Il Coordinatore Nazionale Stefano Bandecchi ha nominato Mariano Leoni Coordinatore Comunale di Alternativa Popolare per il Comune di Torricella in Sabina.
“Gli anni venti del nuovo millennio si sono presentati carichi di sfide ed incognite. Imprese e cittadini ne percepiscono il peso e la disillusione verso la politica chiamata a gestire e governare i fenomeni per evitare che essi si manifestino in maniera nefasta, è cristallina. L’immagine che offre l’analisi dei flussi elettorali delle ultime elezioni politiche, è nitida, l’astensionismo si attesta intorno al 37% e consegna alle cronache l’ultima tornata come la meno partecipata della storia Repubblicana. In questa Italia contemporanea vecchi e nuovi estremismi alimentati da populismo, sovranismo e antipolitica minacciano la stabilità socio-economica del Paese.
Accolgo con orgoglio e ed entusiasmo l’opportunità che il Coordinatore Stefano Bandecchi mi ha offerto, ricevere un incarico politico direttamente dal Coordinatore Nazionale è un onore che la politica non riserva a tutti, Bandecchi è andato anche oltre, attenzionando di persona la situazione socio-economica delle nostre aree in balìa, da troppo tempo ormai, dello spopolamento demografico e della desertificazione sociale.
Abbiamo tutto l’entusiasmo necessario per radicare e lanciare anche nel nostro territorio un partito dalla forte vocazione europeista, iscritto al Partito Popolare Europeo, centrista, ma con la capacità di arrivare alla radice dei problemi interpretando in maniera nuova e contemporanea lo spirito del tempo. L’idea di un progetto politico che sappia parlare a tutti e tutte, approcciandosi alla realtà nella maniera più concreta e post-ideologica oggi non è più un’idea, ma una realtà che andremo a consolidare.
La forza trainante del Coordinatore Nazionale Stefano Bandecchi che in questi duri anni ha sempre risposto presente alla chiamata della comunità e la prova di buona amministrazione che sta offrendo come Sindaco nella città di Terni è un esempio da seguire.
Partendo da Torricella in Sabina inizieremo a lavorare sui dossier più impellenti. Monitoreremo la gestione di Acqua Pubblica Sabina che tanti dispiaceri dispensa ai nostri cittadini, apriremo un focus sul progetto del raddoppio della Via Salaria, dobbiamo evitare nella maniera più assoluta che si ripeta l’orrore avvenuto con la realizzazione della rotatoria nei pressi di Borgo Santa Maria. La consolare Salaria è un’infrastruttura essenziale per buona parte del territorio, politica ed istituzioni hanno il dovere di lavorare bene affinché diventi finalmente un percorso all’altezza dei flussi di traffico giornalieri coinvolti. Sempre in tema di infrastrutture guardiamo con interesse all’analisi che Italferr sta portando avanti per conto di Rete Ferroviaria Italiana, dalla quale ha ricevuto l’incarico di sviluppare la progettazione di fattibilità della ferrovia. Saremo inoltre a disposizione di tutti gli amministratori dei piccoli Comuni al fine di cogliere al meglio le opportunità fornite dal PNRR senza lasciar cadere nel vuoto l’occasione fornita dal Presidio Territoriale Unitario, bisognerà infine tenere alta l’attenzione sulle zone interessate dalla ricostruzione post sisma.
Queste e molte altre sfide ci attendono.”
Giu 22
Alternativa popolare Mariano Leoni nominato Coordinatore popolare
Giu 22
Assotutela: Cristo Re, i bambini non sono “obiettivi”
Calcoli ragionieristici alla base della chiusura del reparto Maternità: mancati profitti
“Ospedale Cristo Re Il reparto di ostetricia e ginecologia, fiore all’occhiello della sanità cittadina è destinato a chiudere.
Motivo ufficiale, la contrazione delle nascite e quindi dei profitti per il gruppo privato Giomi, in controtendenza con le politiche a favore della natalità promosse dall’attuale governo”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che spiega: “La grande tradizione legata a quei 2.500 parti annui, portati avanti con tutti i crismi, con caratteristiche inimitabili di accoglienza, accudimento, cura, empatia è destinata a tramontare. Un vero choc per le donne, quelle in attesa e coloro che avevano prefigurato, in un domani non troppo lontano, la felice esperienza della maternità in quella sede, da sempre punto di riferimento per la capitale” attacca il presidente, che rivolge un pensiero a chi si sente di colpo privato di un bene prezioso: “Siamo vicini alle mamme, alle famiglie, ai 70 lavoratori che dovranno essere ricollocati, con grandi squilibri esistenziali. Una esortazione vogliamo rivolgerla alla Regione Lazio, che in primo luogo dovrà essere pronta ad assicurare i servizi, per non privare i cittadini della dovuta assistenza. Purtroppo, la deriva di una sanità in mano ai privati è sotto gli occhi di tutti e dobbiamo tener caro il Servizio pubblico, che ancora apre le porte a tutti, incondizionatamente”, chiosa il presidente.
Giu 21
Transumanza; tra passato e presente
Nonostante la tecnologia avanzi a grandi passi, sempre più si sente la necessità di un ritorno alle origini, restare attaccati alle tradizioni di un tempo per non permettere alle innovazioni, la sostituzione della nostra storia. La transumanza, una pratica attuata dagli allevatori che consiste nella migrazione del bestiame secondo determinate tempistiche e con specifiche modalità. Abbiamo intervistato il Signor Fabrizio Amati, per seguirlo in questa antica tradizione.
Fabrizio, di che cosa ti occupi e cos’è nello specifico la Transumanza?
“Vengo da una famiglia storica riguardo la transumanza, la famiglia Amati prima della guerra spostava mandrie di animali dai Monti Simbruini fino all’Agro Pontino nel periodo invernale. Oltre ad essere il nostro lavoro, la rievochiamo a livello anche storico, riportando il bestiame negli alpeggi abruzzesi; la vera transumanza che viene effettuata a piedi. Dietro c’è un lavoro che spesso non viene valorizzato abbastanza, ma dietro, noi che lo attuiamo elaboriamo delle ricerche minuziose esaltando le varie peculiarità. C’è la biodiversità, la riscoperta degli ambienti montani che oggi ci offrono una ricchezza non indifferente. Una grande volontà di far riscoprire i nostri territori che ci offrono dal punto di vista naturalistico, un paesaggio dal valore inestimabile, soprattutto se pensiamo a ciò che ci offrono i percorsi naturalistici e riscoprire la tranquillità, serenità e benessere, elementi che, a causa delle nostre vite frenetiche soprattutto nelle grandi città, stiamo perdendo. Cerchiamo quindi, di far riscoprire tutto ciò che di buono c’è nella natura; dal cibo sano all’aria pulita. Realtà che spesso i giovani non conoscono. Apprezzare e dare il giusto valore alle nostre acque naturali ad esempio. La transumanza viene fatta con orgoglio, siamo rimasti davvero in pochi a farla”.
Quando ha luogo la transumanza e in che modalità?
“Partiamo dagli Altipiani di Arcinazzo entro fine giugno. Viene fatta rigorosamente a piedi, come negli anni ‘50/’60 dagli operatori ed allevatori del settore, percorrendo il tratturo della Setacciara. Per dare solennità alla manifestazione storico/culturale, vengono messi dei campanacci che hanno una duplice valenza; dare allegria al tutto richiamando maggiormente l’attenzione delle persone, poi come richiamo per la mandria. Sicuramente tra il L’intento di tutta la famiglia Amati è quello di far avvicinare il turismo “lento”, che vuole apprezzare tutto ciò che il territorio ha da offrire; percorsi come il cammino di San Benedetto, ad esempio, per abbracciare anche l’aspetto religioso, per far riscoprire le montagne dei Monti Simbruini, il cibo genuino e il meraviglioso fiume Aniene”.
Che cosa volete trasmettere attraverso l’appuntamento che offrite?
“La solennità dell’appuntamento, avvicina curiosi e amanti delle tradizioni e per la famiglia Amati il ricordo è memoria che va custodito gelosamente e tramandato il più possibile perché la nostra storia e la nostra cultura, possano avere delle basi solide per i giovani del domani, e possano avvicinarsi il più possibile al naturale, al benessere psicofisico mantenendo ben alte le tradizioni. Dietro la nascita, l’evoluzione e l’elaborazione della transumanza, c’è tutto un mondo da far scoprire o riscoprire, conoscere ed eventualmente tramandare”.
Giu 21
Assotutela: Sui tagli alla sanità tutti i governi sono uguali
Sono 4 milioni i cittadini che rinunciano alle cure per le liste di attesa delle prestazioni
“Non si fanno le nozze con i fichi secchi per cui dobbiamo renderci conto che la sanità pubblica ha bisogno di maggiori finanziamenti e di nuove assunzioni, con il rinnovo dei contratti dei lavoratori oggi impegnati e la stabilizzazione dei precari”.
Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che spiega: “Questo è il motivo per cui dopo anni e anni continuiamo a parlare di sanità pubblica ma ogni anno perdiamo decine di migliaia di operatori che vanno a lavorare all’estero e le nostre corsie manifestano sempre di più carenze di personale. Non se la passa meglio la sanità privata, dove lavoratrici e lavoratori che hanno le stesse mansioni di quelli pubblici, sono soggetti a trattamenti economici diversi, con un notevole affievolimento dei diritti. Non deve esistere una sanità di serie A e una sanità di serie B, così come i cittadini hanno bisogno di una assistenza a tutto tondo, senza alcuna distinzione perché la vita è di tutti e tutti ne hanno diritto. Noi faremo di tutto e con ogn mezzo, perché siano azzerate differenze e aberrazioni, come i trattamenti a cui sono sottoposti i lavoratori privi di contratto a tempo indeterminato”, conclude il presidente.
Giu 20
Maritato (AT): “Roma Nord, i passi indietro di Cotral”
La peggiore linea del Lazio. Il cambio gestione ha peggiorato anziché progredire
“Ferrovia Roma Nord: ventidue treni in meno rispetto allo scorso anno.
Eccola la cura del ferro targata Astral e Cotral applicata alla Roma Viterbo. L’orario, entrato oggi in vigore, già presentato la scorsa settimana al comitato dei pendolari, è l’ennesimo colpo alla sconquassata linea che raggiunge il capoluogo della Tuscia passando per Civitacastellana”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, che precisa: “La linea viene insignita ogni anno, nei vari rapporti stilati dalle associazioni di pendolari, del poco invidiabile titolo di peggiore tratta d’Italia subito dopo l’ex Circumvesuviana. Un non invidiabile primato. Stupisce che ad un anno dal subentro ad Atac, la cura Astral-Cotral – precisa il presidente – i treni extraurbani siano rimasti 32 mentre quelli urbani sono diventati 132, ovvero 22 in meno rispetto a quelli che avrebbero dovuto essere in esercizio. Ci chiediamo dove sia quel lieve miglioramento annunciato da Cotral durante l’audizione in commissione trasporti della Regione Lazio del 6 giugno scorso, se all’atto pratico le corse treno anziché aumentare subiscono un taglio del 14 per cento” chiosa Maritato.
Giu 20
La sanità dei protocolli
Di Paolo Dominici
Chi può decidere quanto sia giusto vivere e chi può stabilire quale sia l’età giusta per salutare questa vita.
Non lo decidiamo certo noi e non dovrebbero deciderlo neanche coloro i quali della salute altrui se ne dovrebbero prendere cura.
Mia mamma, 91 anni, come tanti altri anziani è morta di protocolli medici, di protocolli farmaceutici, di protocolli chirurgici. Era serena, felice, in equilibrio, orientata. Dopo una vita a sacrificarsi viveva in una struttura residenziale privata dove era trattata come un patrimonio da salvaguardare, come una persona da amare e dalla quale ricevere amore.
Poi però “il protocollo”: portatrice di pacemaker secondo un operatore, quasi call center inumano di un noto ospedale della capitale andava cambiato poiché la batteria poteva esaurirsi.
Non un medico, non un cardiologo che con i famigliari si sia confrontato.
O cambia il dispositivo o non possiamo più assumere la responsabilità del controllo periodico. E sia, si è deciso ma il cambio ha comportato uno stress non indifferente per una creatura ormai fragile.
Day Surgery: arrivo in ospedale, svestizione, lettiga, camera operatoria freddissima, intervento, ritorno in stanza, due ore dopo dimissioni.
Neanche una carrozzella per riaccompagnarla in macchina. Trattamento inumano, non una persona, un “numero”, una “cosa”. Di li il calvario. Polmonite coperta, pronto soccorso eeh …tutto da protocollo: codice verde, esami diagnostici e visite.
La notte intera trascorsa in barella, in un angolo del Pronto Soccorso senza una coperta, senza ossigeno, senza conforto, senza umanità.
La mattina il trasferimento in una clinica convenzionata. Camera a pagamento per un trattamento top class…., dicevano. Solo protocolli e se non mangia si arrangia quindi “ci stia lei” ed io ci sono stato dalla mattina alla sera, ogni giorno dalla mattina alla sera. Antibiotici in vena, alimentazione in vena, diuretici, fisiologiche, farmaci cardiologici e poi…poi il protocollo: esami rx dopo 6gg, non prima. Quando è arrivato il momento del controllo mamma aveva un edema polmonare.
Quattro ore dopo il controllo è volata in cielo perché secondo qualcuno era anziana, secondo aveva fatto il suo tempo, secondo qualche medico era stanca e ha scelto di morire, secondo qualche operatore a 91 anni è giusto morire.
Secondo me se al di sopra dei protocolli e dei risparmi sul paziente e sulle prestazioni ci fosse il rapporto umano tra paziente e medico, la valutazione del caso individuale mia mamma sarebbe ancora qui a sorridere e a sorridermi. Voglio ricordare a tutti che l’Ospedale era una volta il luogo che accoglieva tutti e curava tutti dove tutti si sentivano al sicuro
Dal punto di vista della cura e dell’assistenza. Diversamente oggi, si accolgono i casi ben remunerati e mal si sopportano gli anziani bisognosi di cure, di farmaci, mal remunerati quindi “clienti” non graditi. Attenzione, anziani diventeremo più o meno tutti e se non facciamo qualcosa ora finiremo anche noi, inesorabilmente in uno di quei gironi danteschi e allora sarà troppo tardi per protestare, per ribellarsi, per cambiare le cose.