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“Vogliamo tornare su un tema a noi caro, che abbiamo già affrontato in passato ma che presenta ancora gravi criticità: la gestione di villa Pamphilj. Per la sindaca che si dichiara amica dei parchi, del verde, risolutrice dei problemi dei cittadini, tenere in modo dignitoso questa meraviglia romana sembra un ostacolo insormontabile”.
Lo dichiara il candidato della Lega in Campidoglio Michel Maritato, in tandem con Simonetta Matone, che precisa: “In uno degli ingressi di questo giardino delle meraviglie, precisamente quello di via della Nocetta 30, si trova una delle quattro strutture che ospitano i bagni della villa, la più grande di Roma con una estensione di 184 ettari. Considerando le condizioni in cui si trova il manufatto – attacca ancora Maritato – non osiamo pensare a come se la passino i due edifici adibiti a servizi igienici di via Aurelia Antica e di San Pancrazio. Alla Nocetta i bagni pubblici sono chiusi dal 2016 e restano a tutt’oggi inaccessibili, nonostante in aprile siano stati stanziati 65mila euro per la loro sistemazione. Siamo alle solite, il M5s sa parlare di trasparenza soltanto quando questa non riguarda i suoi militanti e nel caso della sindaca, nessuno ha mosso un dito per denunciare tale ingiustificabile ritardo”. Della questione si sono occupati più volte i comitati di cittadini residenti. A tal proposito, il candidato insiste: “Raggi, che ha fatto dell’onestà e trasparenza il cavallo di battaglia della sua campagna elettorale, deve chiarire subito”.
Qualcuno ha affermato che la bellezza e l’ironiasalveranno il mondo e noi, ne siamo pienamente convinti.
La bellezza con le sue infinite sfumature ci ha donato personaggi come Giorgio Gori, attoreche ha saputo unire intelligenza ed estro ad un’innata sensibilità grazie anche allo studio e alla professionalità non improvvisata ma, costantemente ricercata; requisiti fondamentali e mai non scontati, che assieme alla comicità, lo hanno consacrato nel mondo dello spettacolo.
Giorgio Gori, com’è nata la sua passione?
“Ciao a tutti lettori, io ho la passione per il teatro e tutto ciò che gira intorno ad esso, e sono talmente innamorato che la passione non è nata, già c’era. E’ nata prima la passione per il teatro che Giorgio. Se vogliamo dare uno spazio temporale, già da bambino mi piaceva recitare le poesie di Natale, roba che bloccavo il cenone per una esibizione. Doveva essere tutto perfetto, forse la cosa non perfetta era proprio la mia recitazione. Io sono molto timido e mai avrei pensato di fare questo mestiere però un po’ mio zio, un po’ i miei genitori e soprattutto un caro amico di famiglia che purtroppo non c’è più mi convinsero che era la mia strada. Il 14 luglio 1999 faccio il primo spettacolo pagato con una pizza e poi mi iscrivo a settembre dello stesso anno all’Accademia di arte drammatica al Teatro il Primo di Napoli. Successivamente un po’ di gavetta teatrale fino ad arrivare ai laboratori di comicità e cabaret, vincendo qualche premio nelle varie rassegne. Ma basta parlare di me, parliamo della mia passione. Ho capito che il teatro era nelle mie vene perché mi sentivo bene, mi sentivo qualcuno. A volte si recita per evadere dalla realtà, è così è stato a me, e lo è tutt’ora. Io, durante le interviste, racconto sempre che sono talmente timido che non chiedo neanche l’acqua al bar ma sul palco so capace di uscire nudo e dire di tutto (e l’ho fatto!!!). Ho capito che era più di una passione perché studiavo ovunque. Avevo 12 anni e studiavo il teatro greco, il teatro povero, il teatro contemporaneo. Volumi e volumi di libri e mi interessavano. Mi divertivo con il mimo, la regia, le luci. Ho sempre odiato la dizione, sì quella sì, anche perché con l’r moscia che ho immaginate le ramanzine che avevo! Povera r mia, però con quella ho creato un personaggio ed ho interpretato anche un personaggio del Cyrano di Bergerac, uno dei miei testi preferiti. Ed oggi, dopo 22 anni ho la passione ancora più forte e non vedo l’ora sempre di aprire il sipario.”
Come pensa che si sia evoluta la commedia teatrale, da Scarpetta a oggi?
“Scarpetta, parliamo del padre della nuova commedia contemporanea, un ritorno ai personaggi intesi come maschere, prendendo leggermente spunto dalla Commedia Dell’Arte. Ha avuto l’intuito di creare il dialetto teatrale moderno e portare alcune pochade in lingua napoletana. La scarpettiana è stata la base della comicità italiana teatrale del Novecento, ad oggi in Italia non abbiamo più quei personaggi, un po’ per il corso della storia e un po’ dall’influenza inglese e americana, specialmente con Neil Simon. La commedia teatrale oggi è “borghesita” passando dalle prime commedie di Eduardo ad oggi. Abbiamo storie non del popolo ma del borghese per cui tutti i cliché della borghesia moderna. Se però analizziamo i tempi comici, il ritmo e le situazioni comiche andiamo sempre a ripescare scene viste o riprese da Scarpetta o dalla pochade. L’evoluzione è l’abbandono del personaggio, vedi Felice Sciosciammocca, per entrare in un contesto di teatro contemporaneo e moderno. Il cinema nel 900 ha subito il fascino del neorealismo, la commedia post dopoguerra subisce il fascino borghese della comicità.”
In un tempo dove è più difficile portare la gente a teatro, lei pensa che i nuovi media come Youtube, Netflix, etc. siano di aiuto per il settore o siano invece un pericoloso concorrente?
“Sicuramente non farò mai gli stessi spettatori della Casa di Carta, questo è poco ma è sicuro, anche perché non ho il fascino del Professore. I media devono essere un aiuto, qualora diventano un ostacolo vengono gestiti male. Basti pensare la televisione che preferisce Carlo Conti a un testo teatrale oppure per vedere Emma Dante devo andare su Rai5 ad orari improponibili. Già la televisione parte male figuriamoci le nuove piattaforme. Addirittura il teatro in streaming, una roba da rabbrividire per chi come me ama il calore di un applauso oppure la stretta di mano del pubblico o per i famosi firmare un autografo. Io al massimo firmo la ricevuta del parcheggio del teatro! I nuovi media sono comodi per pubblicizzare uno spettacolo, oppure dei brevi trailer, oppure per incitare a venire a teatro ma non devono essere strumento di sostituzione della sala teatrale. E’ chiaramente un pericoloso concorrente anche se il peggior concorrente è l’ignoranza e la mancanza di informazione, perché se io amo il teatro e sono una persona che ama l’arte, metto pausa a Netflix, scendo e vado a vedermi lo spettacolo!”
Quando si parla di attori per la commedia teatrale, si pensa in genere agli uomini. E’ più difficile per una donna abbracciare un genere come il suo?
“Bellissima domanda ed è anche difficile rispondere, perché è un tema delicato, considerando il fatto che durante il periodo del teatro greco o “romano addirittura gli uomini si travestivano da donna perché a loro non era permesso recitare. Non mi dilungo sul teatro in generale però soffermandomi sulla commedia, le prime attrici femminili le troviamo nella Commedia dell’Arte, però se ci facciamo caso sono sempre personaggi relativi al concetto di donna nel teatro, ovvero o cameriere o amanti o mogli, la stessa Colombina è una servetta, fino ad arrivare alla Locandiera, dove Mirandolina viene rappresentata come una donna furba e dotata di “armi pericolose”. Oggi, anche se abbiamo dei ruoli ben definiti, amante, moglie, suocera, ed ecce cc le donne hanno dei ruoli importanti, merito soprattutto delle giovani autrici tipo Cristina Comencini che hanno avuto la bravura di creare spettacoli comici al femminile e funzionano benissimo. La colpa non è degli attori, perché ci sono tantissime donne attrici bravissime sul comico, il problema sono i testi, purtroppo la scrittura comica teatrale è molto maschilista.”
“Un attacco ai sistemi informatici dell’azienda ospedaliera San Giovanni Addolorata, ha messo in ginocchio uno dei più importanti presidi sanitari del quadrante di Roma Sud Est.
Ė il seguito della oscura vicenda, e presenta inquietanti analogie, con l’intrusione che a fine luglio ha subito la Regione Lazio con gravi danni per tutto il settore della sanità, che ormai è sotto scacco”. Lo dichiara il candidato della Lega in Campidoglio, Michel Emi Maritato, in tandem con il magistrato Simonetta Matone,che spiega: “Nella notte tra il 12 e il 13 settembre l’ennesima violazione al sistema informatico del Lazio ha mandato in tilt tutte le più importanti funzioni legate all’assistenza, generando insicurezza fra i cittadini. Non dimentichiamo – attacca Maritato – che in precedenza si tentò di entrare, fortunatamente senza successo, nei sistemi degli ospedali San Camillo e Spallanzani”. Il candidato si interroga su quali siano le misure di contrasto a tali violazioni. “A questo punto, vorremmo una maggiore trasparenza su LazioCrea, la società regionale che gestisce tutta la comunicazione digitale della Regione Lazio. Nonostante la coltre di mistero che c’è intorno a questa partecipata regionale, ogni tanto qualche notizia riesce a vincere il muro di gomma così, si scoprono altarini non proprio edificanti. Il presidente Zingaretti dovrebbe fornire spiegazioni su questi preoccupanti attacchi che ormai si susseguono con troppa frequenza, per non destare inquietudine tra i residenti della nostra Regione”, chiosa il candidato.
Nonostante gli incidenti nucleari come Chernobyl nel 1986 e Fukushima nel 2011, il nucleare rappresenta ancora una delle forme di produzione di energia più sicure e per questo motivo è tornata nell’interesse delle industrie che vogliono combattere le emissioni di gas serra.
La produzione di energia nucleare è necessaria affinché il mondo abbia soluzioni energetiche più pulite, anche se il nucleare deve ancora convincere gli oppositori che generalmente lo associano a Chernobyl o alle armi nucleari.
Il nucleare è l’ideale per affrontare il cambiamento climatico, perché è l’unica fonte di energia scalabile e priva di emissioni di carbonio disponibile 24 ore al giorno.
I problemi con i reattori odierni, come il rischio di incidenti, possono essere risolti attraverso l’innovazione. In che modo? Per poter garantire sicurezza e produzione continua di elettricità, l’idea è quella di mettere al servizio delle fonti rinnovabili delle centrali nucleari con rivoluzionari reattori veloci raffreddati al sodio. Perchè il sodio? Il sodio rappresenta l’elemento chiave per la sicurezza. Questo elemento chimico offre numerosi vantaggi, tra cui un ampio intervallo di temperatura tra il punto di fusione e quello di ebollizione di circa 785 gradi, cioè l’intervallo da cui l’elemento diventa gassoso. Si tratta di un intervallo molto più ampio di quello dell’acqua, che invece è di soli 100 gradi e quindi deve essere pressurizzata per gestire quantità di energia termica maggiori. Inoltre il sodio non è corrosivo, al contrario dei sali fusi che vengono utilizzati in altri sistemi di raffreddamento dei reattori nucleari.
L’idea, proposta recentemente da alcuni esponenti politici e criticata da molti, potrebbe essere valida per il prossimo decennio.
Il fine, ricordiamo, è quello di rendere il nostro mondo eterno.
“Roma e il suo fiume, un rapporto complicato. Tra i romani e il Tevere non c’è mai stata una vera simbiosi e le condizioni in cui si trova stanno a testimoniarlo. Ė ora di lanciare un grande progetto per valorizzare quella che può essere una vera risorsa cittadina”.
Lo dichiara il candidato della Lega in Campidoglio Michel Maritato, in tandem con Simonetta Matone, che spiega: “Il fiume romano è un luogo iconico, meraviglioso se lo si pratica, andando a passeggiare sulle sponde ma dobbiamo constatare purtroppo che da anni il corso d’acqua è abbandonato all’incuria e al degrado, quando non popolato da inquietanti presenze che nessuno riesce ad allontanare. Lo stesso valga per l’altro bellissimo fiume, l’Aniene. Come in molte altre situazioni ambientali – continua il candidato – anche per il Tevere è palese la mancanza di visione dell’amministrazione Raggi, che si limita a creare una ininfluente spiaggetta, Tiberis, senza avere una visione globale sul futuro dell’ambiente fluviale. Si deve intervenire subito per bonificare argini e fondo; l’azione successiva deve essere svolta sul fronte sicurezza, non si può perder tempo. Occorre inoltre proporre un’intesaistituzionale per regolamentare le numerose e frazionate competenze, che il più delle volte si risolvono nell’immobilismo totale. Il risanamento, la riqualificazione, la valorizzazione del fiume non passano per una improvvisata spiaggetta che ha solo un effetto mediatico: servono visione globale e capacità gestionale, oltre a sdraio e ombrelloni”, chiosa Maritato.
“Emergenza abitativa: un problema importante a cui la giunta 5 Stelle non ha mai fornito soluzione, facendo precipitare i cittadini in difficoltà nella disperazione e innescando una bomba sociale di primaria importanza.”
Lo dichiara il candidato della Lega in Campidoglio Michel Maritato, in tandem con Simonetta Matone che chiarisce: “Naturalmente le responsabilità non sono solo in capo a Virginia Raggi, è da chiamare in causa anche la Regione Lazio, governata dalla sinistra, che promuove la vendita delle case popolari per fare cassa, mentre migliaia di famiglie impossibilitate all’acquisto sono con un piede sul baratro.” Il candidato si riferisce poi alla campagna elettorale: “Purtroppo, non è soltanto la giunta Raggi, oppure l’amministrazione Zingaretti a stupire, anche la propaganda elettorale fa la sua parte. Ci ha molto sorpresola proposta di Roberto Gualtieri, candidato sindaco del Pd, che spinge affinché siano garantiti mutui ai giovani, per l’acquisto della prima casa, omettendo la condizione di precarietà di tali generazioni, per lo più prive di lavoro sicuro, che non possono certo indebitarsi a favore delle banche. E sulle banche, il Pd, ha una certa esperienza.L’emergenza casa richiede un nuovo modello di approccio al problema perché la casa è un diritto che bisogna garantire in tutti i modi, venendo incontro alle esigenze dei cittadini. La giunta Raggi, in tal senso, non ha avviato alcuna politica di facilitazione anzi, è rimasta appiattita sulle politiche correnti, lasciando mano libera a Zingaretti e alle folli politiche di dismissione del patrimonio immobiliare pubblico”, conclude Maritato.
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