di Luigi Giannelli
Un grande esempio di civiltà e democrazia è stato dimostrato ieri dalle Forze dell’Ordine a Torino.
Una manifestazione pacifica si è trasformata in un momento di distensione unico e commovente.
I poliziotti sono figli del popolo e ieri lo hanno sottolineato con un gesto di straordinaria eticità, si sono tolto il casco mostrando il loro volto e la loro sofferenza nel porsi in contrasto con la disperazione di persone che stanno perdendo tutto ciò che hanno costruito con enorme sacrificio a causa del provvedimento di chiusura che il Presidente del Consiglio posto in essere a causa dell’aggravarsi della pandemia.
Due facce della stessa medaglia scese in campo per una guerra che nessuno vuole, ma causata da una politica confusa e grottesca. I poliziotti sono esseri umani e non macchine da guerra, spesso subiscono la rabbia immotivata dei facinorosi, poche volte vengono apprezzati e molto spesso criticati solo perché hanno dovuto difendersi e difendere le istituzioni dagli attacchi immotivati dei rivoltosi. Il gesto di Torino è straordinariamente importante tanto che i manifestanti lo hanno apprezzato e osannato per la sua semplice espressione di pacificazione. Guardare il volto commosso di quei ragazzi in divisa , la loro compostezza è stato per me motivo di orgoglio avendo io stesso indossato la divisa per quarant’anni.
L’Italia è questa, l’Italia della grande guerra dove due giovani soldati di schieramento diverso si trovarono faccia a faccia e nessuno dei due decise di sparare, non per vigliaccheria, ma per sottolineare l’inutilità delle
guerre. Erano altri tempi direte voi, certo, erano altri tempi, ma la vita è sempre un dono prezioso che non va sprecato per dispute insensate ed incomprensibili, per gestioni inqualificabili di dirigenti che percepiscono stipendi sproporzionati per dare direttive spesso prive di ogni logica e che purtroppo cadono sulla testa dei nostri poliziotti che a rischio della propria vita percepiscono stipendi miseri , equipaggiamenti antiquati e privi di ogni sicurezza.
Grazie ragazzi, per questo gesto di grande valore sociale, uno schiaffo a chi istiga alla violenza, una certezza per la nostra Patria che può contare su di voi sempre.
E ricordiamo che il nemico è unico per tutti e si chiama pandemia, un nemico che non conosce bandiere, divise e colori, colpisce tutta l’umanità allo stesso modo.
Perciò, dobbiamo sentirci tutti in trincea e se qualcuno crede di essere immune sarà il caso di proporgli un brano della meravigliosa poesia di Totò, “A livella” :
;Tu qua Natale… Pasca e Ppifania!!!
T vvuo mettere ncapo… ‘int’a cervella
che staje malato ancora ‘e fantasia?…
‘A morte ‘o ssaje ched’è?… è una livella.
‘Nu rre, ‘nu maggistrato, ‘nu grand’ommo,
trasenno stu canciello ha fatt’o punto
c’ha perzo tutto, ‘a vita e pure ‘o nomme:
tu nu t’hè fatto ancora chistu cunto?
Perciò, stamme a ssenti… nun fa’ ‘o restivo,
suppuorteme vicino – che te ‘mporta?
Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:
nuje simmo serie… appartenimmo â morte!".