ANGELA LA GATTA: «VOGLIO ESSERE D’AIUTO PER RESTITUIRE ALLE DONNE LA SERENITÀ DI GUARDARSI ALLO SPECCHIO»

Angela La Gatta è una giovane estetista che offre un trattamento di trucco permanente alle donne oncologiche, un’iniziativa che porta avanti con grande sensibilità e forza, atta a tirare fuori la bellezza insita in ciascuna donna, ridando loro vita, gioia e speranza in un periodo così difficile.

Buongiorno Angela. Come mai ha voluto offrire questa opportunità alle pazienti oncologiche? Da quando ha iniziato?
“Io mi occupo di dermopigmentazione da un anno e mezzo. Ho lavorato in un’azienda che si occupava di altro, poi ho deciso di fare della mia passione il mio lavoro. Mi occupo delle sopracciglia per le persone che hanno lottato contro il cancro e che continuano a lottare, perché ci sono sia conseguenze a livello psicologico sia conseguenze a livello emotivo che non aiutano nel recupero della quotidianità. Voglio essere d’aiuto per restituire alle donne la serenità di guardarsi allo specchio.”

Cosa significa per lei aiutare queste donne?
“Significa aiutarle ad affrontare una nuova vita con le difficoltà e le sfide quotidiane e dare un piccolo aiuto di sostegno psicologico, nelle mie disponibilità, mettendo a disposizione la mia professione.
Tutto questo non aiuta solo il paziente colpito dalla malattia ma anche i familiari perché, nel cammino verso la riappropriazione della normalità dopo aver lottato contro il cancro, ci sono difficoltà che investono anche i familiari. Dunque, aiuto a recuperare l’aspetto della vita sociale, lottando contro le inevitabili conseguenze fisiche e psicologiche.”

Cosa prova mentre le guida in questo cammino?
“Mi sento sollevata. Io stessa ho vissuto da familiare più di una situazione come questa e ho provato un senso di vuoto. Quindi mi sento sollevata nel poter aiutare, anche solo con un piccolo gesto, le persone che hanno vissuto il trauma del cancro.”

Quanto è importante essere accompagnate in questa fase delicata della malattia?
“È un aspetto fondamentale avere delle persone che diano forza. Quando arriva la notizia della diagnosi, un senso di ansia, paura e disorientamento colpisce sia il malato sia i familiari, dai quali deve nascere, poi, una forza maggiore affinché il malato di cancro possa avere a sua volta la forza di affrontare tutte le cure oncologiche e i cambiamenti fisici, senza sentirsi solo.”

Quali sono gli effetti di questo trattamento sulla pelle?
“Si tratta di un trattamento estetico che consiste nell’inserimento di pigmenti biodegrabili nello strato superficiale del derma. Questi pigmenti sono destinati a scomparire nel tempo, per questo motivo si chiama anche semi- permanente. Ha una durata variabile che varia a seconda dell’età e della tipologia della pelle. Non ha nessuna controindicazione. Prima di iniziare il trattamento, la persona deve essere dichiarata guarita da un certificato oncologico oppure può fare il trattamento prima di iniziare le terapie e, dunque, prima della perdita delle sopracciglia ad esempio.”

Quanto conta l’aspetto estetico?
“È molto importante e penso che un malato oncologico abbia dei cambiamenti fisici anche durante le cure che hanno un impatto molto forte e, a volte, è come se si sentisse privato della propria dignità. Guardarsi allo specchio e non vedersi più come prima è anche un dolore. È come se non si riconoscesse.”

Come viene vista oggi questo branca dell’estetica?
“In generale è molto valida come professione anche perché è possibile, grazie alla dermopigmentazione, non solo aiutare un malato oncologico o rendere il proprio viso più armonioso ma viene usata anche in caso di cicatrici, di ustioni, di smagliature, di calvizie – in quest’ultimo caso si parla di tricopigmentazione. Esiste anche la dermopigmentazione paramedicale che in Italia, per legge, è di competenza sanitaria e consiste nella ricostruzione dell’intera aureola mammaria dotata di una certa tridimensionalità.”

I sogni son desideri, spesso si avverano: basta crederci

di Barbara Fabbroni

Raccontare il mondo di NoiDue è come accedere all’interno della lampada di Aladino dove la magia costruisce un itinerario virtuoso tirando fuori, come per magia, la realtà da un sogno. Due ragazzi giovanissimi, siciliani, con la loro dose di dolori e fatiche in tasca ma con l’ambizione di emergere e costruirsi un viatico nutritivo e soddisfacente nel difficile mondo del cinema. Così, come si dà vita a un’opera d’arte in una tela bianca, anche loro, con la passione che scorre nelle loro vene, hanno abbracciato un progetto che sta piano piano dipanandosi come una tela raffinata e avvolgente. Il cinema, si sa, è oltre che arte pura magia. Così due mondi si fondono e confondono creando quella sinfonia che presto farà vibrare di emozione gli animi di chi guarderà “Dimmelo” e potrà volgere lo sguardo non solo al sogno ma anche al possibile. Maria Paola e Anthony si raccontano e ci raccontano questo loro progetto co-condiviso con me che scrivo. Dapprima avevo pensato di firmare questo articolo con il mio pseudonimo ma poi mi sono resa conto che non avrei mai potuto farlo ed ecco qui, tutto fatto in casa così da NoiDue sian passati a NoiTre. 

Un nuovo progetto in cantiere, vi va di parlarne?

Certamente e con immenso piacere. Da qualche settimana abbiamo annunciato che stiamo lavorando al nostro nuovo cortometraggio dal titolo “Dimmelo”, ispirato all’ultimo romanzo di Barbara Fabbroni “L’amore all’improvviso”, edito da Armando Curcio Editore. Siamo felici di essere i primi a poter interpretare Benjamin e Sveva, due personaggi a cui siamo molto affezionati. 

Come nasce e perché nasce la vostra collaborazione con Barbara Fabbroni?

Avevamo pubblicato nelle nostre IG Stories delle domande e dei quiz che anticipavano l’uscita del nostro cortometraggio comico “Buona pasqua???”. Il primo utente a rispondere fu proprio Barbara, che incuriosita, probabilmente dal trailer, attendeva entusiasta Tonia, Liberio e lo zio Pasquale. Curiosando su Instagram conobbe “NoiDue”, che con grande gioia pensammo di realizzare un cortometraggio ispirato a uno dei suoi romanzi, spinti da una matta voglia di fare e da una passione sfrenata per l’arte e l’amore. 

Perché avete scelto di collaborare con Barbara Fabbroni?

Ci colpì subito la sua arte, priva di alcuna etichetta e la sua umiltà. NoiDue in quanto coppia nella vita pensammo subito a una possibile collaborazione con Barbara perché uniti da un fortissimo e intramontabile sentimento, un vero e proprio miracolo della vita, incantevole in ogni sua forma qual è l’amore.

Perché avete scelto il romanzo “L’amore all’improvviso”?

Avevamo inizialmente mostrato interesse per il romanzo “Love in the City” quando da lì a poco la stessa Barbara ci propose di lavorare sulla sua ultima opera di cui ci innamorammo perdutamente già dalla lettura delle prime pagine. “L’amore all’improvviso” arrivò proprio all’improvviso. Era fuori dai nostri pensieri perché più lungo di oltre cento pagine rispetto al romanzo citato in precedenza. Avevamo in mente di realizzare un cortometraggio di circa 20 minuti e quindi la sfida sarebbe stata più ardua ma fummo felici di stravolgere i nostri piani e di metterci alla prova. È un romanzo fantastico, caratterizzato da personaggi molto particolari le cui personalità vengono messe in risalto da accurate e minuziose descrizioni, a tal punto che puoi quasi vederli.

Quale sarà il punto focale della sceneggiatura che avete tratto dal libro?

Abbiamo mantenuto diversi dettagli presenti nel romanzo che i lettori di Barbara riconosceranno già dall’inizio del cortometraggio. Il punto focale della sceneggiatura sarà un amore improvviso, immerso in usuali atmosfere thriller e passionali.

Siete un duo e fate tutto da soli, perché questa scelta?

Per chi non lo sapesse, abbiamo scelto il nome NoiDue non soltanto per rappresentare l’unione artistica e sentimentale della nostra coppia, ma anche perché facciamo tutto da soli, dall’idea alla realizzazione. Dover ricoprire un’infinità di ruoli, per di più da autodidatti, non è per niente facile. Siamo i registi, gli attori, i produttori, i cameramen, i grafici di ogni nostra produzione.  Ci occupiamo, inoltre, della scenografia, del montaggio, dei costumi e di ogni singolo dettaglio. In realtà non si è trattato di una scelta vera e propria, ma di una necessità, dal momento che siamo un duo emergente e non possiamo permetterci una produzione. Da qui deriva la determinazione di dimostrare a noi stessi e agli altri che, per amore del nostro sogno, siamo disposti a sdoppiarci, triplicarci, quadruplicarci, pur di sopperire all’assenza di una troupecinematografica. Ciò, peraltro – e questo è un aspetto positivo – ci consente di esprimere appieno la nostra passione, non limitandola alla mera interpretazione dei personaggi. Ovviamente auspichiamo di poter disporre, un giorno, di una produzione, ma possiamo dire  con certezza che essa avrà sempre la testa ed il cuore dei NoiDue.

Quanta fatica c’è in sfide come queste?

Ogni nostro progetto è paragonabile a una vera e propria sfida. NoiDue è amore e passione ma anche fatica, tanta fatica. Lo stress fisico e mentale ci accompagna quotidianamente, ma questo fa parte del gioco. Allo stesso tempo non possiamo nascondere che i momenti divertenti sono davvero moltissimi. La felicità che proviamo nell’immaginare il prodotto finito non vede ostacoli. Avrete modo di capire come lo realizzeremo poiché pubblicheremo anche il backstage. 

Una volta realizzato il corto lo presenterete a qualche festival?

È sicuramente tra i nostri programmi. Non vediamo l’ora di presentarlo al pubblico che da quando abbiamo iniziato, ci ha donato sostegno, entusiasmo e tantissima gioia, alimentando sempre di più la nostra voglia di fare.

Avete già individuato dove presentarlo?

Non ancora, ma faremo a breve un’accurata selezione. Abbiamo inoltre pensato di presentarlo nelle scuole, soprattutto per invogliare i giovani come “NoiDue” a credere nelle proprie passioni.

Come è la collaborazione con Barbara Fabbroni? Vi trovate bene? C’è stato qualche punto di visione diverso?

Collaborare con Barbara è come sentirsi a casa. È una persona come poche, sempre gentile, trasparente e puntuale. Cercavamo da tempo un’anima come la sua e dopo pochi messaggi fu “Amore all’improvviso”. A sostegno della trasparenza diciamo che anche i punti di visione diversi e le incomprensioni hanno preso parte alla collaborazione ed è proprio grazie a quest’ultimi che abbiamo approfondito la nostra conoscenza, trasformandola in una vera e propria amicizia. 

Quando inizierete le riprese? 

Abbiamo effettuato le prime riprese nel mese di settembre, ma per esigenze tecniche ritorneremo sul set a novembre.

Nel cast oltre a voi due vi saranno altri compagni di viaggio?

A parte qualche comparsa, per scelta, saremo gli unici attori presenti nel film, mentre Barbara ci accompagnerà a distanza prestando la sua voce fuori campo.

Volete aggiungere altro?

Interpretare Benjamin e Sveva si sta rivelando più interessante ed affascinante di quanto credessimo. La storia che avvolge le vite dei due protagonisti è come un’ombra che incombe su di loro, rendendo il tutto estremamente intrigante. 

SCONTRI SAPIENZA, TODDE (GN ROMA) E SALVATI (AZIONE UNIVERSITARIA ROMA):”PAGLIACCIATA ROSSA”

In occasione di un convegno organizzato da Azione Universitaria, a cui hanno partecipato Daniele Capezzone e Fabio Roscani, i collettivi rossi hanno dato vita a una contro manifestazione di protesta, che ha generato scontri con gli uomini e le donne delle forze dell’ordine.

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Il 28 ottobre, Pasolini nel centenario dalla nascita: “La fine del diverso” di Michel Emi Maritato

PRESSO LA SALA DELLE COLONNE DI LANUVIO PRESENTAZIONE DEL LIBRO LA FINE DEL DIVERSO DI MICHEL EMI MARITATO SU PIER PAOLO PASOLINI

Un libro per raccontare con coraggio e passione la storia e le vicende di Pier Paolo Pasolini, come nessuno ha mai osato fare. Nell’ambito del centenario della nascita di uno dei più grandi intellettuali italiani del Novecento, venerdì 28 ottobre 2022, a partire dalle ore 18, presso la Sala delle Colonne della Biblioteca Comunale nel Palazzo Sforza Cesarini, in via Sforza Cesarini, 37 a Lanuvio, si terrà la presentazione de La fine del diverso, Herald Editore, ultima fatica letteraria del giovane e apprezzato scrittore romano, Michel Emi Maritato.
A distanza di tanti anni, dunque, la vita e soprattutto la morte di Pasolini scuotono ancora l’anima di chi, attento ricercatore, colto e stimolato a raccogliere le giuste fonti non si accontenta di accogliere una conclusione come quella che è stata data. Così Emi Michel Maritato, uomo di cultura, presidente di Assotutela, intellettuale, drammaturgo, criminologo, giornalista, ha costruito la sua ipotesi giornalistica in merito alla vicenda Pasolini. Maritato ha affrontato, sviscerato, studiato ogni più piccolo aspetto di questa morte violenta e impensabile tanto da promuovere spunti di riflessioni sostanziali e da accendere l’attenzione della Commissione parlamentare antimafia, presieduta da Nicola Morra.
Martina Nasini, dell’Associazione Culturale La Terzina, presenterà l’evento, introducendo i saluti istituzionali del Sindaco dott. Andrea Volpi e del Presidente del Consiglio dott. Alessandro De Santis.
Alla presentazione, prenderanno parte autorevoli personaggi ed esimi esponenti del mondo istituzionale, culturale, giuridico e intellettuale: Secondina Marafini, docente di greco, latino e materie letterarie, Aldo Onorati, amico e studioso di Pasolini, Mario Alberti, presidente dell’Associazione culturale “La terzina”. L’evento è patrocinato dalla Regione Lazio e dal comune di Lanuvio.
Il ricavato del libro, fa sapere Michel Emi Maritato, sarà devoluto in beneficenza, per finanziare: «ad esempio, azioni buone come quella del recupero e il reinserimento sociale dei detenuti. Inoltre chi comprerà il libro sosterrà l’attività di realtà importanti del nostro territorio come l’ospedale Bambin Gesù, la casa famiglia di Rocca di Botte Acero rosso e la fondazione Santobono di Napoli».
Il Presidente del Consiglio dott. Alessandro De Santis, a proposito della presentazione di questo venerdì, dichiara: «È un onore e un piacere poter ospitare la presentazione di un libro importante – come quello del dottor. Maritato – in una delle sale più prestigiose del nostro comune, che presenta anche l’allestimento archeologico del museo di Lanuvio. È importante celebrare il centenario dalla nascita di Pasolini, portando avanti il lavoro fatto con le tante iniziative volte ad approfondire la sua figura.
Come ritiene anche il mio amico scrittore Aurelio Picca, l’opera di Pasolini è spinta da una violenza che si risolve nella tragica morte, in una spinta perenne verso un porto glorioso ma violento incarnato dalla morte stessa.
Pasolini è stato lo scrittore più complesso e profetico, assieme a D’Annunzio, nel panorama italiano. Una personalità molto docile, come ricorda la poetessa Amelia Rossella, una persona silenziosissima».

Fondazione Enasarco, il messaggio del Presidente Mei al nuovo governo targato Meloni

Il presidente della Fondazione EnasarcoAlfonsino Mei, visto l’insediamento del nuovo governo a guida Giorgia Meloni ha voluto rilasciare un messaggio d’auguri tramite un comunicato stampa: 

“A nome della Fondazione Enasarco, Ente che da più di sessant’anni è impegnato nella previdenza e nell’assistenza di agenti di commercio e consulenti finanziari, voglio augurare al nuovo Governo ed in particolare al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, prima donna a ricoprire questa carica, un buon lavoro. Sono certo che la nuova compagine governativa saprà dare risposte pronte e concrete al Paese in un momento di grande criticità”. 

Scarpe d’autore, firmate Marco Zanetti, create con tessuti riciclati. Questo il fashion trend del momento in cui la società Alva Global Consulting di Alexia Pacella lancia assieme all’artista il recycled e il rispetto dell’ambiente

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di Lorena FantauzziLa società Al.Va global Consulting di Alexia Pacella sta lavorando gomito a gomito con Marco Zanetti, un artigiano d’élite di Parabiago del mondo del calzaturificio e degli accessori per far partire un nuovo trend del riciclo dei tessuti attraverso  creazioni fatte con materiali in disuso, un sodalizio vincente e anche di salvaguardia dell’ambiente.

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Tu sei un vero il proprio artigiano io direi un Self made Men in Ital a livello di calzaturificio

Assolutamente sì

La tua è una scarpa d’autore? E perché la definiresti tale?

L’artigianato pure perché nasce da una cultura calzolaio dal 1942 quando iniziò mio padre ed io sin da piccolo al suo fianco ho imparato tutti i segreti del mestiere. Dall’inizio alla fine, cioè creare un prodotto manuale che parte dalla costruzione, dal taglio della pelle dalla cucitura. Quindi sostanzialmente come dipingere un quadro. E’ una cosa che sostanzialmente non esiste più ritengo che sia il futuro sotto certi aspetti perché chi ha questo patrimonio non deve lasciarlo scappare, chiaramente è di nicchia, perché non è come una volta che l’artigiano vendeva le scarpe a due lire. Però l’artigiano quello vero è giusto che si faccia pagare. Per cui il nostro progetto è quello. Anche perché c’è tanto lavoro dietro.

Quali sono le componenti per definirla una vera Artigian class?

L’artista, il modellista che compone questo che io chiamo oggetto del desiderio che può essere una scarpa come una borsa o un abito deve essere in grado al 100% di realizzarlo manualmente, dall’inizio alla fine. ed il valore aggiunto è proprio questo. Perché molti artigiani di oggi o imprenditori non sono in grado, ovvero costruire una scarpa. La devono prendere in mano in 20 persone per poterla realizzare. Mentre il sottoscritto la costruisce personalmente, proprio io con le mie mani. Non ho bisogno di aiuti.

Qual’è l’aneddoto che hai ricevuto da parte di un uomo o di una donna, una richiesta particolare?

Mi chiedono cose che non ha nessuno. Per esempio per una donna, una decolletè arancione tacco 100. Io devo creare questo oggetto con quei dettagli che in commercio non si trovano che potrebbero essere un disegno, un foro , le iniziali. Invece l’uomo richiede un materiale, un colore più classico, tanti per esempio mi danno il tessuto dell’abito del nonno di persone a loro care e di farne poi una creazione.

Laddove la tua esperienza ritiene che la richiesta sia un po’  kitsch come ti comporti?

Io do un consiglio perché non deve cadere né scadere il mio prodotto. Deve essere sempre di qualità e non deve essere ridicolo. Per cui se una persona mi richiede una cosa che non si adatta al mio stile io non faccio proprio. Quindi chiederò alla persona di ovviare e di optare per un altro stile e per il 100% dei casi mi danno sempre retta, seguono il mio stile.

Con quali materiali costruisci i tuoi gioielli da passeggio, se così possiamo definirli?

Guarda dai materiali più pregiati a quelli più umili. Non a caso quelli riciclati, ossia tessuti, un jeans vecchio, un qualsiasi cosa che faccia parte della storia della persona e della sua famiglia. E che posso apporre sulla borsa sull’abito o sulla scarpa che vado a creare.

Cosa ti differenzia dalla massa, relativa al mercato odierno? 

La personalizzazione, è questo il valore aggiunto, riterrei che l’appeal e il trucco sta proprio in questo sul modo di essere della persona che vuole rappresentarsi attraverso una scarpa, una borsa e laddove posso do dei consigli anche su come abbinare le mie creazioni con gli abiti che andranno ad indossare. Lo stile non sta nel fatto di vestire Prada, Gucci o maison importanti ma sta anche nel saperlo indossare, nel saperlo calzare e in questo c’è tanto del mio apporto e del mio lavoro. Il mio occhio guarda oltre e di questo ne sono fiero. Ma non lo dico per presunzione ma perché so quello che faccio e come lo faccio!

Devo anche istruire su come indossare un mio prodotto, degli altri sinceramente non me ne frega nulla. Io se posso permettermi mi definirei un coach  dell’ abbigliamento. Perché se tu indossi un mio prodotto e poi non lo sai vestire, non lo sai portare e lo abbini in maniera sbagliata cadi nel ridicolo, e io non voglio che i miei gioielli vengano indossati in maniera sbagliata. L’arte è anche in questo punto, anzi soprattutto in questo!

La società Al.Va global Consulting di Alexia Pacella sta lavorando con te per far partire questo nuovo trend del riciclo dei tessuti attraverso le tue creazioni fatte con materiali in disuso , un sodalizio vincente e anche di salvaguardia dell’ambiente. Ci puoi dire la tua a riguardo?

Rispetto a questo io ti dico che è il futuro. Recycled o il riciclato, ma il nasce nel 2020, nell’anno del covid per capirci. Io ho il mio concetto di riciclato, noi esseri umani in questo momento abbiamo bisogno di riciclarci per il momento storico un po’ duro, un po’ tosto che stiamo vivendo e quindi è il caso di rimetterci in gioco di rinnovarci non essere quindi etichettati alla massa e di differenziarci dall’impostazione che ci vogliono dare. 

Quindi il matrimonio di marketing, trend e l’innovazione del riciclo con Al.va global Consulting   di Alexia Pacella è sicuramente di grande supporto alla nostra idea che ci porterà a fare cose innovative e di sicuro successo.

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Nella foto l’imprenditrice Alexia Pacella di Al.Va global Consulting

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Nella foto il modellista Marco Zanetti