La decisione del Vaticano è vìcina NATUZZA SARA’ SANTA

di Brunetto Fantauzzi

Era una donna semplice e umile, povera e nascosta che da circa settant’anni è stata un simbolo vivente della fede cristiana, viveva in un orizzonte di amore e di sofferenze, possedeva doni e carismi straordinari, misteriosi e unici, dei quali è stata ignara spettatrice e docile strumento. Così il giornale Storie di Calabria diretto dal giornalista Riccardo Colao. A firma Mary Maria Mazza annuncia in anteprima la canonizzazione.­_
Questa donna che non era mai andata a scuola, non sapeva né leggere e né scrivere e che parlava solo calabrese, aveva tuttavia una capacità assolutamente naturale e spontanea di problematiche che le venivano prospettati dai suoi interlocutori. Lei entrava nella loro anima, nelle loro menti e nei loro cuori. Aveva il dono di sapere scrutare nelle loro coscienze. Questa donna, fin da quando era bambina, ebbe un continuo colloquio con il suo angelo custode, che la guidava, la ammoniva, la consigliava, le faceva conoscere gli angeli protettori delle persone che incontrava, permettendole così di dare risposte che solo una persona colta poteva dare, essendo ignorante. Ma lei aveva il dono delle visioni evangeliche ed il suo era quindi caso raro di “possessione” evangelica.

Fortunata Evolo, detta Natuzza sarà Santa!

Ormai esperite le formalità di rito, sarà dichiarata Santa dal Vaticano. Lo pubblica il giornale Storie di Calabria, diretto da Riccardo Colao, a firma di Mary Maria Mazza. Considerata dai fedeli di tutto il mondo è già stata nominata “serva di Dio”. Grande ovazione ed emozione per Luigi Renzo il Vescovo di Tropea, Mileto, Nicotera, qualche anno fa quando ha annunciato che la Sacra congregazione della dottrina e della Fede aveva sciolto le riserve sulla santificazione della Serva di Dio Natuzza Evolo.
Ora occorrono solo le ultime formalità di rito e per Natuzza non ci saranno
più ostacoli: Sarà Santa! Natuzza era nota come la mistica delle stimmate e sarà sugli altari. Una vita di stenti, in povertà, quella di Fortunata Evolo.
Grande sarà la soddisfazione per il Vescovo, ma anche per il postulatore Enzo Gabriele e pure il visibilio del mondo dei Vip (tra cui Gigi D’Alessio, Lorena Bianchetti, Pippo Franco, Al Bano).
Erano migliaia di seguaci che adoravano la “mistica delle stimmate” Natuzza Evolo di Paravati e in tantissimi si rivolgevano a lei per avere notizie dei parenti defunti e tra le capacità attribuitele c’erano la bilocazione, ovvero quelle di trovarsi in due posti contemporaneamente.

Natuzza , si professava verme de terra.

Era un caldo pomeriggio del 23 agosto 1924, quando a Paravati, un piccolo centro oggi nella nuova provincia calabrese di Vibo Valentia, nacque Fortunata Evolo (detta Natuzza), da una famiglia umile e senza l’affetto del padre, perché era emigrato in Argentina. Con una piccola valigia di cartone alla ricerca di fortuna per un futuro più roseo da offrire alla piccola che stava in grembo, ma non è più ritornato. Già dai primi attimi di vita si intuì subito che in quella bimba dagli grandi e scuri c’era qualcosa di anomalo tanto da destare preoccupazioni nei familiari, in quanto venne alla luce con le braccine incrociate al petto e stranamente silenziosa come se fosse pensierosa. Per la piccola inizia subito un cammino terreno sospeso tra Cielo e Terra, tra il mondo tangibile e quello spirituale o delle anime. L’infanzia della mistica Natuzza di Paravati e dei suoi cinque fratelli nati successivamente da padri diversi non è stata affatto semplice, ma molto travagliata e nella più totale povertà. Spesso in casa non avevano nulla da mangiare. In questo periodo incominciano gli incontri con la Madonna come se fosse una consolazione per il pesante fardello psicologico che ogni giorno era costretta a sopportare. Fin da piccolissima ha un istinto protettivo e materno verso i suoi fratellini indifesi e derisi dagli stessi compaesani perché ritenuti “bastardi”, ma anche verso tutti i suoi amichetti. Dunque una bambina cresciuta in fretta senza mai andare a scuola rimanendo per sempre analfabeta, ma solo con il pensiero fisso per come procurare da mangiare alla famiglia. Per lei lo svago era un lusso, ma nei pochissimi attimi di gioco con i fratellini partecipava un bambino bellissimo e sorridente che ovviamente vedeva solo lei per poi scomparire nel nulla, molti anni dopo Gesù le rivelò che si trattava di Lui. Il primo segno dal Cielo di quelle sofferenze mistiche che cominciarono a manifestarsi sul suo corpo si verificò quando ricevette il Sacramento dell’Eucarestia, la bocca le si riempì di sangue, lei spaventata e dispiaciuta pensava di aver ingoiato il “Corpo di Cristo”, dunque di aver commesso un peccato, non sapendo del grande miracolo di cui era stata testimone, Intanto la situazione economica familiare non migliorava, la “serva di Dio” e i suoi fratelli furono cacciati dalla proprietaria di casa in cui erano in affitto e costretti a dormire per strada, furono aiutati da un ragazzo di zona per un rifugio temporaneo in un appartamento nelle case popolari, dove le apparve  San Francesco di Paola, grande Santo calabrese, il quale era stato inviato dal Cielo per mezzo del Cuore Immacolato di Maria “Rifugio delle Anime” per alleviare le sue sofferenze. Finalmente per la piccola “serva di Dio” arrivò un’offerta di lavoro come collaboratrice domestica in casa di un noto avvocato, Silvio Colloca, il quale offrì vitto, alloggio e una modesta paga per sfamare i suoi piccoli fratellini. E’ proprio in questa casa che si moltiplicheranno i fenomeni paranormali delle visite e visione dei defunti del Purgatorio e del Paradiso, i quali la incaricavano di consegnare messaggi ai parenti, bilocazioni e dialogo con l’Angelo Custode. Iniziano le trasudazioni ematiche prima ad un piede senza la presenza di ferite e poi alle mani, volto, petto, spalle e una serie di sudorazioni sanguinolente accompagnati da disturbi di tipo convulsivo, che saranno poi scambiati per crisi epilettiche, solo più avanti riceverà vere stigmate e ferite aperte, dolorose e sanguinanti, specialmente in Quaresima e nel venerdì di Passione, come Cristo. Le sudorazioni di sangue che l’hanno accompagnata per tutta la vita, sono state le testimonianze e i messaggi sui fazzoletti usati per asciugare le fuoriuscite, riportando frasi in latino, greco antico ed immagini sacre. Questi fenomeni ormai erano diventati di dominio pubblico, non solo nel piccolo centro calabrese, ma in tutta Italia sino al Vaticano. Tutto questo oltre a destare scalpore suscitò molto scetticismo, in quanto Natuzza aveva sparso la voce che in un’apparizione della Madonna le aveva comunicato che il 26 luglio del 1940 avrebbe fatto una morte “apparente”, ma non avendo intuito il significato pensava che sarebbe morta. Fu circondata da medici per seguire questo evento, invece cadde in un sonno lungo sette ore con bilocazione in Paradiso e al risveglio disse che era stato il giorno più bello della sua vita perché Gesù le aveva chiesti di portagli anime e di amare e soffrire. Ci fu un altro evento che attirò l’attenzione della Chiesa, il giorno del sacramento della Cresima, la mistica  sentì un brivido dietro la schiena e sulla camicia si formò una croce di sangue, quindi bisognava indagare se si trattata di una Santa o di una mistificatrice. In un primo momento si era pensato che fosse posseduta da Satana, cosi incominciarono i riti di esorcismo nella Cattedrale di Mileto, per Natuzza l’ennesima umiliazione. Una sera ritornando a casa le apparve San Tommaso d’Aquino e con una benedizione le disse che da quel momento avrebbe visto sempre più spesso defunti sia di giorno che di notte. Fu inviata una documentazione a padre Agostino Gemelli da parte del Vescovo di Mileto e senza mai visitarla ritenne necessario il ricovero in manicomio, perché soggetto ignorante con atteggiamento schizofrenico. Fu rinchiusa  per due mesi nell’ospedale psichiatrico di Reggio Calabria, ma già dai primi accertamenti si resero conto della sua sanità, tanto da dimetterla. Tornata a casa pensò di farsi suora, ma venne sconsigliata perché protagonista di quei fenomeni considerati inquietanti. L’unica soluzione era il matrimonio, così la madre la fece sposare per procura con un giovane falegname che prestava servizio nell’esercito. Fu un matrimonio felice e dall’unione sono nati cinque figli, ma lei continuò ad avere visioni mistiche e colloqui con i defunti. Madre e sposa, ma “Mamma Natuzza” riusciva a conciliare gli impegni familiari con quelli spirituali. La sua casa era diventata  un luogo di pellegrinaggio, dove ognuno cercava conforto alla loro disperazione, persone che volevano parlare con i loro cari defunti ed altri che speravano di avere da lei diagnosi mediche favorevoli, facendosi carico delle loro sofferenze. Umile e modesta tanto da essere paragonata a Bernadette ( per aver visto la Madonna), seguiva la sua missione in silenzio e ripeteva a chiunque, in dialetto calabrese che lei era solo “nu vermu di terra” che tutto ciò che faceva era solo per dare compimento al desiderio della Madonna. Natuzza capì che la sua casa povera non era più degna di ricevere non sono le migliaia di persone che affollavano il piccolo paese, ma anche la Madonna e i santi che incontrava nelle visioni. E’ proprio quella ragazza bella che le appariva sin da piccola l’aveva assicurata che ci sarebbe stata una nuova e grande casa dal nome “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”. Era il 1987 quando, con l’ assenso della Chiesa e le offerte dei devoti incominciò la costruzione, composta da una grande Chiesa a forma di cuore aperto e da alcune strutture socio-assistenziale, dove Natuzza ha vissuto gli ultimi anni della sua vita fino al primo novembre 2009 quando muore all’età di 85 anni per un blocco renale.

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