Zio Command: la simpatia ternana che sta impazzendo sul web!

Lo avrete visto sicuramente tutti, scorrendo una qualsiasi chat Whats app troverete un video di un ragazzo estroverso dalla capigliatura particolare e dal dialetto ternando che in trenta secondi attirerà la vostra attenzione: battute piccanti e comicità spiccata, queste le caratteristiche di Samuel Comandini, in arte Zio Command.
Non è la solita frase di circostanza, abbiamo avuto il piacere di incontrare Samuel e ed è proprio cosi: semplice, genuino, che esprime le proprie idee con battute che entrano prepotentemente nell’attenzione dell’interlocutore.
Ma chi è Zio Command? Che lavoro fa? Lo abbiamo scoperto insieme intervistandolo. Samuel ci ha raccontato la sua vita con la semplicità che lo contraddistingue.

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Ciao Samuel, da quando Samuel Comandini è diventato per tutti Zio Command?
“Il soprannome nasce all’incirca a marzo 2018. Come facilmente intuibile Command nasce dal mio cognome. Quando eravamo adolescenti spesso i miei amici mi chiamavano così e quindi è un nickname che da tanti anni ormai mi appartiene. Il termine Zio nasce perché da buon ternano è un appellativo che spesso si usa per chiamare gli amici, una sorta di saluto amichevole che mi contraddistingue.”

Lo dicono un po’ tutti una volta diventati popolari, ma quello che colpisce di te è quanto effettivamente tu sia semplice e identico a ciò che vediamo sui social, pensi che questa semplicità possa rappresentare il tuo vero punto di forza?
“Io sono lo stesso ragazzo di 2,3, 4 anni fa. Sono un operario che lavora nell’acciaieria di Terni e si diverte nel fare video. Quello che vedete oggi nel mio profilo Instagram c’era anche quando avevo 100 followers. Chi mi conosce da tanti anni sa come sono e per me non c’è piacere più grande di incontrare qualcuno che mi chiede una foto o mi fa un video in diretta. I fan sono il mio nutrimento, sono loro che condividono i miei contenuti e li rendono virali, la mia popolarità improvvisa nasce da loro e sarebbe stupido ed irrispettoso non riconoscere questo.”

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La tua, da come ci appare, sembra quasi una critica costruttiva verso il mondo in cui viviamo: economia, politica, sport, cosa c’è dietro le tue battute?
“Io valuto tutte le situazioni, anche quelle tragiche o assurde e provo a farci dell’ironia. A volte riconosco di trattare temi anche scomodi ma io sono così, dico semplicemente quello che penso e pubblico quello che direi ad un mio amico al bar di Terni. Non penso a chi guarderà i miei video, penso soltanto a rimanere me stesso senza alcun segreto. Le battute che sentite non sono mai preparate, prendo il telefono e registro quando sono ispirato (ride ndr).
Tu l’hai definita critica costruttiva ma non sono pienamente d’accordo; non credo che la critica, almeno qui a Terni, possa considerarsi costruttiva, la critica rimane tale. Sta all’intelligenza delle persone capire i miei messaggi. Io accetto tutto, non obbligo nessuno a seguirmi ed apprezzarmi, se perdo dieci followers dormo lo stesso e sono sereno. Io sono Ternano, critico i miei concittadini proprio per la mentalità: si tende molto a criticare a priori. Se un ragazzo è ambizioso ed apre un negozio viene criticato, se uno studia anche…credo si debba guardare più in casa propria e meno in quella degli altri…Farsi gli affari propri è uno dei miei motti, fa ridere ma credo fortemente debba essere una priorità quella di non criticare nessuno e pensare alla propria vita.”

Ti ispiri a qualcuno in particolare? A me ogni tanto ricordi Paolo Bonolis, trovo molte somiglianze nella vostra comicità.
“Io seguo da molti anni un genere che in Italia non si è mai affermato ovvero la Stand up Comedy. Nel nostro Paese quando si parla di comicità si fa riferimento ad Enrico Brignano o a Pintus, in realtà credo che loro siano più degli “show-man”. Stiamo parlando di un lavoro in cui si ha l’obiettivo di intrattenere il pubblico che alle dieci di sera è seduto sul divano e ti guarda, è un lavoro diverso.
In Italia questo genere non è mai stato apprezzato: Lenny Bruce fu arrestato in America proprio a causa della sua comicità, spesso troppo critica. Oggi però in America i comici satirici presentano i Premi Nobel, i comici satirici italiani invece vivono in un continuo oscurantismo, perché il nostro Paese valorizza questo genere.
Il mio comico preferito in assoluto è Giorgio Montanini, ma apprezzo molto anche Filippo Giardina.”

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I tuoi familiari come hanno vissuto questa tua improvvisa popolarità?
“La mia fidanzata mi sopporta da tredici anni (ride ndr), mi conosce, sa come sono e i modi di fare che ho. Spesso con le ci mettiamo a ridere e ci domandiamo come sia stato possibile questo successo così, dal giorno alla notte. Mia madre mi ha sempre sostenuto, in ogni scelta, spesso non condivide i miei discorsi ma questo è il compito di tutte le madri in fondo…” Samuel non dire parolacce, non attaccare tutti” io però sono fatto così, lei lo sa e mi vuole bene per questo. Io nella vita normale dico parolacce e sono istintivo, non potrei mai cambiare me stesso, non ci riuscirei ed inoltre sarebbe sbagliato soltanto pensare di doverlo fare.”

Ti sei scagliato contro i no vax, a volte fai battute che suscitano molte critiche nei tuoi confronti, come gestisci tutto questo?
“Dico semplicemente quello che penso. Ti dico la verità, a me le critiche piacciono e vorrei averne di più. Non mi interessa fare buon viso a cattivo gioco: se ho un pensiero lo dico e sono pronto a ribadirlo sempre, non penso al pubblico che mi guarda ma alle mie idee. Ormai è tutto strumentalizzato, ci sta il politicamente corretto per cui alcune cose non vanno dette, io non sono cosi e non ho alcuna intenzione di cambiare.
Critico i no vax per il semplice fatto che le persone hanno studiato, si sono laureate e se dicono che il vaccino va fatto lo faccio. Io non mi permetto di parlare di un argomento se non ho la competenza per farlo, sono diventati tutti “tuttologi”, bisognerebbe iniziare a lavorare su noi stessi prima di parlare a sproposito.”

Conoscendoti sorge spontanea una domanda: tu, nella politica ci credi?
“Non voto da circa 10 anni e non ho intenzione di farlo. Non vedo competenza: indipendentemente dalle ideologie politiche non ci sono le persone di una volta. Sentire un discorso di Almirante o Pertini era un piacere, loro erano preparati, intelligenti e politici veri, tutto questo oggi non ci sta. Sono tutti burattini che pensano a farsi favori tra di loro senza effettivamente interessarsi del bene collettivo. Se domani dovessero puntarmi una pistola alla fronte e dovessi andare a votare l’unico per cui farei un’eccezione è Silvio Berlusconi. Si può dire di tutto su di lui, ma gli riconosco di aver aiutato l’economia italiana e di aver dato un posto di lavoro a molti cittadini, se fossi costretto allor si, voterei lui.”

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Sei fidanzato da molto, Manuela come reagisce alle tue battute?
“Mi conosce meglio di chiunque altro. Il nostro rapporto è questo e non potrei stare con una persona diversa da lei. Io sono trasparente e pulito, ci apprezziamo a vicenda per questo.”

Ti è mai capitato di incontrare un tuo fan fuori da Terni?
“Si, la prima volta mi è capitato a Bologna e mi ha fatto caso, ma ripeto io devo tutto alle persone che mi seguono e mi apprezzano, prendo da loro la mia forza.”

Quali sono le tue grandi passioni?
“La musica e la moto. Passo ore ed ore a suonare il pianoforte e appena ho un attimo di tempo libero faccio un giro con la mia Harley Davidson, che ho reso a mia immagine e somiglianza.”

Gillet personalizzato, moto personalizzata, ormai hai un tuo personaggio: codino e pizzetto, come nasce questo look?
“Sono una persona molto egocentrica e mi piace avere delle caratteristiche che mi contraddistinguono. I capelli sono nati da quando ho smesso di fumare, mi ero promesso di non tagliarli più e cosi è stato.”

Hai molti amici?
“Partiamo dal fatto che il mio miglior amico è Samuel. Vado molto d’accordo con me stesso, e spesso sento il bisogno di isolarmi e confidarmi con il mio io interiore. Sono nato e cresciuto con degli amici che reputo importanti anche oggi, comunque si, credo nell’amicizia.”

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Con i social tutti vogliono emergere nel 2021, tu ci stai riuscendo, ti senti di dare un consiglio a cgi vorrebbe intraprendere il tuo percorso?
“Come ho detto io ci sono riuscito senza cercarlo; il segreto è essere sé stessi. Sai cantare? Canta. Sai ballare? Balla. Non fingere di essere ciò che non sei, alla fine la verità verrebbe sempre a galla.”

Sfrutto la tua onestà per farti una domanda scomoda, vorresti lavorare con il personaggio che hai costruito?
“Grazie per la domanda (ride ndr). Non ho problemi nel dirti che sarei uno stupido se non ci provassi. Mi dedico ai social perché mi piace. Credo che ogni impiego di tempo debba essere retribuito, io mi sto creando un lavoro che attualmente faccio gratis, ci guadagnano tutti, io perché non dovrei approfittarne se ne uscisse la possibilità?”

Si, fidatevi…Samuel è veramente così. Simpatico e autoironico. In bocca al lupo Zio Command, mi raccomando, continua a farci divertire!!!

a cura di Dario De Fenu

Barelle bloccate, una vergogna senza fine

Puntuale come il panettone di Natale, ogni autunno davanti ai pronto soccorso della nostra regione arriva il blocco barelle, una situazione incresciosa a cui la giunta di Nicola Zingaretti non riesce a mettere fine”. 

Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Maritato che incalza: “Quello che più stupisce è la risposta che l’assessore alla Sanità Alessio D’Amato ha fornito ai microfoni della popolare trasmissione ‘Striscia la notizia’ di alcuni giorni fa, definendo la situazione inaccettabile e proponendo immediata soluzione. A questo punto ci chiediamo, e chiediamo, come mai lo stesso titolare della Sanità regionale non si pronunci su un bando di concorso per l’assunzione di personale specializzato per l’Ares 118 che è privo di tutti i requisiti specifici oppure perché, nonostante la palese dimostrazione che nel Lazio i posti letto negli ospedali pubblici sono insufficienti, nessuno provveda ad una deroga, per consentire ai pazienti in attesa nelle sale di emergenza di trovare immediata risposta alle esigenze di salute”. Il presidente Maritato insiste sulla situazione denunciata nel servizio televisivo: “Ci chiediamo incessantemente perché negli ospedali mancano le barellesenza le quali non è possibile trasferire il paziente dal mezzo di trasporto al luogo di cura bloccando, di conseguenza le ambulanze, che così non possono prontamente essere a disposizione per andare a soccorrere le persone. Un gioco al massacro sulla pelle dei cittadini a cui non bastano più mirabolanti annunci su presunti miracoli della sanità regionale: la realtà cruda non è uno spot, è un fallimento sotto gli occhi di tutti”, chiosa Maritato.

Pulizia strade: il piano Gualtieri è un gioco di prestigio

“Piano pulizia delle strade: l’era Gualtieri incontra i primi ostacoli. In alcuni municipi di Roma è stato annunciato con grande enfasi tale piano, fornendo addirittura uncronoprogramma con inizio  immediato”. 

Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Maritato, che spiega: “Peccato che in realtà il piano pulizia strade nei municipi si praticasse anche in passato. Con tanto di annunci dei rispettivi assessori all’ambiente e il relativo cronoprogramma. Quello che ci chiediamo – continua il presidente – è se si tratti di iniziativa diversa dalla tradizionale pulizia delle strade o se, con grande astuzia comunicativa, non si tratti di una mistificazione della realtà, trasformando quella che era una consuetudine in una notizia rinverdita, da dare in pasto a una opinione pubblica ignara, a cui si vuole carpire il consenso. Non vorremmo – insiste Maritato – che si propagandasse l’etichetta del piano Gualtieri per fare colpo sui cittadini, dimostrando che lepromesse del sindaco vengono mantenute immediatamente. Solo così si spiegherebbe la convocazione in Campidoglio della riunione sui rifiuti con i soli presidenti municipali di centrosinistra e l’esclusione di Nicola Franco, mosca bianca di centrodestra eletto nel VI Municipio delle “Torri”. “Ci auguriamo che le cose cambino realmente e non solo grazie ad annunci a effetto. Ma, considerato l’esordio, riteniamo che assisteremo ancora una volta a zone lustrate a lucido e altre neglette, ovvero quartieri di serie A e quelli di serie B, in area Ztl i primi e gli altri nelle estreme periferie, magari del VI municipio”, chiosa Maritato.  

​​​​​​​                                Roma, 5 novembre 2021

Rugby: a Roma arrivano gli All Blacks!

Si giocherà allo Stadio Olimpico di Roma il 6 Novembre, quando alle ore 14 i nostri azzurri scenderanno in campo  contro i leggendari All Blacks.

Sarà un evento unico ed imperdibile, per la quarta volta la Nuova Zelanda giocherà a Roma (2012,2016,2018 le precedenti) e sulla panchina azzurra debutterà il neo tecnico (neozelandese tra l’altro) Kieran Crowley.

Sarà una partita speciale per Carlo Canna, a disposizione e pronto per dare il suo contributo nella partita contro gli All Blacks, mentre Nocera,Fusco e Licata,tutti rappresentanti delle Fiamme Oro rugby divisione sportiva della Polizia di Stato, sono stati convocati e saranno a disposizione per le gare successive.

Le Fiamme Oro stanno disputando il massimo campionato nazionale di Rugby Peroni Top10 ma il loro obiettivo è duplice: avvicinare i ragazzi sia allo sport che alle istituzioni, come confermato dalle parole del direttore sportivo Claudio Gaudiello.

“Le Fiamme Oro sono Rugby ma non solo. Rappresentiamo tutte quelle discipline che ci hanno portato ventuno medaglie olimpiche.

Crediamo molto nei giovani ed il nostro obiettivo è quello di avvicinare i ragazzini allo sport e alla Polizia di Stato.

Al nostro interno abbiamo un centro sportivo organizzata e moderno che permette di coltivare la passione per lo sport e avvicinari i giovani alle istituzioni.” Abbiano più di 300 ragazzi con i settori giovanili dalla under 5 alla under 19.

Ex giocatore del Rugby Sannio , della Rugby Roma Olimpic e infine delle Fiamme Oro , ha fatto parte di tutte le nazionali juniores dalla under 15 sino alla U.21 dove ha disputato due six nation , collezionato anche una partita con la nazionale A,  da sempre nel mondo del Rugby, Claudio Gaudiello ha ricoperto per sei anni il ruolo di Team Manager  dell’Italia, curando le categorie Under 17 ed Under 18 .

Attualmente ricopre la carica di membro della commissione per il progetto di rilancio del rugby al sud Italia per la federazione italiana rugby in concomitanza al ruolo di direttore sportivo delle Fiamme Oro.

“Domenica sarà una festa per tutti, ospitiamo gli All Blacks e sarà un’emozione per tutti. La squadra più titolata al mondo sarà di scena contro gli azzurri allo stadio olimpico alle ore 14. Novembre sarà un mese intenso e ricco di impegni, gli azzurri saranno pronti.”

Ha concluso il direttore Claudio Gaudiello, soffermandosi anche sui prossimi impegni della nazionale che dopo gli All Blacks sfiderà l’Argentina a Treviso e l’Uruguay a Parma.

Dario De Fenu

Donne e Jihad. Percorsi di radicalizzazione, proselitismo e reclutamento”. ​​​​

La European Foundation for Democracy ha tenuto nel pomeriggio di oggi a Roma presso la Sala Conferenze dello Spazio Europa la presentazione del report “Donne e Jihad. Percorsi di radicalizzazione, proselitismo e reclutamento”.

L’incontro è stato aperto dalla Dr.ssa Roberta Bonazzi, Presidente dell’European Foundation for Democracy e moderato dal Dr. Francesco Farinelli, Direttore del Programma presso la Fondazione Europea per la Democrazia e membro del Radicalization Awareness Network (RAN) Expert Pool della Commissione europea. Le attività dell’European Foundation for Democracy si concentrano sulla lotta alla radicalizzazione, la sicurezza e la promozione dei valori europei della democrazia e delle libertà individuali.

Gli autori della ricerca sono Patrizia Manduchi Professore Associato, Università degli Studi di Cagliari, Nicola Melis Professore Associato, Università degli Studi di Cagliari, Enrico Colarossi Senior Analyst, European Foundation for Democracy, Francesco Bergoglio Errico Researcher, European Foundation for Democracy, Anna Maria Cossiga,Senior Analyst, European Foundation for Democracy,Anna Zizola Ricercatrice indipendente, analista politica e Policy Officer presso la Commissione europea. 

All’incontro hanno partecipato come esperti del settore, Caterina Chinnici Membro del Parlamento europeo, Michele Brunelli Ricercatore universitario, Università degli Studi di BergamoAugusto Zaccariello Comandante del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, Cristina Caparesi Psicologa, membro del pool di esperti RAN.

Lo studio offre un’analisi storica e psico-antropologica dei percorsi di radicalizzazione delle donne all’interno dell’universo Jihadista tanto in termini storici quanto psico-antropologici. 

Per la realizzazione della pubblicazione ci si è avvalsi di un’ampia lettura sul tema, compresa quella giuridica, arricchita da casi studio e da interviste. 

La Presidente di European Foundation for Democracy, Dr.ssa Roberta Bonazzi, ha rivolto un ringraziamento particolare ai professionisti del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia penitenziaria che si occupano di terrorismo internazionale e di radicalizzazione violenta di natura confessionale e al loro Dirigente, Augusto Zaccariello, per la disponibilità offerta neldiscutere della tematica per quanto concerne la situazione nelle carceri Italiane. La loro disponibilità, competenza e professionalità è stata fondamentale e preziosa per la realizzazione dello studio ha aggiunto il dr. Dr. Francesco Farinelli. 

Il Comandante Zaccariello, esperto della materia, nel corso del suo intervento ha posto in evidenza che per tenere lontana la minaccia della radicalizzazione violenta e di tutte le sue possibili conseguenze, atti terroristici compresi, il Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria ha emanato diverse disposizioni in materia di prevenzione e contrasto alla radicalizzazione violenta e al proselitismo, dedicando particolare attenzione, per assolvere al mandato istituzionale della rieducazione e del recupero del detenuto, anche alle misure di disimpegno, inteso come programma di disindottrinamento che mira a ricondurre a un islam non estremista, che rifiuta l’azione violenta, senza pretendere la rinuncia ad un’ideologia radicale, oltre nei casi possibili anche ai programmi di deradicalizzazione che conducano all’abbandono dell’ideologia e della prassi terroristica in favore di una visione moderata, democratica e pluralista o comunque meno conflittuale. Oltre a ciò tra le diverse iniziative formative dirette ad ampliare la conoscenza tra gli operatori penitenziari, prima fra tutti la Polizia Penitenziaria che sta svolgendo un lavoro eccezionale in vari campi e anche in relazione alla prevenzione e al contrasto del fenomeno della radicalizzazione violenta in ambito penitenziario, ha ricordato il progetto europeo Transfer Radicalisation Approaches in Training -TRAinTRAINING-, di cui il Ministero della Giustizia, con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e della Giustizia minorile e di comunità, è stato capofila. Il progetto avviato per il DAP con la collaborazione del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia penitenziaria ha contribuito a rafforzare le capacità di comprendere e riconoscere i segnali che possono indicare un rischio di radicalizzazione violenta, attraverso l’apporto sinergico delle qualificate segnalazioni provenienti dal penitenziario. In questi giorni il Copasir si è interessato della minaccia approvando la “Relazione al Parlamento su una più efficacia azione di contrasto al fenomeno della radicalizzazione Jihadista”. Per le carceri, secondo i dati del Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria, alla data del 15 ottobre scorso, i detenuti sottoposti a monitoraggio erano 313, suddivisi in base alla pericolosità su tre livelli: 142 di livello alto, 89 medio e 82 di livello basso.

Precari in sanità: stop ai ‘pannicelli’ caldi

“Il rafforzamento del nostro Sistema sanitario regionale dipende, in primo luogo, dai suoi professionisti, che nella emergenza pandemica hanno lavorato in prima linea senza mai risparmiarsi. L’annunciata proroga dei contratti di 5mila dipendenti reclutati nel periodo più oscuro del Covid 19, è soltanto un bicchiere mezzo vuoto che riteniamo si debba al più presto riempire con un impegno della Regione Lazio che vada ben al di là del 31 dicembre 2021”.Lo dichiara il presidente di AssoTutela Michel Maritato che insiste: “Obiettivo non sindacabile, è quello di arrivare a una stabilizzazione definitiva di operatori che hanno dato un contributo fondamentale e irrinunciabile. La proroga concessa dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio Alessio D’Amato è soltanto un atto dovuto, che non giustifica alcuna esultanza. Ora è necessario che anche il governo Draghi faccia la sua parte – ribadisce Maritato – dobbiamo trasformare quei contratti da tempo determinato a tempo indeterminato. Si tratta di professionisti di ottimo livello, formati grazie a una straordinaria esperienza sul campo, che hanno gestito al meglio una fase delicatissima, con il Lazio Regione modello nella gestione del piano vaccinale. Stabilizzare questi operatori sanitari significa investire nel servizio sanitario regionale come non si fa più da tempo: la pandemia e i suoi nefasti risvolti necessitano di tecnologie, risorse e figure professionali specializzate che tali risorse possano condurre ai massimi livelli. Non disperdiamo tale prezioso patrimonio”, chiosa il presidente.