Cop16 alla Fao, Confeuro: “Poco interesse mediatico. Ma bene impegno biodiversità” “Pochi giorni fa nel quartier generale della FAO, a Roma, è andato in scena il cosiddetto “secondo tempo” della COP16, celebrata a Cali, tra …
Due anni senza Bruno Astorre. Ambrogiani(Pd Marino): “Il suo ricordo vive in noi” “Nella giornata di oggi ricorrono due anni dalla tragica scomparsa del senatore e segretario regionale del Pd Lazio, Bruno Astorre. Per questa …
Ambiente, Carmela Tiso (Accademia IC): “Negazionismo climatico è pericoloso” “Il negazionismo climatico è l’atteggiamento di negare o mettere in dubbio il cambiamento climatico, nonostante il consenso scientifico che lo riconosce come reale e causato principalmente …
Lazio, Confeuro incontra Assessore Agricoltura Righini “Un confronto molto costruttivo e proficuo sullo stato di salute dell’agricoltura nel Lazio e sulle prospettive di sviluppo del settore”. A sottolinearlo, in una nota stampa, è Andrea Tiso, …
Caso Bonucchi. Orlandi, Ascari e Maritato alla Camera. “Verità per Alex” Roma, 27 febbraio 2024. Si è tenuta ieri presso la Camera dei Deputati la conferenza stampa sul caso della morte di Alex Bonucchi, 25enne …
Nessuna indicazione sull’ingresso serale alla linea blu per Laurentina/Rebibbia. Utenti disorientati
“A molti cittadini romani, non a tutti, è noto da tempo che la linea A della metropolitana con percorso Anagnina/Battistini è in ristrutturazione e, per permettere di procedere alle opere di restyling, la sera dalla domenica al giovedì il servizio chiude alle 21 riservando agli utenti una navetta sostitutiva”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che aggiunge: “Ci sorprende però la carenza di informazioni relative all’altra linea, la B che comunque continua il servizio, con accessi diversi rispetto a quelli in comune con la linea arancione chiusi sbarrati. Molti cittadini ci hanno segnalato che, arrivando alla stazione metro dai binari dei treni, la sera dopo le 21 nei giorni indicati, hanno trovato i cancelli serrati. Nel totale disorientamento, hanno cercato invano il bus sostitutivo per Laurentina o Rebibbia, perché non c’è alcuna indicazione che spieghi che la linea B comunque è funzionante ed è possibile accedere alla stessa da altro ingresso su piazza dei Cinquecento, come si vede dal cartello. Una vera mancanza di rispetto per i viaggiatori, che ben presto si vedranno colpiti da un altro ingiustificato aumento delle tariffe del biglietto. Chiediamo che l’assessore Patanè prenda provvedimenti. Un cartello in più non ci sembra un grande sforzo, per una capitale che si pone, almeno in apparenza, grandi obiettivi di rinnovamento specie nel sistema dei trasporti”, chiosa il presidente.
Motivo della chiusura da parte della Asl Rm 3 l’inadeguatezza dei locali. Cosi chiudono i servizi
“Una decisione inopportuna, almeno in questo momento. Il 29 maggio scorso, la direzione Prevenzione della Asl Roma 3 ha sospeso l’attività del presidio vaccinale Gianicolense di via Federico Ozanam 126, che andava avanti da decenni, garantendo la profilassi per numerose affezioni”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato che spiega: “Un centro vaccinale che offre servizi in un territorio che registra il 75% dei residenti del Municipio XII chiuso, portando i servizi presso altre due strutture in zona decentrata rispetto a Monteverde, difficilmente raggiungibile con il trasporto pubblico. Ci rendiamo conto della necessità di mettere a norma il presidio – continua il presidente – ma ciò non giustifica la totale chiusura. Perché non procedere ai lavori settore per settore, lasciando in attività la struttura? Dopo oltre 40 anni ci si accorge che l’ambulatorio di proprietà Ater, l’istituto di case popolari della Regione Lazio, è inadeguato e si chiude senza chiedere alla stessaaziendaun possibile adeguamento. Si prende una decisione impopolare e improvvisa, senza studiare soluzioni alternative per non arrecare danno ai cittadini, che vedono venire meno un servizio utile, di non facile sostituzione. In un distretto sanitario privo di locali pubblici da destinare ai servizi sanitari e con il grande ospedale Forlanini chiuso da Zingaretti e mai più riaperto”, conclude Maritato.
Un recente annuncio comunica la nascita a Brescia di un reparto di emergenza non pubblico
“Siamo di fronte al pericolo di chiusura dei pronti soccorsi.
Avanti così non si va da nessuna parte. I disagi, nonostante i buoni proponimenti politici, continuano a essere sempre gli stessi e ne fanno le spese i cittadini”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato. “Vorremmo sapere cosa ha deciso il ministro sulla carenza atavica dei medici e come si ripromette di intervenire con urgenza – commenta – passata la pandemia sono passate anche le promesse. Dal Nord al Sud Italia i reparti di pronto soccorso sono tutti al collasso, indipendentemente dalla collocazione. Arriva il 70% di pazienti classificabili come codici bianchi, ovvero non gravi. Di chi è la colpa? Il problema sanitario non è solo quello di investimenti ma il modello di gestione e il rapporto tra i cittadini e i medici di base, per non parlare del rapporto delle istituzioni pubbliche con la sanità privata. Così – informa ancora il presidente – vediamo la sorpresa della nascita a Brescia di un pronto soccorso privato, con risposte rapide e qualificate. Oggi è riportato su molti siti. Di questo passo, finiremo così in tutta Italia? Il ministro deve dare delle risposte”, chiosa il presidente.
Un recente annuncio comunica la nascita a Brescia di un reparto di emergenza non pubblico
“Siamo di fronte al pericolo di chiusura dei pronti soccorsi.
Avanti così non si va da nessuna parte. I disagi, nonostante i buoni proponimenti politici, continuano a essere sempre gli stessi e ne fanno le spese i cittadini”. Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato. “Vorremmo sapere cosa ha deciso il ministro sulla carenza atavica dei medici e come si ripromette di intervenire con urgenza – commenta – passata la pandemia sono passate anche le promesse. Dal Nord al Sud Italia i reparti di pronto soccorso sono tutti al collasso, indipendentemente dalla collocazione. Arriva il 70% di pazienti classificabili come codici bianchi, ovvero non gravi. Di chi è la colpa? Il problema sanitario non è solo quello di investimenti ma il modello di gestione e il rapporto tra i cittadini e i medici di base, per non parlare del rapporto delle istituzioni pubbliche con la sanità privata. Così – informa ancora il presidente – vediamo la sorpresa della nascita a Brescia di un pronto soccorso privato, con risposte rapide e qualificate. Oggi è riportato su molti siti. Di questo passo, finiremo così in tutta Italia? Il ministro deve dare delle risposte”, chiosa il presidente.
L’impianto sportivo della A.S. Roma è previsto di fronte all’ospedale Pertini con gravi rischi
“Stadio della Roma: la nuova localizzazione in zona Pietralata trova un fronte di cittadini nettamente contrario perché stanno emergendo numerose criticità dell’opera che suggerirebbero un ripensamento”.
Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Emi Maritato, che continua: “Tra i punti critici, spicca l’ubicazione dell’impianto che sorgerebbe di fronte all’ospedale Pertini, generando non poche difficoltà, oltre che per l’impatto acustico, anche per il traffico che si creerebbe in occasione di ogni incontro e per le difficoltà legate al passaggio delle ambulanze, il cui transito non può certo correre rischi di intralcio. Tanto che si parla di realizzare una zona a traffico limitato intorno all’area dello stadio – continua il presidente – e di una lunga preferenziale che conduca al Pertini senza possibili intralci”. I rischi però sono sotto gli occhi di tutti e i cittadini li elencano: pronto soccorso irraggiungibile causa traffico; disagio ai malati per il rumore; danni derivanti dall’impatto acustico, specie in caso di festeggiamenti; la perdita del previsto parco di 14 ettari che ricade proprio sull’area interessata; il caos per la mancanza di parcheggi e le difficoltà per garantire l’ordine pubblico. “Inoltre, aggiunge il presidente – si tratta di un’area vincolata dal 1997 a verde pubblico, espropriata con fondi pubblici previsti dalla legge per Roma Capitale, la 396 del 1990 che in zona prevedeva la realizzazione del cosiddetto Sdo, un sistema di uffici, ministeri, servizi, tra cui il parco per i residenti, che ora viene sottratto con una incongrua destinazione”.
Non possiamo non parlare di teatro, soprattutto in vista dei prossimi appuntamenti immancabili durante il periodo estivo. Abbiamo deciso proprio per questa ragione di intervistare Giorgio Gori, classe 1987 nato a Napoli. Attore poliedrico, cabarettista, autore, comico e regista, ma soprattutto studente di tutti questi mestieri. Diplomato all’Accademia “Il Primo di Napoli”, ha frequentato il Laboratorio di “Zelig” e “Made in sud” a Napoli. Vincitore di diversi premi comici e rassegne di teatro umoristico, negli anni impara a conoscere il varietà e l’Avanspettacolo, portando in scena diversi spettacoli in cui omaggia i grandi del varietà italiano, fino a studiare uno spettacolo sul mitico Walter Chiari. Giorgio che progetti hai attualmente, ma soprattutto, siamo curiosi di conoscere gli appuntamenti estivi con gli spettatori. “I miei progetti attuali mi trovano a collaborare con il Teatro Ivelise di Roma e in special modo con la maestra di Burlesque e varietà Lola Lustrini, con la quale esiste un sodalizio artistico da anni e poi continuare a portare in giro lo spettacolo su Walter Chiari. Cosa mi aspetta quest’estate? Caldo! I miei progetti estivi saranno quelli di non sudare e resistere. A livello artistico invece porterò sempre il mio amico del cuore Walter in giro per i teatri all’aperto o per chi vorrà sposare il mio progetto, poi se ci sta qualcuno che vuole sposare proprio me allora lascio tutto!”. Che collaborazioni ti piacerebbe avere in un prossimo futuro; tra sogni e realizzazioni concrete? “La stagione futura mi vedrà molto impegnato, ho due regie molto interessanti ed ho un progetto su Checov con il maestro Antonio Ferrante. Saremo in scena, con debutto a Napoli, per poi abbracciare più regioni possibili. In scena con me, lo stesso Ferrante che cura la regia, ed una bella e brava attrice Paola Neri. Poi, sempre un grande spettacolo per celebrare l’immenso Walter Chiari, per il centenario della sua nascita, ho in mente diversi progetti, ed infine sono scritturato in diverse compagnie di teatro per portare in scena commedie umoristiche sia di tradizione e sia americane. Insomma non mi fermo un attimo e sono felice così”. Giorgio, come fai a mantenere a bada la tua umiltà, nonostante la tua grandezza d’animo, all’impegno e alla bravura che in ogni tua rappresentazione teatrale, ci sorprende sempre più? “Sono umile perché non sono nessuno, fossi stato bravissimo, me la sarei tirata, no scherzo. L’umiltà è alla base, a parte che è l’educazione che mi porta a fare “bene”. Non è nel mio caso, ma anche chi sa fare tutto a 360°, on debba mai abbassare la guardia e la voglia di imparare. Il grande Eduardo De Filippo affermava che: “gli esami non finiscono mai”, specialmente chi fa il mio stesso mestiere dovrebbe sempre migliorarsi, confrontarsi con i più bravi e studiare e studiare ancora. Faccio teatro da ben 24 anni e mi sono accorti, di “non saper fare teatro”. L’umiltà è fondamentale; guai se un giorno dicessi “sono bravo, sono arrivato e non ho più nulla da imparare”, probabilmente sarebbe la mia fine” Cosa ti aspetti dal futuro lavorativo? “Mi aspetto la felicità, mi aspetto di ritrovare me stesso e dedicarmi alla formazione e allo studio, per questo ho scelto di collaborare con chi il teatro lo vive e lo mangia, poiché non mi accontento dell’antipasto! Ho dedicato molto tempo della mia vita artistica a produzioni, organizzazioni, far felice la compagnia e vivere con la costante paura di non riuscirci. Ora è venuto il momento di dedicarsi a Giorgio Gori, sia come uomo e sia come attore. Ho 36 anni ed è finito il periodo dei giochi, è meglio mettersi a studiare”.
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