Al fine di accelerare la campagna nazionale di vaccinazione e di assicurare un servizio rapido e capillare nell’attività di profilassi vaccinale della popolazione, al personale infermieristico del Ssn che aderisce all’attività di somministrazione dei vaccini contro Sars CoV2 al di fuori dell’orario di servizio, non si applicano le incompatibilità di cui all’art. 4 comma 7 della legge 412 del 1991 e all’art. 53 del dl 165/2001, esclusivamente per lo svolgimento dell’attività vaccinale stessa.“Con tale formula burocratica, si applica finalmente una disposizione sacrosanta ma, allo stesso tempo, si sancisce una delle più grandi ingiustizie perpetrate a danno dei professionisti dell’assistenza”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, che spiega: “è quanto previsto dal decreto Sostegni, approvato di recente dal Consiglio dei ministri. Le aziende sanitarie – sostiene il presidente – potranno ricorrere allo svolgimento di prestazioni aggiuntive da parte di medici, infermieri, e assistenti sanitari dipendenti pubblici, anche in deroga ai limiti vigenti in materia di spesa per il personale e fino alla concorrenza dell’importo massimo complessivo di 100 milioni di euro. Ciò dimostra quanto il lavoro dei professionisti della sanità sia indispensabile, se vogliamo decollare con il piano vaccinale ma non è tollerabile il diverso trattamento tra le varie figure professionali, ci riferiamo a medici e infermieri, considerando questi ultimi professionisti di serie B, in contrasto con quanto previsto dall’articolo 3 della Costituzione”, chiosa Maritato.
Roma, 21 marzo 2021