sulla Via Nomentana,
Il cantante calabro-romano è ricordato per la sua voce rauca brani irriverenti, anticonformistici e non convenzionali, rigorosamente contro il potere.
Avrebbe avuto oggi 70 anni.
Tempi duri ance per la famiglia e per la memoria di questo artista! oltre tutto è attualmente oggetto di una ennesima speculazione sul suo nome che lo avrebbe visto coinvolto in storie e misteri della Prima Repubblica e troppe incognite sulla sua morte. Episodi che la famiglia (specialmente la sorella) smentisce recisamente. Ma la sorella non accetta soprattutto che un ente pubblico della sua citta trascuri e snobbi un bene artistico così prezioso!
“Rino Gaetano è di tutti, l’ukulele deve stare tra i suoi fans, tra la sua gente”, questo è l’appello di tantissimi personaggi dello spettacolo indignati verso chi ha depredato (togliendolo dai ricordi della famiglia) dello strumento il cantautore calabrese, scomparso prematuramente in un incidente stradale il due giugno del 1981. Sono passati diciassette anni quando Anna, sorella di Rino Gaetano, ha tolto dalla sua stanza dei ricordi lo strumento musicale a cui l’artista era particolarmente legato, per avviare un’asta per una causa benefica a favore di Emergency, associazione fondata da Gino Strada, il cui ricavato serviva per costruire un ambulatorio pediatrico in Sierra Leone.
Destino? Lo strumento a corde hawaiano che ha accompagnato l’artista in tantissimi suoi successi, tra cui l’indelebile Gianna sul palco dell’Ariston conquistando il primo posto nella classifica dei cantautori e il terzo in quella generale se lo aggiudica la provincia di Crotone, città natale di Gaetano. Ovviamente lo scopo dell’acquisto era quello di esporre lo strumento nel museo “Una casa per Rino”, che doveva essere realizzato dalla Fondazione capitanata dal Presidente Giancarlo Sitra Procolo Guida e Giusy Regalino. La struttura mai realizzata che doveva essere un centro polifunzionale musicale non solo per la Calabria, ma per tutto il Meridione, aperta ai giovani emergenti e a tutti coloro che vogliono intraprendere una carriera dello spettacolo. Pertanto per questo Anna vuole che lo strumento sia di dominio pubblico per l’importanza artistica, ma soprattutto per l’importanza innovativa e straordinaria dell’artista, dando la possibilità al popolo Crotonese e ai tantissimi fan che fanno tappa nella città di Pitagora di poterlo ammirare. Ma un mistero fa capolino tra la gente ed una domanda sorge legittima: che fine ha fatto l’ukulele di Rino Gaetano? e ci si chiede come mai l’ukulele pur essendo di proprietà della Provincia, acquistato con i soldi pubblici, non sia custodito nei locali dell’Ente intermedio così come è stato disposto nell’atto deliberativo del lontano 2003? E per quale motivo lo strumento è ancora in possesso del trio di una non meglio identificata Fondazione?
Lo strumento è apparso in pubblico pochissime volte in conferenza stampa voluta dai componenti della Fondazione come per tranquillizzare tutti e poi far perdere di nuovo le tracce. La vicenda ha indignato tutti tanto da far arrivare anche la troupe delle Iene a Crotone alla quale non sono stati risparmiati insulti da parte dell’ex Presidente della Provincia Carmine Talarico. Oggi più che mai il mondo dello spettacolo (tra i quali Leonardo Pieraccioni, Giusy Ferreri, J.Ax, Claudio Santamaria) si chiede che fine abbia fatto questo strumento ma soprattutto si registra rabbia della sorella Anna che da anni che sta portando avanti questa battaglia.
Mary Maria Mazza