Il 12 settembre del 1993 viene uccisa Elisa Claps; un caso “coperto dal segreto di Stato”, nel quale viene condannato solo Danilo Restivo, eppure Don Mimì, ovvero Don Marcello Sabia, parroco della Chiesa della Santissima Trinità, dove Elisa e Danilo si erano dati appuntamento proprio il giorno della scomparsa (e presumibilmente della morte della ragazza), ha celato un macabro segreto per 17 anni.
Il corpo di Elisa, una ragazza solare, educata, proveniente da una famiglia per bene, è stato ritrovato proprio nella soffitta della Chiesa amministrata da Don Mimì (morto nel 2008 per cause naturali), dopo 17 anni.
Per il criminologo Michel Emi Maritato, da 23 anni le contraddizioni e i depistaggi hanno portato questa tragica vicenda, ad ignorare elementi fin troppo chiari.
Don Marcello Sabia, alla richiesta della Signora Filomena, madre di Elisa, se avesse visto la figlia e Danilo quella mattina, risponde per ben due volte: “Non conoscevo Elisa e non conosco Danilo usando il tempo al passato per la ragazza e un tempo verbale al presente per il ragazzo”, inoltre, convocato in Questura, Don Mimì cambierà parzialmente la propria versione ammettendo di conoscere pochissimo Restivo.
“Una frase che mi riporta alla memoria quella che fu pronunciata anche a Pietro Orlandi, da Papa Francesco, che durante un fugace incontro al termine di una messa, informa la famiglia Orlandi che Emanuela è in cielo, ma noi, le forze dell’ordine, è da decenni che cerchiamo questa ragazza, e sembra invece che loro abbiano già ben chiara la sorte di queste sparizioni, che ahimè hanno scosso il nostro paese, proprio perché, come nel caso di Elisa Claps, si trattava di raccapriccianti omicidi”.
Nonostante le numerose testimonianze sulle devianze di Danilo Restivo -tagliare i capelli alle ragazze-, che lo portavano ad avere nelle tasche delle forbici, lo stesso Restivo, durante il processo tenutosi in Gran Bretagna, per aver ucciso Heather Barret -la sua vicina di casa-, ammette di essersi affidato a Don Mimì affinchè lo aiutasse a guarire dalle proprie morbosità ossessive.
Ancora una volta, tutti sapevano, ma nessuno ha avuto il coraggio di farsi avanti, o di prendere in considerazione le bugie dette da Restivo, fin dall’inizio. Don Mimì, nonostante fosse a conoscenza dei disturbi di Danilo Restivo, si erge addirittura a “guida spirituale del ragazzo, affidandogli, a quanto sembrerebbe, anche le chiavi della Chiesa della Santissima Trinità e partecipando -come testimonia una foto-, al 18esimo compleanno di Danilo.
Una “guida spirituale”, in un rapporto di conoscenza condotto sia prima, che dopo l’omicidio di Elisa Claps.
Continua Maritato “Per stessa ammissione di monsignor Agostino Superbo, all’epoca vescovo di Potenza, nel 2011 davanti ai pm che indagano sul caso di Elisa Claps, descrive don Mimì come “una persona tendente alla solitudine, tant’è che quotidianamente pranzava da solo al ristorante”, tanto che “la sua chiesa sfuggiva in qualche modo al mio controllo”.
Dopo la morte del parroco, venne rinvenuta una lettera scritta -il 19 settembre 1993, esattamente ad una settimana dalla scomparsa di Elisa-, per mano dello stesso, alla famiglia Claps e mai fatta recapitare, in cui faceva intendere che la ragazza si fosse allontanata spontaneamente ma che egli, nulla potesse sapere, di dove Elisa potesse essere.
Tra depistaggi, coperture e bugie lampanti, il prete non venne mai indagato eppure, continua il criminologo Maritato “La Legge è uguale per tutti”?
Nel 2023, Don Mimì viene premiato con una targa nella Chiesa della Santissima Trinità; la chiesa che custodiva un macabro segreto condiviso e a quanto parrebbe, complice.
“Perché non è stato confrontato il dna del prete con quelli trovati nel materasso, rinvenuto nel sottotetto della chiesa?”
Ma soprattutto, perché un prete dovrebbe sostituirsi a degli specialisti quali psichiatri; quali segreti accumunavano Danilo Restivo e Don Mimì? Qual’era la reale natura di questo malsano rapporto?
“Restivo, identificato da numerose persone come l’autore di corteggiamenti insistenti e persecutori nei confronti di molte ragazze, come dichiarato anche dalle amiche di Elisa Claps”.
“Perché don Mimì impedì al fratello di Elisa di controllare in chiesa, non appena accortosi della sparizione della sorella, tanto che Gildo, l’altro fratello di Elisa, venne a sapere che il prete si era allontanato da Potenza, con il fantomatico viaggio verso Fiuggi (dal quale dovette poi tornare perché chiamato in Questura)”.
Buona fede, innocenza, non conoscenza, oppure compartecipazione?
E se la giustizia inglese non avesse incastrato Restivo, in Italia non sarebbe mai tornato e non sarebbe stato mai condannato.
Conclude il Criminologo Maritato “la necessità di abolire la legge Basaglia e la conseguente necessità rapida, che siano riaperti i gli ospedali psichiatrici, dovrebbe essere di comune interesse, visto il continuo sfociare della violenza, nei nostri giorni. Quante persone ancora dovranno morire, per comprendere che i malati psichiatrici, debbano ottenere giuste cure per se stessi e per chi li circonda?”