Taranto, “È strage di cozze. Istituzioni intervengano”

“Confeuro sta seguendo con molta attenzione e preoccupazione quanto sta accadendo nelle acque di Taranto, dove è in atto una vera e propria strage di cozze, anche e sopratutto a causa del surriscaldamento del mare per via del caldo torrido di queste settimane e di questi mesi. Un contesto allarmante sia dal punto di vista ambientale, conseguenza nefasta del riscaldamento globale, sia dal punto di vista economico visto e considerato che sarebbe fortemente a rischio la vendita di questo importante prodotto ittico e quindi mancati introiti per numerosi produttori. E al danno si aggiungerebbe pure la beffa, per la presenza di mitilicoltori abusivi che venderebbero le cozze allevate illegalmente nel primo seno del Mar Piccolo a prezzi praticamente fuori mercato. Confeuro dunque intende unirsi al coro di preoccupazione delle associazioni di categoria e auspica che le istituzioni competenti possano contrastare con immediatezza e concretezza la moria di cozze in atto a Taranto, fornendo soluzioni utili e definitive a favore di questo comparto ittico, fondamentale per tutta l’economia blu pugliese. Più in generale, Confeuro invita tutti a una riflessione complessiva sugli effetti devastanti del cambiamento climatico, sinora troppo sottovalutato da politica ed istituzioni”.

Così Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.

NOTTI D’ESTATE SOTTO LE STELLE IN PUGLIA CON TALEA COLLECTION

Ogni venerdì cena tipica in masseria presso Casa Mùmmulo alla Masseria Il Melograno
· Per la notte di San Lorenzo “Desidera! Starlight Party” alle Tamerici Beach Club
· Martedì 13 agosto serata Cala Puglia al Cala Ponte Hotel a Polignano a Mare
· Cena pieds dans l’eau il 14 agosto presso la Peschiera Hotel
· Serata pugliese Foody Moody il giorno di Ferragosto al Melograno

Monopoli (Bari), 24 luglio 2024 – Al via le notti d’estate firmate Talea Collection con una serie di appuntamenti serali presso la Masseria Il Melograno, il beach club Le Tamerici, il Cala Ponte Hotel di Polignano a Mare e il ristorante SaleBlu della Peschiera Hotel.
Ogni venerdì Il ristorante Casa Mùmmulo, all’interno della Masseria Il Melograno, organizza le cene tradizionali in masseria, con buffet tipico pugliese con le ricette proposte dallo Chef Cosimo Amico, Executive Chef del Melograno.
In occasione della notte di San Lorenzo, sabato 10 agosto sarà organizzato “Desidera! Starlight Party” presso l’esclusivo beach club Le Tamerici, per gli amanti della musica disco anni ’70 e ’80.
Martedì 13 agosto serata “Cala Puglia” con cena a bordo piscina e musica dal vivo al Cala Ponte Hotel di Polignano a Mare.
Mercoledì 14 agosto il ristorante Saleblu della Peschiera Hotel, unico con la sua terrazza panoramica sul mare, propone una cena pieds dans l’eau, a cura dell’Executive Chef, Vincenzo Montanaro. Tra i piatti proposti: rolls di rana pescatrice alla «san giuannidde» con cuore fondente affumicato e croccante di taralli; agnolotti di parmigiano con borragine, tartufo e carpaccio di gamberi rossi, frittura di pesce in consistenze, cremoso al cioccolato bianco e timo, crema acida al limone e salsa al vin rosato e ostriche.
La notte di Ferragosto, giovedì 15 agosto, sarà invece protagonista la Masseria Il Melograno, con il tradizionale appuntamento annuale Foody Moody con un ricco menu pugliese: angolo del Casaro; angolo dei salumi; angolo del pane e della focaccia; focaccia ripiena; fornello alla Fasanese, polpo, calamari e gamberi fritti, zucchine alla poverella; timballo di orecchiette al forno; angolo della tradizione pugliese; spumone e zeppole pugliesi.
“Siamo orgogliosi di proporre ogni anno un calendario di eventi estivi Talea Collection, pensato per far conoscere e apprezzare l’eccellenza del nostro territorio pugliese – spiega Andrea Sabato, General Manager di Talea Collection – Momenti di condivisione, amati e apprezzati dai nostri ospiti italiani e internazionali, che cercano l’autenticità e la tradizione.”
www.taleacollection.com

Per informazioni e prenotazioni: info@taleacollection.com

BENNY GREEN: “NON VOGLIO FARE PIÙ LA PORNOSTAR”

“Verità Nuda”: in uscita il docufilm sulla vita di Benedetta D’Anna, in arte Benny Green. Dal dolore psicologico al pornoinferno e alle battaglie contro gli uomini che usano le donne, dal rapporto conflittuale con la mamma all’amore per i suoi figli fino alla consapevolezza di dire basta e ricominciare
Lo aveva annunciato lo scorso mese. Detto fatto. Stanno per terminare le riprese del documentario “Verità Nuda”, un documento verità e un racconto preciso sul percorso di vita di Benny Green che certamente non è stato facile considerate le scelte e i continui cambiamenti, segno di incertezza e di ricerca continua della propria identità. Madre, dapprima lascia il posto fisso in banca perché stanca della quotidianità e del falso moralismo per la sua passione per l’arte erotica, ma anche questo cambiamento la porta ad un bivio dettato da una scelta quasi obbligata o meglio è stata la sua vita che glielo ha imposto.
Nel documentario si andranno a visitare i luoghi della vita di Benedetta D’Anna: Torino, Siracusa e Roma, città che hanno segnato le diversi fasi della sua vita, testimonianze di persone vicine per fermare emozioni e drammi di una donna in cerca di una libertà mai ritrovata e poi il suo coraggio di dire basta e la sua determinazione che le ha permesso di sfidare le convenzioni sociali per vivere l’autenticità della sua vita. Insomma ne viene fuori un ritratto di una donna che dice no ai compromessi passando da toni drammatici a quelli più speranzosi e ispiratori.
“Ho deciso di raccontarmi attraverso un documentario – afferma Benny Green – perché l’evoluzione della mia vita me lo ha quasi imposto, o meglio, perché in un certo senso lo dovevo a me stessa. In questo documentario voglio che le persone conoscano la vera Benny… quella Benny che attraverso il dolore psicologico provato e con il quale sono venuta spesso a patti nella mia vita è riuscita a trovare l’affermazione di se stessa senza nascondersi, senza falsi perbenismi che non mi sono mai appartenuti e per i quali sono da sempre stata in conflitto anche con figure importanti come quella di mia madre. Voglio invece raccontare la donna dai sentimenti profondi, delle scelte drastiche e coraggiose che ho fatto pur sapendo che non sarebbe stato facile né semplice farle, le mie battaglie contro gli uomini che mi usavano e giudicavano senza averne diritto alcuno, la mia ribellione verso la falsità dei finti costumi e la rinascita della libertà mia personale, l’amore per i miei figli, per i miei animali, per la mia vita, la scelta di metterci sempre la faccia pur facendo la sex worker”.
Il documentario, prodotto da Saturnia Pictures – Ipnotica produzioni in collaborazione con Roswellfilm, è stato scritto da Natascia Ferruggia e sarà distribuito, dai primi di settembre, da Amazon Prime Video Italia.

“Infine voglio con questo documentario – conclude Benny Green – sdoganare la figura della porno attrice come se una donna che ha lavorato nel campo del sesso non possa avere altre attitudini o peculiarità, sogno e spero di arrivare ad avviare la mia carriera di attrice servendomi, perché no, anche della mia esperienza passata. Insomma le attitudini delle donne come me non vanno ghettizzate ma lasciate esprimere liberamente ed io sogno di farlo attraverso il cinema”.
Trasgressiva e narcisista per definizione, attratta sempre dell’esteta, oggi è pronta, ancora una volta, a cambiare rotta con il coraggio e la determinazione di una donna, per le altre donne, che da sempre non ha avuto paura delle sue scelte seppur, in alcuni casi, con sofferenza e pagandone le conseguenze sulla propria pelle.

Agricoltura, Confeuro: “Olanda tallone d’Achille su importazione extra Ue e tutela prodotti”

“Gli sforzi delle istituzioni italiane per la tutela dei prodotti agroalimentari e il contrasto al fenomeno dell’italian sounding risulteranno vani fino a quando tutta l’Unione Europea e tutti i suoi stati membri non lavoreranno davvero in sinergia e non aumenteranno controlli e monitoraggi sulle importazioni e sulle esportazioni della merce extra Ue. Il caso lampante, in questa ottica, è purtroppo rappresentato dai porti olandesi, dove l’ingresso di produzioni alimentari e di altro genere è diciamo così molto più intenso ed elevato. Perché tutto questo? Non solamente perché i Paesi Bassi hanno logistica e infrastrutture avanzate e sfruttano il dumping fiscale, ma soprattutto perché i requisiti richiesti per le merci sono tra i meno restrittivi tra tutti i paesi europei. Non è un caso, dunque, che il porto di Rotterdam risulti tra i più attivi del mondo, con una movimentazione di merci di milioni e milioni di tonnellate ogni anno, con la conseguenza nefasta, però, che risulterebbe sensibilmente più alta la percentuale di entrata di prodotti extra Ue nel Vecchio Continente, rispetto alle importazioni di paesi, come Italia e Spagna, con norme interne giustamente più restrittive per la sicurezza alimentare, la salute e l’ambiente. In questo allarmante contesto, Confeuro giudica molto negativamente il modello olandese, una sorta di porto franco d’Europa, o meglio, il tallone d’Achille d’Europa se vogliamo parlare di commercio e tutela delle produzioni agroalimentari nostrane. Gli olandesi fanno entrare sul suolo Europeo qualsiasi cosa e la vogliono far mangiare al resto d’Europa. Così non va bene. L’Italia, grande produttrice di eccellenze enogastronomiche e agricole, sta adottando un efficiente ed efficace modello di controllo e monitoraggio dei prodotti e delle merci che arrivano nei nostri porti per poi finire nella distribuzione. Ma da soli non si va da nessuno parte. Per questo chiediamo all’Unione Europea di operare in simil modo e prendere esempio dal nostro virtuoso modello di verifica, sopratutto all’interno dei sistemi portuali del Nord Europa, che spesso diventano la porta di ingresso di importazioni extra Ue e contraffazioni che non fanno altro che danneggiare le produzioni italiane e il lavoro di migliaia di imprese del nostro territorio. La tutela del Made in Italy e delle eccellenze europee, e il controllo delle importazioni devono rappresentare infatti una priorità della agenda istituzionale della Ue, elevando – da una parte – gli standard qualitativi del monitoraggio in entrata nel Vecchio Continente, e dall’altra, controllando anche le produzioni che invece vengono esportate fuori l’Europa: prodotti spesso e volentieri che vengono tacciati come Made in Italy ma, che poi, Made in Italy effettivamente non sono; in tal modo si potrebbe riuscire a difendere sia la salute del consumatore che la tenuta economica delle aziende. Controllo su questo tipo di esportazioni che all’estero tuttavia non avviene ancora in maniera insufficiente ed inefficace”.

Così, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli Agricoltori Europei e del Mondo.

Il commercio via mare è aumentato del 2,2 per cento nel 2023

Il trasporto marittimo sta mostrando una “notevole resilienza” nonostante le difficoltà del momento storico acuite dalla crisi del Mar Rosso che ha avuto notevoli ricadute sul commercio marittimo. Nel 2023 il commercio via mare globale “è aumentato del 2,2 per cento raggiungendo 12,3 miliardi di tonnellate” e le previsioni per l’immediato futuro sono “positive”. Il commercio via mare, si prevede, “crescerà del 2,4 per cento al 2024 e del 2,6 per cento al 2025”. Nelle sede delle Gallerie Italia in via Toledo a Napoli, l’undicesimo Rapporto Annuale “Italian Maritime Economy”, elaborato da Srm (Centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo) e intitolato quest’anno “Le nuove sfide dei porti dell’area euro-mediterranea. La crisi nel Mar Rosso e le trasformazioni imposte dai modelli green”, analizza l’impatto delle crisi sul commercio marittimo, tra criticità e possibilità. E le possibilità maggiori sembrano destinate ad essere colte dal Mediterraneo e in particolar modo dal Sud Italia. Si parte da un dato fermato nel rapporto: “Nel 2023 i porti italiani hanno tenuto. Alcuni settori sono cresciuti”, ha evidenziato Deandreis. Tra questi Ro-Ro, eccellenza italiana, che nel decennio ha fatto registrare “una crescita del 56 per cento”. “I containers invece hanno avuto dei cali”, ha proseguito Deandreis. “I porti del Sud – ha detto il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro – svolgono una importante funzione al servizio di tutta l’economia nazionale, assicurandone l’interscambio con il resto del mondo. I porti del Mezzogiorno – ha aggiunto – consentono inoltre all’Italia di essere ponte tra Nordafrica ed Europa nei flussi energetici, che in futuro arriveranno in misura crescente da fonti rinnovabili. E’ infatti dal Nord Africa che l’Europa potrà importare energia di origine solare ed eolica e con cui dovrà sviluppare una cooperazione fruttuosa, anche manifatturiera, su tutta la filiera delle rinnovabili – ha spiegato -. Sempre al Sud sono stanziati oltre 2,8 miliardi di investimenti riferiti ai porti, tra Pnrr e altri fondi, pari al 33 per cento del totale italiano, una iniziativa senza precedenti. Dalle analisi di Srm, il Mezzogiorno e tutte le sue potenzialità emergono chiaramente come area strategica per l’Italia”. Stringendo l’obiettivo sui porti della Campania, i numeri dicono che “complessivamente il porto di Napoli – ha spiegato Deandreis – sta tenendo, mettendo insieme anche Salerno. I primi mesi dell’anno hanno avuto un segnale molto positivo per le grandi sfide che sono poi anche quelle del PNRR, che destina risorse importanti, miliardi per l’implementazione delle infrastrutture nei porti. E’ evidente che quando si parla di successo del PNR si parla anche di vedere il miglioramento di quell’indice della competitività dei porti italiani. Quindi noi quando ci auguriamo che il Pnrr venga implementato, il nostro Paese lo realizzi nei tempi stretti previsti, non lo facciamo solo in termini generali, ma anche perché questo significa misurare l’impatto positivo”. E, tuttavia, per far sì che il Mediterraneo diventi l’area di maggiore interesse sul fronte dei porti c’è bisogno di interventi legislativi mirati. Lo ha sottolineato Paolo Scudieri, presidente di Srm (Centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo), nel suo intervento: “Il Mediterraneo cresce nel numero di scambi del tre per cento, mentre il resto del mondo si attesta sul 2,5 per cento, ma i porti del Nord Europa e dell’Africa sono molto attrattivi perché e molto veloci nelle operazioni degli scambi e dunque degli sdoganamento degli scambi”. Ecco perché, ha aggiunto Scudieri, la sfida è “reagire utilizzando le stesse leve: sburocratizzazione, propensione agli investimenti e abolire quei vincoli e quei laccioli che ci vincolano ai maggiori dragaggi per ospitare navi di tonnellaggio maggiore, che ci stoppano lavori infrastrutturali dei retroporti che invece sono determinante”. “Dobbiamo essere veementi e determinati a rappresentare le necessità di un qualcosa che è ancora conveniente, ancora attratti che non può vivere sugli allori ma deve necessariamente evolversi, leggendo numeri e dati che con competenza Srm sa fornire per una giusta traiettoria”, ha detto Scudieri. C’è molto da fare e ci sono molte “sfide strategiche” che, come sottolineato da Gros-Pietro, “logistica e portualità devono affrontare”, come quella “della transizione energetica, che significa trovare strade innovative per decarbonizzare tutta la filiera del mare”. “L’utilizzo di carburanti alternativi – si legge nel rapporto – ha continuato a progredire, con il 6,5 per cento della flotta in navigazione in grado di utilizzare nuovi propellenti meno inquinanti. Percentuale che raggiungerà il 25 per cento al 2030. Il 50,3 per cento di tutti gli ordini a luglio 2024 è relativo a navi che utilizzano combustibili alternativi (nel 2017 questa quota era solo del 10,7 per cento)”. Deandreis ha avvertito sulla necessità di adeguare i porti per far si’ che questa sfida dei carburanti alternativi sia vinta: “I porti devono essere attrezzati, quindi c’è ad esempio il tema del bunkeraggio – ha sottolineato il direttore generale Srm nell’analizzare il rapporto -. I porti oggi non sono più luoghi dove partono e arrivano merci, sono hub energetici potenti. I porti devono essere funzionali a produrre energia rinnovabile”. Ha fatto eco sul punto Emanuele Grimaldi, ceo di Grimaldi group e presidente Ics (International chamber of shipping): “Gli aspetti più importanti di cui parliamo nelle associazioni di categoria sono quelli della decarbonizzazione che ci sta a cuore, non è qualcosa che possiamo fare noi da soli. Noi armatori dobbiamo avere dei porti che possano essere totalmente decarbonizzati”.

Nel suo intervento Grimaldi ha anche perorato la causa dei marittimi: “Non hanno alcuna considerazione, durante il Covid non hanno avuto alcuna ospedalizzazione, non hanno potuto parlare con le loro famiglie perché spesso le navi non erano connesse. Bisogna intervenire per migliorare le condizioni di vita dei marittimi a bordo delle navi e per portare la connettività a bordo”. Ma di lavoro da compiere ce n’è molto. “Il Mediterraneo nonostante le crisi resta sempre al centro del commercio marittimo mondiale e l’Italia è ben posizionata, però restiamo ancora al 19esimo posto nel Logistic Performance Index – ha avvertito Deandreis -. Significa che abbiamo grandi paesi competitors commerciali davanti e questo ci dà veramente l’indicazione sul fatto che il Paese deve fare uno sforzo in più in termini di investimento nelle infrastrutture”.

Ue, Prospettive Future: “Stessi nomi ma inversione di rotta per essere leader globale”

Ue, Prospettive Future: “Stessi nomi ma inversione di rotta per essere leader globale”

“Roberta Metsola alla presidenza del parlamento Ue, Ursula Vor Der Leyen alla presidenza della commissione europea. I vertici di due delle principali istituzioni della Unione Europea nel prossimo quinquennio (2024/29) saranno guidati dalle stesse esponenti che hanno chiuso l’ultima legislatura bruxellese. Una legislatura, a dire il vero ricca di ombre e poche luci, durante la quale il Vecchio Continente ha vissuto il complicato contesto pandemico, una congiuntura economica poco felice e l’avvio del conflitto bellico in Ucraina (senza dimenticare chiaramente la guerra israelo -palestinese): il tutto senza incidere in maniera significativa sulle scelte geopolitiche, internazionali, economiche e sociali. È chiaro ed evidente, dunque, che sebbene l’Unione Europea riparta dagli stessi nomi, ha bisogno di una totale inversione di rotta istituzionale, che la faccia divenire leader globale tra le grandi potenze come Russia, Stati Uniti e Cina. Cosa che adesso ovviamente non è. I popoli d’Europa infatti vogliono una Ue più equa, inclusiva, che contribuisca a mantenere la pace e la stabilità nel continente, ma agisca anche come un potente promotore di sicurezza, valori democratici e diritti umani in tutto il mondo. Una Unione Europea, che sappia affrontare molteplici e complesse sfide: dal cambiamento climatico alla sostenibilità ambientale, dal rilancio della agricoltura ai flussi migratori, dalla questione terrorismo alla affermazione della pace, fino al contrasto di tutti quei movimenti populisti, estremisti ed euroscettici, che stanno guadagnando terreno in molti paesi europei, mettendo in discussione l’unità e la cooperazione all’interno dell’Unione Europea. Inoltre, ma non meno rilevante, la Ue deve operare con impegno per la crescita economica dei territori, puntando sulle giovani generazioni – che saranno i cittadini e gli amministratori del domani – e contrastando ogni forma di disuguaglianza sociale. Infine, l’Europa dovrà essere in grado di competere con altre potenze globali nel campo dell’innovazione, della digitalizzazione e dello sviluppo della intelligenza artificiale (che assume anche una valenza etica e culturale), assicurandosi di rimanere competitiva in un mondo sempre più tecnologico. I nostri “nuovi” governanti europei riusciranno nella mission?”.

Così, in una nota, del Gruppo Operativo in attesa dell’Assemblea rifondativa prevista per la prima decade di settembre.