LA MOLISANA E LE ABISSINE: E’ SCONTRO SUI SOCIAL A CAUSA DELLA PASTA ‘FASCISTA’

Sono trascorsi 140 anni da quando l’Italia iniziò l’avventura coloniale, eppure sul mondo dei social è come se fossero trascorsi appena 20 minuti. 
Il dibattito su fascismo e colonialismo è apertissimo e ogni italiano ha avuto occasione di esprimersi su questo delicato momento storico.

Le persone intelligenti, ormai sempre più rare, sanno scindere significati, vicissitudini e parole dando loro la giusta natura e soprattutto l’esatta collocazione.
Recentemente la nota azienda italiana “La Molisana” ha messo in commercio un tipo di pasta denominandola “Abissina”; la reazione della sinistra in rete non si è fatta attendere. Non sono mancati gli appelli al boicottaggio di questa pasta e dunque l’auspicio di un fallimento che avrebbe causato il licenziamento di tutti i dipendenti dell’azienda. Se da sinistra tra immagini di pacchi di pasta a testa sotto in ricordo di Piazzale Loreto e proteste varie è spiccato il commento dell’ex Presidentessa della Camera, Laura Boldrini, nel campo del centrodestra non si è fatta attendere la risposta di Giorgio La Porta, Assistente Parlamentare a Bruxelles e tra i primi 50 influencer di Twitter in Italia, che con un tweet ha ironizzato brillantemente sull’accaduto: “Siamo all’assurdo: è diventato legale comprarsi i senatori per tenere in piedi un governo di falliti ed è reato di apologia di fascismo farsi un piatto con La Molisana”.
“Nel momento in cui 300 mila aziende italiane hanno chiuso nel 2020, trovo irresponsabile per non dire criminale auspicare la chiusura di un’altra azienda italiana” dichiara La Porta. “Anche fosse non possiamo contrastare le memorie coloniali cancellando i nomi della pasta e lasciando le nostre città piene di piazze e strade dedicate a Crispi e Giolitti che quell’avventura coloniale l’hanno proposta e realizzata.
Sembra esser tornati nel ’48 quando se non eri comunista eri automaticamente fascista: eppure pensavo che lo scontro tra blocchi fosse finito 30 anni fa a Berlino. Se parli di Patria ed esponi un tricolore sei fascista, l’Inno a Roma di Puccini scritto prima del fascismo viene cantato in tutto il mondo da tenori del calibro di Placido Domingo ma in Italia è proibito; se per dare del coraggioso a un bambino gli dai del balilla riferendoti al bimbo che nel 1781 fece un gesto eroico, interviene il Telefono Azzurro e ti denuncia. Siamo diventati la caricatura di noi stessi tra paure di parlare, pensare ed esprimerci, tanto che non ho difficoltà ad affermare che i miei nonni negli anni ’50 erano molto più liberi di me”. 
L’effetto scaturito dalla polemica social ha comunque registrato un esito commerciale favorevole all’azienda italiana, tanto che, come segnalato da un video dello stesso La Porta, la pasta è andata a ruba, terminando sugli scaffali dei supermercati a poche ore dalla polemica sui social.
“Dopo aver letto migliaia di commenti sotto al mio post sono andato al supermercato a vedere da vicino queste confezioni di pasta ‘coloniale’ e con gran sorpresa ho trovato gli scaffali praticamente assaltati. Gli scienziati del boicottaggio sono riusciti a sortire l’effetto opposto: un vero e proprio boom di vendite de La Molisana. Ho fatto un video che in pochi secondi è diventato virale, ironizzando sulla vicenda. La pubblicità negativa è pur sempre pubblicità e questa gente, sicuramente in maniera involontaria, ha fatto la sua prima cosa buona nella vita aiutando un’azienda italiana.”

Dario De Fenu

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