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Puntuale come il panettone di Natale, ogni autunno davanti ai pronto soccorso della nostra regione arriva il blocco barelle, una situazione incresciosa a cui la giunta di Nicola Zingaretti non riesce a mettere fine”.
Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Maritato che incalza: “Quello che più stupisce è la risposta che l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato ha fornito ai microfoni della popolare trasmissione ‘Striscia la notizia’ di alcuni giorni fa, definendo la situazione inaccettabile e proponendo immediata soluzione. A questo punto ci chiediamo, e chiediamo, come mai lo stesso titolare della Sanità regionale non si pronunci su un bando di concorso per l’assunzione di personale specializzato per l’Ares 118 che è privo di tutti i requisiti specifici oppure perché, nonostante la palese dimostrazione che nel Lazio i posti letto negli ospedali pubblici sono insufficienti, nessuno provveda ad una deroga, per consentire ai pazienti in attesa nelle sale di emergenza di trovare immediata risposta alle esigenze di salute”. Il presidente Maritato insiste sulla situazione denunciata nel servizio televisivo: “Ci chiediamo incessantemente perché negli ospedali mancano le barellesenza le quali non è possibile trasferire il paziente dal mezzo di trasporto al luogo di cura bloccando, di conseguenza le ambulanze, che così non possono prontamente essere a disposizione per andare a soccorrere le persone. Un gioco al massacro sulla pelle dei cittadini a cui non bastano più mirabolanti annunci su presunti miracoli della sanità regionale: la realtà cruda non è uno spot, è un fallimento sotto gli occhi di tutti”, chiosa Maritato.
“Piano pulizia delle strade: l’era Gualtieri incontra i primi ostacoli. In alcuni municipi di Roma è stato annunciato con grande enfasi tale piano, fornendo addirittura uncronoprogramma con inizio immediato”.
Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Maritato, che spiega: “Peccato che in realtà il piano pulizia strade nei municipi si praticasse anche in passato. Con tanto di annunci dei rispettivi assessori all’ambiente e il relativo cronoprogramma. Quello che ci chiediamo – continua il presidente – è se si tratti di iniziativa diversa dalla tradizionale pulizia delle strade o se, con grande astuzia comunicativa, non si tratti di una mistificazione della realtà, trasformando quella che era una consuetudine in una notizia rinverdita, da dare in pasto a una opinione pubblica ignara, a cui si vuole carpire il consenso. Non vorremmo – insiste Maritato – che si propagandasse l’etichetta del piano Gualtieri per fare colpo sui cittadini, dimostrando che lepromesse del sindaco vengono mantenute immediatamente. Solo così si spiegherebbe la convocazione in Campidoglio della riunione sui rifiuti con i soli presidenti municipali di centrosinistra e l’esclusione di Nicola Franco, mosca bianca di centrodestra eletto nel VI Municipio delle “Torri”. “Ci auguriamo che le cose cambino realmente e non solo grazie ad annunci a effetto. Ma, considerato l’esordio, riteniamo che assisteremo ancora una volta a zone lustrate a lucido e altre neglette, ovvero quartieri di serie A e quelli di serie B, in area Ztl i primi e gli altri nelle estreme periferie, magari del VI municipio”, chiosa Maritato.
Si giocherà allo Stadio Olimpico di Roma il 6 Novembre, quando alle ore 14 i nostri azzurri scenderanno in campo contro i leggendari All Blacks.
Sarà un evento unico ed imperdibile, per la quarta volta la Nuova Zelanda giocherà a Roma (2012,2016,2018 le precedenti) e sulla panchina azzurra debutterà il neo tecnico (neozelandese tra l’altro) Kieran Crowley.
Sarà una partita speciale per Carlo Canna, a disposizione e pronto per dare il suo contributo nella partita contro gli All Blacks, mentre Nocera,Fusco e Licata,tutti rappresentanti delle Fiamme Oro rugby divisione sportiva della Polizia di Stato, sono stati convocati e saranno a disposizione per le gare successive.
Le Fiamme Oro stanno disputando il massimo campionato nazionale di Rugby Peroni Top10 ma il loro obiettivo è duplice: avvicinare i ragazzi sia allo sport che alle istituzioni, come confermato dalle parole del direttore sportivo Claudio Gaudiello.
“Le Fiamme Oro sono Rugby ma non solo. Rappresentiamo tutte quelle discipline che ci hanno portato ventuno medaglie olimpiche.
Crediamo molto nei giovani ed il nostro obiettivo è quello di avvicinare i ragazzini allo sport e alla Polizia di Stato.
Al nostro interno abbiamo un centro sportivo organizzata e moderno che permette di coltivare la passione per lo sport e avvicinari i giovani alle istituzioni.” Abbiano più di 300 ragazzi con i settori giovanili dalla under 5 alla under 19.
Ex giocatore del Rugby Sannio , della Rugby Roma Olimpic e infine delle Fiamme Oro , ha fatto parte di tutte le nazionali juniores dalla under 15 sino alla U.21 dove ha disputato due six nation , collezionato anche una partita con la nazionale A, da sempre nel mondo del Rugby, Claudio Gaudiello ha ricoperto per sei anni il ruolo di Team Manager dell’Italia, curando le categorie Under 17 ed Under 18 .
Attualmente ricopre la carica di membro della commissione per il progetto di rilancio del rugby al sud Italia per la federazione italiana rugby in concomitanza al ruolo di direttore sportivo delle Fiamme Oro.
“Domenica sarà una festa per tutti, ospitiamo gli All Blacks e sarà un’emozione per tutti. La squadra più titolata al mondo sarà di scena contro gli azzurri allo stadio olimpico alle ore 14. Novembre sarà un mese intenso e ricco di impegni, gli azzurri saranno pronti.”
Ha concluso il direttore Claudio Gaudiello, soffermandosi anche sui prossimi impegni della nazionale che dopo gli All Blacks sfiderà l’Argentina a Treviso e l’Uruguay a Parma.
La European Foundation for Democracy ha tenuto nel pomeriggio di oggi a Roma presso la Sala Conferenze dello Spazio Europa la presentazione del report “Donne e Jihad. Percorsi di radicalizzazione, proselitismo e reclutamento”.
L’incontro è stato aperto dalla Dr.ssa Roberta Bonazzi, Presidente dell’European Foundation for Democracy e moderato dal Dr. Francesco Farinelli, Direttore del Programma presso la Fondazione Europea per la Democrazia e membro del Radicalization Awareness Network (RAN) Expert Pool della Commissione europea. Le attività dell’European Foundation for Democracy si concentrano sulla lotta alla radicalizzazione, la sicurezza e la promozione dei valori europei della democrazia e delle libertà individuali.
Gli autori della ricerca sono Patrizia Manduchi Professore Associato, Università degli Studi di Cagliari, Nicola Melis Professore Associato, Università degli Studi di Cagliari, Enrico Colarossi Senior Analyst, European Foundation for Democracy, Francesco Bergoglio Errico Researcher, European Foundation for Democracy, Anna Maria Cossiga,Senior Analyst, European Foundation for Democracy,Anna Zizola Ricercatrice indipendente, analista politica e Policy Officer presso la Commissione europea.
All’incontro hanno partecipato come esperti del settore, Caterina Chinnici Membro del Parlamento europeo, Michele Brunelli Ricercatore universitario, Università degli Studi di BergamoAugusto Zaccariello Comandante del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, Cristina Caparesi Psicologa, membro del pool di esperti RAN.
Lo studio offre un’analisi storica e psico-antropologica dei percorsi di radicalizzazione delle donne all’interno dell’universo Jihadista tanto in termini storici quanto psico-antropologici.
Per la realizzazione della pubblicazione ci si è avvalsi di un’ampia lettura sul tema, compresa quella giuridica, arricchita da casi studio e da interviste.
La Presidente di European Foundation for Democracy, Dr.ssa Roberta Bonazzi, ha rivolto un ringraziamento particolare ai professionisti del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia penitenziaria che si occupano di terrorismo internazionale e di radicalizzazione violenta di natura confessionale e al loro Dirigente, Augusto Zaccariello, per la disponibilità offerta neldiscutere della tematica per quanto concerne la situazione nelle carceri Italiane. La loro disponibilità, competenza e professionalità è stata fondamentale e preziosa per la realizzazione dello studio ha aggiunto il dr. Dr. Francesco Farinelli.
Il Comandante Zaccariello, esperto della materia, nel corso del suo intervento ha posto in evidenza che per tenere lontana la minaccia della radicalizzazione violenta e di tutte le sue possibili conseguenze, atti terroristici compresi, il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria ha emanato diverse disposizioni in materia di prevenzione e contrasto alla radicalizzazione violenta e al proselitismo, dedicando particolare attenzione, per assolvere al mandato istituzionale della rieducazione e del recupero del detenuto, anche alle misure di disimpegno, inteso come programma di disindottrinamento che mira a ricondurre a un islam non estremista, che rifiuta l’azione violenta, senza pretendere la rinuncia ad un’ideologia radicale, oltre nei casi possibili anche ai programmi di deradicalizzazione che conducano all’abbandono dell’ideologia e della prassi terroristica in favore di una visione moderata, democratica e pluralista o comunque meno conflittuale. Oltre a ciò tra le diverse iniziative formative dirette ad ampliare la conoscenza tra gli operatori penitenziari, prima fra tutti la Polizia Penitenziaria che sta svolgendo un lavoro eccezionale in vari campi e anche in relazione alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della radicalizzazione violenta in ambito penitenziario, ha ricordato il progetto europeo Transfer Radicalisation Approaches in Training -TRAinTRAINING-, di cui il Ministero della Giustizia, con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia minorile e di comunità, è stato capofila. Il progetto avviato per il DAP con la collaborazione del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia penitenziaria ha contribuito a rafforzare le capacità di comprendere e riconoscere i segnali che possono indicare un rischio di radicalizzazione violenta, attraverso l’apporto sinergico delle qualificate segnalazioni provenienti dal penitenziario. In questi giorni il Copasir si è interessato della minaccia approvando la “Relazione al Parlamento su una più efficacia azione di contrasto al fenomeno della radicalizzazione Jihadista”. Per le carceri, secondo i dati del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, alla data del 15 ottobre scorso, i detenuti sottoposti a monitoraggio erano 313, suddivisi in base alla pericolosità su tre livelli: 142 di livello alto, 89 medio e 82 di livello basso.
“Il rafforzamento del nostro Sistema sanitario regionale dipende, in primo luogo, dai suoi professionisti, che nella emergenza pandemica hanno lavorato in prima linea senza mai risparmiarsi. L’annunciata proroga dei contratti di 5mila dipendenti reclutati nel periodo più oscuro del Covid 19, è soltanto un bicchiere mezzo vuoto che riteniamo si debba al più presto riempire con un impegno della Regione Lazio che vada ben al di là del 31 dicembre 2021”.Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Maritato che insiste: “Obiettivo non sindacabile, è quello di arrivare a una stabilizzazione definitiva di operatori che hanno dato un contributo fondamentale e irrinunciabile. La proroga concessa dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato è soltanto un atto dovuto, che non giustifica alcuna esultanza. Ora è necessario che anche il governo Draghi faccia la sua parte – ribadisce Maritato – dobbiamo trasformare quei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato. Si tratta di professionisti di ottimo livello, formati grazie a una straordinaria esperienza sul campo, che hanno gestito al meglio una fase delicatissima, con il Lazio Regione modello nella gestione del piano vaccinale. Stabilizzare questi operatori sanitari significa investire nel servizio sanitario regionale come non si fa più da tempo: la pandemia e i suoi nefasti risvolti necessitano di tecnologie, risorse e figure professionali specializzate che tali risorse possano condurre ai massimi livelli. Non disperdiamo tale prezioso patrimonio”, chiosa il presidente.
Ho seguito con particolare interesse le live trasmesse direttamente da Glasgow, dove, in questi giorni, è andata in scena la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2021,denominata COP26.
Leader mondiali di tutto il mondo hanno espresso la loro opinione sul tema, divenuto ormai importante, del clima chance.
A parte il discorso con idee lungimiranti del nostro premier Mario Draghi, il resto dei politici ha espresso una diarrea di parole e una stitichezza di idee.
Cosa serve? Serve un’educazione alla terra. Passeggiare nei boschi invece che tagliare alberi, camminare o andare in bicicletta piuttosto che costruire auto elettriche, non abusare dei combustibili fossili. Serve educazione alla natura in primis. Le idee lungimiranti del nostro premier possono essere trasformate in realtà nel momento in cui il sistema finanziario e le nuove tecnologie saranno a disposizioni di tutti i paesi del mondo.
Tra qualche decennio, forse, se si inizia ora a superare le barriere culturali, sociali, economiche di tutto il mondo.
La pandemia covid avrebbe dovuto far capire queste cose, ma ancora oggi, il dio denaro prevale su tutto. Peccato.
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