Pablo è uno dei maggior truccatori italiani a livello internazionale. Nutre un grande amore per il suo lavoro che svolge con estrema empatia.
Dopo aver girato il mondo e aver lavorato negli Stati Uniti, torna in Italia per affermare la propria passione attraverso l’Accademia Face Place, fondata nel 2005.
È, inoltre, docente di trucco presso la facoltà di cosmetologia dell’Università di Ferrara.
Siamo lieti di intervistare un uomo di grande cultura e passione che vive la sua vita in sintonia con la natura, l’arte e la bellezza.
Sei uno dei più grandi truccatori italiani. Come hai iniziato?
“Ho iniziato nel 1993 a livello professionale frequentando l’Accademia del mio maestro Gil Cagnè. Avevo una grande passione per la danza ma mio padre preferiva frequentassi un’università, dunque mi sono laureato in lingue e, dopo la laurea, ho seguito il mio cuore: ho frequentato un corso di make up, ho lavorato con Gil dal 1993 al 2003. Ho vissuto all’estero, seguendo la scia tracciata dalla mia laurea in lingue, e ho lavorato negli Stati Uniti presso la Warner Bros. Television dove ho truccato importanti attrici come Nicole Kidman. Mi sono diplomato come danzatore e, presso la compagnia di danza di cui facevo parte, provavo più soddisfazione a truccare le mie colleghe che me. Quando sono tornato in Italia ho aperto l’ Accademia Face Place di makeup con Claudio Marfurt. Mi sono dedicato molto al campo della moda e dello spettacolo in eventi come Alta Moda Roma, Milano, Londra, New York fashion week, Miss Italia, Miss mondo, Miss teenager.”
Cosa ti ha spinto ad intraprendere questo percorso?
“Tutto è partito da mia madre che è stata eletta Miss Eleganza nel 1956. Quando si truccava allo specchio mi trasmetteva tante emozioni. Vivendo negli anni ‘30, amava il rossetto rosso e l’eye-liner: il trucco, dunque, diventava, per me, un rituale da film e io mi inebriavo tra i profumi della cipria e del rossetto. Questo è stato il mio incipit.”
Cosa serve per diventare un make up artist?
“Oggigiorno bisogna formarsi bene. Un tempo era paradossalmente più semplice perché c’erano meno possibilità ed esistevano solo due Accademie negli anni ‘80. Oggi, invece, c’è un pullulare di scuole, di corsi online, di persone che si improvvisano. Io stesso esorto i miei corsisti a scegliere con consapevolezza un’ accademia importante. Nella mia accademia ci sono anche fotografi, wedding planner, tutte figure che fanno parte dell’equipe. Io non insegno solo in aula ma anche fuori: porto i miei alunni con me anche negli eventi a cui partecipo perché è importante che sperimentino sul campo quanto appreso. Competenza e conoscenza, teoria e pratica sono elementi che si coniugano. È tutto molto legato anche alla psicologia, all’arte.”
Ricordi il tuo primo incarico? Raccontaci un ricordo bello e uno triste della tua carriera.
“Il più bello risale a Los Angeles: ricordo che ero col produttore della Warner Bros, Salomon, che aveva sposato una delle James Bond girl. All’ epoca io non avevo un adeguato capo per una cena glamour, dunque affittai uno smoking per l’occasione. Alla cena era presente anche Jodie Foster che mi chiese di truccarla per un futuro shooting. Io rimasi senza fiato perché si trattava di un’attrice di un certo calibro, mio idolo e icona. La truccai in Santa Monica mentre mi ripeteva la frase “Make me beautiful”. Era una star.
Il ricordo più spiacevole, invece, risale al 2003, anno in cui è morto il mio maestro. Ho avuto una crisi artistica ed esistenziale, perché Gil Cagnè è stato un maestro sia d’arte sia di vita: avevo perso mio padre appena avevo iniziato a lavorare e Gil ha rappresentato per me un grande punto di riferimento. Quando è morto il mio maestro ho avuto un doppio lutto. Per due anni non ho toccato i pennelli, avevo un rigetto. È stato il momento più down della mia carriera. A un certo punto, mi ricordai una frase che mi ripeteva spesso: “Quando ti passerà la voglia di truccare, vieni da me e ti dirò il segreto per continuare”. Non ha fatto in tempo a svelarmi questo segreto ma, ad oggi, penso sia la passione. Questa pausa mi è servita per capire cosa volessi davvero dalla mia vita”.
Qual è la tua ispirazione?
“La mia ispirazione nasce da qualsiasi spunto, ma soprattutto dalla natura e dai suoi mille colori e sfumature. Io ho una grande passione per l’arte decorativa, vado sempre a mostre d’arte che riescono a stimolarmi la fantasia e la creatività. Presto molta attenzione a tutto quello che faccio perché sono anche il responsabile creativo di una linea make-up che prende il nome dal mio maestro Gil Cagnè ed è distribuita da Baldan Group. Lavoro per creare prodotti che siano al passo con i tempi e con le tendenze del momento.”
Sei impegnato in qualche progetto attualmente?
“Sono molto affezionato al mio progetto di oncoestetica, per il quale ho ricevuto il “Premio Assotutela 2018/19 per le Eccellenze Italiane” con Michel Emi Maritato, il 4 febbraio 2019, presso la Sala Isma del Palazzo del Senato. L’oncoestetica è una branca dell’estetica che si occupa dei pazienti oncologici. Con l’associazione diretta da Andrea Garelli aiutiamo le persone che, perdendo i capelli, le ciglia, le sopracciglia, non si riconoscono più allo specchio. Rendiamo fruibili le lezioni di make-up e trucco permanente. Come ho scritto nel mio libro “L’ arte del make-up” il make-up è il trucco per conoscere sè stessi”.
Parlaci della tua Accademia di trucco.
“L’ Accademia si chiama Face Place e si trova a Roma in Via Matteo Boiardo, 17, in zona San Giovanni. Con il mio coniuge Claudio conduco i corsi per diventare make-up artist, dal counturing, al test di armocromia, gestendo le specializzazioni in trucco per sposa, trucco sotto gli occhiali, storia del trucco e tantissime altre specializzazioni disponibili sul sito www.faceplace.it. Organizziamo anche corsi non solo rivolti ai futuri make-up artist ma anche corsi di self make- up per tutte le persone che vogliono imparare a truccarsi. Ultimamente sto notando un grosso interesse verso il trucco maschile forse grazie all’influenza dei Maneskin.”
Quali sono le tendenze moda del 2022?
“La tendenza make-up per l’autunno 2022 è incentrata sulle labbra: dopo due anni di mascherina ritorna un sentito e profondo bisogno di indossare il rossetto che è stato abbandonato per due anni. Esistono tantissime sfumature di rosso il cui effetto dipende dal modo in cui lo si applica: dal rosso matte al rosso ciliegia, al più scuro vinaccio. Quando la bocca è molto truccata, il trucco degli occhi risulta più naturale con ombretti luminosi e eye-liner sottile.”