Ue-Mercosur, Confeuro: “Accordo con luci e ombre: garantire principio reciprocità”

Ue-Mercosur, Confeuro: “Accordo con luci e ombre: garantire principio reciprocità”

“Pochi giorni fa è stata firmata l’intesa sull’accordo di libero scambio tra l’Unione Europea e i paesi del Mercosur, il mercato comune sudamericano, composto da Argentina, Brasile, Paraguay, Uruguay e Bolivia. In attesa del testo definitivo – che tra l’altro dovrà essere votato e approvato anche dal Parlamento Europeo e dal Consiglio Europeo -, sono tanti gli elementi di dibattito su una intesa che presenta decisamente luci e ombre. Da una parte, Confeuro intende esprimere la propria preoccupazione sulla garanzia del principio di reciprocità, senza il quale rischiano di entrare nell’Unione europea prodotti agroalimentari sudamericani che potrebbero non rispettare gli stessi standard ambientali, qualitativi e di sicurezza dei beni europei: una ipotesi deleteria, che nuocerebbe al benessere dei cittadini e alla tutela dei piccoli e medi produttori del settore primario. Dall’altra, in un mondo in cui si stanno alzando barriere commerciali rilevanti e incombe l’introduzione dei dazi della nuova “Usa” di Donal Trump, l’accordo col Mercosur va esattamente nella direzione opposta e potrebbe consentire ai Paesi Ue di esportare con più facilità prodotti che altrimenti in altre aree commerciali globali avrebbero difficoltà ad entrare. Dunque, l’intesa raggiunta da Bruxelles rappresenta sicuramente una mossa geopolitica ed economica importante ma la condizione sine qua non ora è che venga rispettato il concetto di reciprocità, senza il quale l’accordo col Mercosur rischia di avere conseguenze opposte rispetto a come l’Unione Europea l’aveva immaginato”.

Cosi, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli agricoltori Europei e del Mondo

Napoli, al via il Ciclo di approfondimenti sull’intelligenza artificiale” del COA

Napoli, al via il Ciclo di approfondimenti sull’intelligenza artificiale” del COA

E’ tutto pronto a Napoli per il primo dei tre eventi del “Ciclo di approfondimenti sull’intelligenza artificiale”, organizzato dall’ “Osservatorio e Progetto di studio “Blockchain, Intelligenza Artificiale e Nuove Tecnologie” del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli. L’incontro si terrà il prossimo lunedì 9 dicembre 2024, a partire dalle ore 11 presso il Nuovo Palazzo di Giustizia di Napoli nella sala A. Metafora.

Parteciperanno autorevoli esperti nel settore, tra gli altri, Giuseppe Aceto, professore ordinario di ingegneria informatica presso l’Università di Napoli Federico II, e il Prof. Avvocato Antonio Blandini, Presidente del CIRA – Centro Italiano Ricerche Aerospaziali. Interverranno anche i componenti dell’osservatorio organizzatore, l’Avvocato Davide Gagliotti e l’Avvocato Aldo Palumbo. Mentre i Saluti istituzionali spetteranno all’Avvocato Carmine Foreste, Presidente COA Napoli, e all’avvocato Antonio Valentino, Segretario COA Napoli. A moderare l’evento sarà l’avvocato Davide Donsanto mentre a introdurre l’iniziativa sarà Gabriele di Rienzo, Avvocato e Coordinatore dell’ “Osservatorio e Progetto di studio “Blockchain, Intelligenza Artificiale e Nuove Tecnologie”

Tale convegno è accreditato dal Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Napoli e darà diritto a 3 crediti formativi per chi è iscritto al Coa. “Data la tematica più che mai attuale, in costante sviluppo, e sempre più presente nell’ambito di ogni professione e della vita quotidiana, anche i cittadini sono invitati a partecipare”, concludono gli organizzatori

Lavoro, Tiso(CS Iniziativa Comune): “Sfruttamento minori piaga allarmante”

Lavoro, Tiso(CS Iniziativa Comune): “Sfruttamento minori piaga allarmante”

“Il lavoro minorile è un fenomeno globale che, nonostante i progressi compiuti nel riconoscere i diritti dei bambini, continua a rappresentare una grave violazione dei diritti umani. Con questo termine si intende qualsiasi attività lavorativa svolta da minori al di sotto dell’età minima legale stabilita dai diversi ordinamenti nazionali e dalle convenzioni internazionali. Ma cosa si cela dietro questa realtà? Le radici del lavoro minorile sono profonde e complesse: da povertà e disuguaglianza economica alla assenza di istruzione, dalle crisi umanitarie e conflitti, alla (non) efficacia delle norme sociali e culturali. Il lavoro minorile, inoltre, ha effetti devastanti sui più piccoli, sia dal punto di vista educativo, fisico e psicologico, portando stress, ansia e mancanza di una normale socializzazione e compromettendo il loro sviluppo emotivo. Il lavoro minorile infatti non solo priva i bambini dei loro diritti fondamentali, ma perpetua anche il ciclo della povertà, poiché i minori non istruiti avranno maggiori difficoltà a trovare un impiego dignitoso da adulti. Anche l’Italia, pur essendo un paese sviluppato, non è immune da questo problema. Secondo stime recenti, il fenomeno coinvolge bambini italiani e migranti, soprattutto in settori come l’agricoltura, commercio e lavoro domestico. E si accompagna spesso all’abbandono scolastico, soprattutto nelle regioni del Sud, dove la povertà e la mancanza di opportunità educative sono più diffuse. Cosa fare per affrontare efficacemente la questione? In primis, serve un approccio integrato: rafforzamento dell’istruzione, supporto economico alle famiglie, monitoraggio concreto e conseguenti sanzioni, e ultimo ma non ultimo, lavorare sulla sensibilizzazione, promuovendo campagne per educare la società. In conclusione, il lavoro minorile non è solo una violazione dei diritti umani, ma anche un ostacolo allo sviluppo sociale ed economico. È responsabilità delle istituzioni, delle famiglie e della società civile unirsi per eliminare questa piaga, garantendo a ogni bambino il diritto a crescere, studiare e costruire un futuro dignitoso. Solo così potremo sperare in una società più giusta e prospera”.

Così, in una nota, Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune.

Azienda Consortile Sociale “Valle dell’Irno”, Il Presidente Anna Petta

Azienda Consortile Sociale “Valle dell’Irno”, Il Presidente Anna Petta: “Respingiamo le accuse strumentali, le polemiche non fermeranno il nostro impegno per il territorio”

La Presidente Anna Petta: “Risultati concreti, visione strategica e impegno collettivo per il territorio: la risposta del Consorzio a chi tenta di screditare un’operazione di successo”
“Come Presidente del Consorzio Sociale Valle dell’Irno, insieme al Consiglio di amministrazione e a nome di tutti i Sindaci aderenti, ritengo necessario intervenire per chiarire la nostra posizione rispetto alle polemiche e alle accuse strumentali emerse recentemente. La forza del nostro Consorzio risiede nella coesione e nella sinergia che da sempre caratterizzano i Comuni della Valle dell’Irno. Siamo uniti non solo nella gestione delle sfide quotidiane, ma anche nella visione di lungo termine per il benessere del nostro territorio e delle sue comunità. Non possiamo permettere che attacchi pretestuosi mettano in ombra l’impegno condiviso e i risultati concreti raggiunti grazie alla collaborazione e al lavoro di squadra. Il Consorzio è nato con l’obiettivo di dare risposte concrete ai bisogni sociali della Valle dell’Irno e rappresenta oggi un modello virtuoso di gestione integrata e condivisa tra Comuni. Grazie alla nostra unità e alla determinazione collettiva, abbiamo sempre operato con trasparenza, professionalità e attenzione alle esigenze reali della comunità, costruendo un sistema di welfare inclusivo ed efficace. Le accuse di ‘fallimenti’ e di ‘gestione clientelare’ sono prive di ogni fondamento e rappresentano un tentativo di destabilizzazione politica. I fatti dimostrano il contrario: grazie a una gestione trasparente, professionale e mirata ai bisogni reali della comunità, il Consorzio è stato protagonista di grandi finanziamenti. Voglio ricordare il finanziamento di 948.512,18 euro per il progetto Campania Welfare, destinato a potenziare i servizi di inclusione sociale e lavorativa, e quello di 169.992,70 euro per gli Accordi territoriali di genere, che supportano le famiglie e favoriscono l’occupazione femminile. Questi interventi non sono parole o promesse, ma fatti concreti che testimoniano l’efficacia e la visione del nostro operato. Sono il risultato della nostra compattezza come amministratori e dell’impegno collettivo dei Comuni della Valle dell’Irno.” A dirlo è il Presidente dell’Azienda Consortile Sociale “Valle dell’Irno”, Anna Petta.
“Alla luce di queste evidenze, abbiamo chiesto al Direttore Carmine De Blasio di riconsiderare la sua decisione di dimettersi. La continuità del lavoro avviato è fondamentale per salvaguardare progetti e servizi di grande valore per il territorio. Ribadiamo con forza che le sterili polemiche non devono mettere a rischio i risultati ottenuti. Questi sono frutto di un impegno collettivo che appartiene a tutti noi: amministratori, operatori e cittadini della Valle dell’Irno. Il nostro lavoro non si ferma. Guardiamo al futuro con determinazione, certi che il valore e la missione del Consorzio non possano essere oscurati da accuse infondate. Continueremo a rafforzare il dialogo con tutte le realtà coinvolte, migliorando il sistema di welfare territoriale e garantendo risposte sempre più efficaci alle esigenze delle persone e delle famiglie della Valle dell’Irno. La nostra unione è la nostra forza e il nostro impegno per il bene del territorio è inarrestabile”, conclude Anna Petta.

Katire lancia un disco che denuncia il femminicidio

“Escuchame”: l’8 dicembre 2024 il cantautore campano Katire lancia un disco che denuncia il femminicidio con sonorità dance e un potente messaggio sociale

Katire, il cantautore e produttore campano, presenta il suo nuovo disco, un progetto che unisce la tradizione musicale andalusa, la dance e l’impegno contro la violenza di genere.

Con un messaggio forte e un sound innovativo, il cantautore campano Katire lancia il suo nuovo disco “Escuchame”, disponibile dal 8 dicembre 2024. Questo singolo non è solo una nuova tappa musicale, ma un impegno profondo contro la violenza di genere e in particolare contro il femminicidio, trattato con un linguaggio musicale potente e coinvolgente. La copertina di “Escuchame” è una potente riflessione visiva sul tema del femminicidio. Mostra una scena di festa dove una donna sta cercando di allontanarsi da un uomo che la strattona con violenza, mentre gli altri partecipanti sembrano osservare indifferenti. Un’immagine che denuncia la passività con cui spesso la società assiste a dinamiche di abuso. Ma dietro la scena di violenza, si intravede una nota di speranza: una coppia si bacia, simbolo di un amore sano e rispettoso. Questa contrapposizione tra violenza e speranza è il cuore pulsante del messaggio del disco. L’artwork coinvolge un cast di interpreti come Isabella Buccino, Piero Mohamed Cialfi, Luigi Fiele, Claudia Scuotto, Salvatore Talerico, Marilena Lettieri e lo stesso Katire, che, insieme, mettono in scena una riflessione visiva potente e significativa.

“Escuchame” non è solo un brano, ma un appello contro la violenza sulle donne. Il testo esplora il dolore e la solitudine che seguono la fine di una relazione, ma anche il pericolo che si cela in quei sentimenti non elaborati, che possono trasformarsi in violenza. Katire afferma che “l’uomo che commette femminicidio è un uomo debole, che non sa accettare la fine di un amore e reagisce con la violenza”. Il femminicidio, secondo l’artista, nasce dalla mancata accettazione della fine di una relazione, una fragilità che spesso sfocia in tragiche conseguenze. Katire sottolinea anche la responsabilità collettiva nella prevenzione della violenza: “Ogni volta che si verifica un femminicidio, c’è una responsabilità che coinvolge la politica, la scuola, la famiglia e i servizi sociali. È necessario intervenire precocemente, sensibilizzare e monitorare con attenzione i segnali di fragilità psicologica.” A livello musicale, “Escuchame” sorprende con il suo mix di sonorità dance e influenze andaluse. La ritmica reggaeton si sposa con un arrangiamento caldo e coinvolgente, arricchito dalla maestria delle chitarre di Pasquale Curcio, che con il suo tocco inconfondibile dona un’intensità unica al brano. Le corde pizzicate e arpeggiate aggiungono un carattere internazionale e una sensualità che contrastano, ma al tempo stesso esaltano, il messaggio forte del testo. La lingua spagnola completa l’atmosfera, conferendo un tocco autentico e vibrante alla composizione. Con “Escuchame”, Katire riafferma il suo ruolo di artista impegnato, capace di coniugare innovazione musicale e riflessione sociale. La sua musica, apprezzata per la sua profondità tematica e la sua capacità di mescolare generi musicali diversi, ha conquistato un pubblico sempre più ampio. Il disco, che unisce il marchio di fabbrica di Katire e un impegno letterario e musicale senza compromessi, promette di fare parlare di sé per la sua potenza emotiva e il suo messaggio universale.

“Escuchame” sarà disponibile a partire dall’8 dicembre 2024 e, con la sua forte carica sociale e musicale, si preannuncia come uno dei dischi più significativi dell’anno, con un messaggio chiaro contro la violenza di genere e la necessità di un cambiamento culturale profondo. In un momento in cui la musica ha il potere di sensibilizzare e scuotere le coscienze, “Escuchame” di Katire non è solo un disco da ascoltare, ma un grido di speranza e un appello alla responsabilità collettiva. Un lavoro che segnerà un passo importante nel panorama musicale e sociale.

Agricoltura, Confeuro: “Tutelare pomodoro italiano: Ue si ispiri a nostro modello”

Agricoltura, Confeuro: “Tutelare pomodoro italiano: Ue si ispiri a nostro modello”

“Confeuro sottolinea con forza la necessità di tutelare la produzione italiana di pomodoro dalle pratiche di concorrenza sleale provenienti dalla Cina, che mettono a rischio qualità, sostenibilità e tradizione delle nostre eccellenze agroalimentari. Ricordiamo infatti che il nostro Paese è tra le primissime nazioni esportatrici di questo prodotto, simbolo della italianità nel mondo ed eccellenza della dieta mediterranea. In un contesto di crescente globalizzazione, dunque, il settore del pomodoro si trova ad affrontare una competizione distorta, causata da esportazioni, quelle del grande stato asiatico, di prodotti a basso costo che in molti casi non rispetterebbero gli standard di sicurezza alimentare, qualità e tracciabilità. Cosa fare, dunque? In Italia, vige una normativa molto stringente a tutela del pomodoro, ossia il decreto 23 settembre 2005, secondo il quale la denominazione di vendita “Passata di pomodoro” e’ riservata al prodotto ottenuto direttamente da pomodoro fresco, sano e maturo, mentre è vietato produrre passata, derivante da prodotto concentrato, come di fatto sarebbe quello cinese. Siamo di fronte a una differenziazione fondamentale che dovrebbe essere estesa anche a livello europea, e che rappresenterebbe uno step legislativo importante sia per la tutela dei consumatori e sia per proteggere le imprese italiane ed europee dalla concorrenza sleale della Cina. C’è poi un ulteriore allarme rosso: la produzione di pomodoro, storicamente e profondamente legata alla gestione dell’acqua, in questo 2024 si è rivelata negativa rispetto alle rese e questo ha provocato enormi difficoltà di vendita a prezzi adeguati per gli imprenditori del settore primario che in molti casi non sono riusciti a rientrare dei costi produttivi e gestionali. Alla luce di queste problematiche legate a squilibri di mercato e calamità naturali, dunque, Confeuro chiede alle istituzioni proposte, in primis al ministro delle Politiche Agricole Lollobrigida e al governo Meloni un aumento delle risorse pubbliche per gli agricoltori, maggiori investimenti infrastrutturali a sostegno della filiera del pomodoro di qualità, e una azione di sollecitazione alla UE al fine di intervenire con misure concrete per garantire la parità di condizioni tra i produttori e salvaguardare la competitività di un settore strategico per l’economia. Non possiamo permettere che il pomodoro italiano venga sacrificato sull’altare della globalizzazione”

Cosi, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli agricoltori Europei e del Mondo