Il bosco delle farfalle senza colore: favola sull’inclusione e sulla diversità

Il bosco delle farfalle senza colore

Una favola sull’inclusione e sulla diversità, quando un dono trasforma la tristezza in felicità

Il bosco delle farfalle senza colore è una favola scritta dalla Dott.ssa Cristiana Filippi, laureata in logopedia e specializzata in logopedia pediatrica. L’autrice ha una esperienza pluriennale con i bambini affetti da plurihandicap sensoriali con particolare attenzione ai disturbi autistici e ai deficit di comunicazione.

Una farfalla si ritrova a confrontarsi con la sua diversità, questo la porta ad allontanarsi dal bosco e vivere in riva ad un lago, sola e apparentemente felice; ma in realtà farfallina è triste perché nel suo cuore abita un sogno, quello di stare con le altre farfalle, svolazzare, giocare, vivere con loro.

Solo quando conosce una puzzola apparsa all’improvviso, prende consapevolezza che la sua diversità è un dono. Un dono che se userà correttamente potrà trasformare la sua tristezza in felicità. Inizia così la sua avventura e con coraggio e determinazione torna nel bosco e proprio grazie alla sua diversità insegnerà alle altre farfalle il significato dell’amore.

Età di lettura: da 4 anni.
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Sagra dell’Uva di Marino, Ambrogiani(Pd): “Associazionismo fondamentale per tradizione e cultura del territorio”

Sagra dell’Uva di Marino, Ambrogiani(Pd): “Associazionismo fondamentale per tradizione e cultura del territorio”
“Le sagre e le feste di paese rappresentano una tradizione radicata nel nostro territorio, un momento di aggregazione che valorizza la cultura locale, le eccellenze enogastronomiche e le tradizioni popolari: un discorso che vale anche e sopratutto per la nostra Marino, città ricca di storia e cultura, dove quotidianamente ci sono cittadini e associazioni che operano a tutela e a valorizzazione delle nostre antiche tradizioni. Per questa ragione, vorremmo rivolgere il più sentito riconoscimento e ringraziamento alle associazioni cittadine di Marino che fanno crescere anno dopo anno questo genere di eventi: ci viene in mente tra le tante la festa patronale di Santa Maria delle Mole organizzata dalla Parrocchia Natività della Beata Maria Vergine, in collaborazione con la Pro Loco Boville e il Comitato di Quartiere Santa Maria delle Mole. Oppure la Notte Bianca, realizzata dall’Associazione Unione Commercianti. Per non parlare della meravigliosa Sagra dell’Uva, giunta quest’anno alla centesima edizione e che si sta svolgendo dallo scorso 27 settembre fino al prossimo 7 ottobre. Alla luce di tutto questo, l’associazionismo è un tesoro prezioso, ed investire nel sostegno e nella crescita di questo settore significa investire nella vitalità dei nostri territori, nella trasmissione della nostra cultura e nella promozione del turismo sostenibile della nostra bella Marino”. 

Così, in una nota stampa, il segretario del Pd Marino circolo Bruno Astorre, Sergio Ambrogiani.

Fondazione Super Sud: «“Il Manifesto del Sud Resiliente” per un nuovo modello di governance del Mezzogiorno

Fondazione Super Sud: «“Il Manifesto del Sud Resiliente” per un nuovo modello di governance del Mezzogiorno. A Città della Scienza l’appello di Giannola e Zamagni»

Il Presidente Giovanni D’Avenia: “Intelligenza collettiva e fiducia nel futuro per innovare i processi di progettazione delle risorse e per unire le forze per affrontare le sfide del terzo settore, elemento trainante dell’economia e delle politiche sociali del Paese. Un successo il primo Forum sulle Comunità attive del Mezzogiorno: da subito al lavoro per la seconda edizione”

Si è concluso con grande successo il primo Forum dedicato alle Comunità Attive e alle Reti Solidali del Mezzogiorno, tenutosi a Napoli a Città della Scienza. L’evento ha riunito rappresentanti di organizzazioni non profit, istituzioni pubbliche, imprenditori e cittadini, per una due giorni di workshop, panel di discussione e tavole rotonde su welfare generativo, innovazione digitale, intelligenza artificiale, coprogettazione e coprogrammazione. L’obiettivo principale è stato quello di esplorare le potenzialità del terzo settore nella creazione di reti di solidarietà e sviluppo sostenibile, offrendo uno spazio di confronto e collaborazione.

Durante il forum, sono stati affrontati temi cruciali quali l’importanza della sussidiarietà, il ruolo delle fondazioni di comunità e la necessità di una nuova visione economica che integri le dinamiche sociali. Le varie sessioni hanno incluso testimonianze dirette di chi opera quotidianamente nel settore, che hanno messo in luce le sfide concrete e le opportunità emergenti. Grazie alla partecipazione di esperti e studiosi a cui sono stati affidati gli speech conclusivi per tracciare un bilancio della prima edizione, tra cui Don Federico Battaglia, Adriano Giannola e Stefano Zamagni, i partecipanti hanno potuto riflettere su buone pratiche e modelli innovativi di intervento. È stata una manifestazione di grande rilevanza, non solo per l’aspetto informativo, ma anche per la creazione di un clima di fiducia e collaborazione, fondamentale per affrontare le difficoltà che caratterizzano il Mezzogiorno.

Don Federico Battaglia, segretario dell’Arcivescovo di Napoli, ha sottolineato l’importanza del ruolo della Chiesa nel sociale: “Siamo orgogliosi di essere l’unica diocesi in Italia a mantenere la Caritas come parte integrante della nostra missione. Crediamo che la carità debba essere un dovere istituzionale e fondamentale per affrontare le povertà che affliggono il nostro territorio. Dalla creazione della Casa Bartimeo, un centro di accoglienza a San Pietro a Aram, abbiamo sviluppato una serie di servizi, come i medici di strada e i centri di ascolto, per aiutare gli impoveriti. Credo che la sostenibilità non debba essere vista solo come un fattore economico, ma come un principio di gratuità che ci consente di generare un impatto sociale profondo. È fondamentale che i giovani si attivino per costruire comunità, unite dalla fede e dalla volontà di affrontare le sfide insieme, senza dimenticare che il sostegno della società civile e del settore privato può fare la differenza nel realizzare progetti che hanno un impatto significativo. La nostra esperienza, sebbene possa sembrare unica, offre modelli replicabili che possono ispirare altre realtà.”

Adriano Giannola, presidente di Svimez, ha evidenziato le potenzialità e le sfide del territorio: “Napoli e il Mezzogiorno rappresentano un terreno fertile per lo sviluppo, ma spesso non riusciamo a valorizzare ciò che abbiamo. Quando si costruisce qualcosa di eccezionale, il rischio è che venga esportato altrove, mentre il nostro territorio continua a rimanere indietro. Le aziende e le fondazioni sono presenti, ma manca una rete di supporto per collegarle e dare vita a iniziative durature. È essenziale affrontare la questione della sussidiarietà, un concetto fondamentale della nostra Costituzione, per creare una comunità coesa e capace di rispondere alle esigenze locali. Dobbiamo investire nel potere delle fondazioni di comunità per incentivare lo sviluppo. Il nostro obiettivo è lavorare insieme, superando le divisioni, e costruire una rete di supporto che dia voce a tutti coloro che vogliono contribuire. Solo unendo le forze possiamo sperare di affrontare le sfide che ci attendono e costruire un futuro migliore per il Mezzogiorno.”

Stefano Zamagni, economista ed ex presidente dell’Agenzia per il Terzo Settore, ha parlato delle sfide attuali: “Da oltre vent’anni ci troviamo a fronteggiare problemi strutturali che sembrano insormontabili. Le risorse promesse dal PNRR sono una grande opportunità, ma l’attuazione è lenta e manca di trasparenza. È essenziale non solo accettare finanziamenti, ma anche gestirli in modo efficace. In Italia, c’è una tradizione di considerare il terzo settore come un’economia debole, legata alla gratuità, mentre dovremmo vederla come un pilastro fondamentale del nostro sistema economico. La comunità deve tornare al centro del dibattito, poiché solo attraverso il riconoscimento dei beni relazionali e dei beni comuni possiamo costruire una società coesa. È fondamentale sviluppare una strategia che coinvolga tutte le parti interessate, tra cui lo Stato, il mercato e la comunità. Solo così potremo affrontare le sfide attuali e ricostruire la fiducia nella nostra capacità di cambiare il futuro. La coprogrammazione è la chiave per garantire che le decisioni siano condivise e che tutte le voci siano ascoltate, così da costruire un modello di sviluppo realmente inclusivo e sostenibile.”

Infine, il Presidente della Fondazione Super Sud Giovanni D’Avenia ha dichiarato: “Questo forum rappresenta un passo importante nella direzione della cooperazione e del coinvolgimento attivo di tutte le parti interessate. È fondamentale che continuiamo a lavorare insieme per costruire un Mezzogiorno più forte e resiliente. Le esperienze condivise in queste due giornate dimostrano che, unendo le forze e le competenze, possiamo affrontare le sfide e creare un futuro migliore per le nostre comunità. Non possiamo permetterci di tornare indietro: l’innovazione sociale e la coesione sono le chiavi per uno sviluppo duraturo e inclusivo. Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte e a lavorare in sinergia per il bene della nostra terra e dei suoi cittadini. Un’edizione che apre a nuovi scenari e crea connessioni virtuose in un settore estremamente variegato, realizzata grazie alla sinergia preziosa tra CSV Napoli, Fondazione Banco di Napoli, Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana e Fondazione con il Sud”.

Il forum ha dimostrato la volontà e la capacità di collaborare, mettendo in evidenza che, insieme, è possibile affrontare le sfide e progettare un futuro migliore per il Mezzogiorno.

Sociale, Tiso(Csic): “Povertà assoluta in Italia, fenomeno allarmante”

Sociale, Tiso(Csic): “Povertà assoluta in Italia, fenomeno allarmante”

“La povertà assoluta nel nostro Paese sta arrivando, purtroppo, a livelli davvero preoccupanti negli ultimi anni, evidenziando la necessità di applicazione di interventi strutturali da parte del governo centrale per sostenere le famiglie più vulnerabili e le categorie sociali più vulnerabili. Cosa che non sempre avviene. Sono infatti milioni le persone che vivono attualmente in condizioni di povertà assoluta, fenomeno che colpisce in modo trasversale tutte le fasce d’età e le aree geografiche, con un’incidenza particolarmente sensibile nel Meridione. Tra le categorie più esposte troviamo le famiglie numerose, gli anziani, le donne e i giovani, anche con i minorenni che rischiano di vivere in condizioni di grave indigenza. L’impatto della pandemia e della crisi economica globale hanno ulteriormente aggravato la situazione, rendendo insufficiente il potere d’acquisto di molte famiglie, nonostante i vari interventi governativi. Organizzazioni non governative, associazioni caritative e anche realtà territoriali, come il Centro Studi Iniziativa Comune, denunciano ancora una volta una crescente domanda di servizi essenziali come alimentazione, assistenza sanitaria e alloggio. È indispensabile un approccio coordinato e strutturato, che coinvolga istituzioni nazionali, enti locali e il terzo settore, al fine di aumentare politiche sociali efficaci e sostenibili. La povertà assoluta in Italia non è solamente una questione economica, ma prima di tutto sociale e morale. Contrastarla significa tutelare la dignità, l’inclusione e le pari opportunità a tutti i cittadini”.

Così, in una nota, Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune.

Casa: Fondazione Cariplo, abitare a San Siro e Stadera, tra inquilini storici e le nuove famiglie

Casa: Fondazione Cariplo, abitare a San Siro e Stadera, tra inquilini storici e le nuove famiglie
Milano, 27 set 20:29 – (Agenzia Nova) – Sono due i profili più comuni delle tipologie di inquilini che abitano le oltre 70mila case Aler nei quartieri stadera e San Siro a Milano. Gli inquilini storici – tipicamente italiani (80 per cento), spesso pensionati (46 per cento) che vivono soli (40 per cento dei casi) e in condizioni economiche modeste (reddito medio di circa 12 mila euro annui per chi vive solo) – e nuovi inquilini – stranieri, più giovani e inseriti in nuclei familiari più numerosi (il 50 per cento circa vive in una famiglia di 4 o più componenti) e maggiormente esposti a rischi di povertà (reddito medio di circa 3.200 euro pro capite tra le famiglie di 4 o più persone). È il risultato della ricerca presentata al Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia di Milano in occasione dell’evento Open Night, e risultata vincitrice del Bando Disuguaglianze lanciato dalla Fondazione Cariplo (edizione 2022). La ricerca sul tema dell’Abitare a Milano, è stato approfondito da un gruppo di lavoro composto da ricercatori dell’Università Commerciale Luigi Bocconi, in partnership con il Politecnico di Milano. Lo studio approfondisce il profili di chi vive nelle case Aler, dagli inquilini storici a quelli nuovi. Lo studio evidenza il valore sociale generato dai servizi abitativi, quando la gestione del patrimonio è radicata in una prospettiva strategica, che supera i vecchi steccati fra una gestione sociale e quella tecnica ed amministrativa. Attraverso l’integrazione fra servizi tecnici, amministrativi e sociali, è possibile migliorare l’efficacia nella gestione degli alloggi e ridurre i conflitti tra gli inquilini. L’esperienza raccontata oggi dimostra che la presenza di figure di presidio come i custodi e i Community Manager rafforzi il senso di comunità e appartenenza tra le persone, assicurando una migliore qualità della vita negli alloggi.

Pur riconoscendo che il turnover di unità immobiliari che a oggi caratterizza le così dette case popolari milanesi fatica a rispondere al bisogno crescente della città e che la situazione abitativa attuale manifesta una frattura generazionale tra i sui inquilini, l’esperienza di Milano suggerisce che quando si è di fronte a un modello di gestione integrato e proattivo è possibile migliorare la sostenibilità economica e sociale del patrimonio pubblico. In questo senso, favorire lo sviluppo di politiche abitative innovative e sostenibili significa anche generare un effetto trasformativo che attiva percorsi di inclusione delle persone più fragili. In particolare, l’esperienza dei community manager che Aler ha messo a San Siro e l’esperienza delle quattro corti di Stadera, dove il modello della gestione integrata promosso da CCL e Darcasa sempre su case Aler, sta dando esiti molto rilevanti.

Da sempre Fondazione Cariplo è attenta al tema della casa. Per farlo agisce in due modi. Da un lato promuove l’housing sviluppato dalla Fondazione Housing Sociale, che Cariplo ha fatto nascere 20 anni fa e che si dedica a progetti ad esempio per famiglie giovani, studenti, anziani… Il 3 ottobre è in programma un evento per ricordare l’anniversario, durante il quale verranno presentati dati e ricerche in questo ambito. Questa azione viene realizzata attraverso investimenti del patrimonio in fondi che hanno l’obiettivo di realizzare abitazioni, spesso in un regime di rigenerazione urbana. Dall’altro, ogni anno, sostiene con l’attività filantropica interventi di housing che si rivolgono principalmente alle fasce più fragili, in emergenza, approcciando con lungimiranza un problema che negli anni è andato crescendo, aggravato da dinamiche sociali ed economiche sempre più complesse, come la precarietà lavorativa, la crescita dei costi abitativi e l’indebolimento delle reti di supporto tradizionali. Dal 2000, la Fondazione ha messo in campo circa 80 milioni di euro mettendo a disposizione oltre 6mila posti letto, o appartamenti, per dare risposta alle emergenze di chi si trova a vivere una situazione di fragilità e sperimenta grandi difficoltà, specialmente quando vengono toccate questioni essenziali.

Un capitolo strettamente collegato è l’housing sociale legato al Dopodinoi che consente alle persone con disabilità di vivere in autonomia, emancipandosi dalla famiglia, ma potendo contare su una rete di supporto. L’esperienza ventennale di Fondazione Housing Sociale e di Fondazione Cariplo insegna che l’housing sociale non è solo una questione di quantità di alloggi, ma di qualità della vita. La sfida di oggi è rispondere al crescente fabbisogno abitativo, non solo per chi si trova in condizioni di difficoltà, ma per tutti coloro che, pur essendo esclusi dalle categorie di fragilità tradizionali, non riescono ad accedere al mercato immobiliare. In questo contesto, l’housing sociale non è solo una soluzione temporanea, ma un modo per costruire un futuro più equo e inclusivo, in cui la casa non sia solo un bene economico, ma un diritto sociale. (Rem) ©️ Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Terzo Settore: Fondazione Cariplo presenta in India il primo Rapporto Disuguaglianze

Terzo Settore: Fondazione Cariplo presenta in India il primo Rapporto Disuguaglianze
Milano, 27 set 11:12 – (Agenzia Nova) – Fondazione Cariplo ha presentato i risultati del primo Rapporto Disuguaglianze alla prestigiosa conferenza annuale della HDCA in programma a Kolkata, in India, tenutasi in questi giorni. La conferenza annuale della Human Development and Capability Association (HDCA), giunta al suo ventesimo anniversario, ha scelto quest’anno Kolkata, una città particolarmente significativa, essendo il luogo natale del primo presidente dell’associazione, il professor Amartya Sen, uno dei principali teorici della giustizia sociale e dello sviluppo umano. Il tema scelto per l’edizione 2024, “Crisi, Capacità e Impegno”, ha esplorato i legami tra le crisi globali e locali e il loro impatto sulle capacità delle persone e delle comunità. L’evento è stato un’occasione importante per riflettere su come le crisi – che spaziano da quelle ambientali e sanitarie a quelle legate ai cambiamenti sociali e tecnologici – rivelino e amplifichino le disuguaglianze esistenti.

La presenza della Fondazione Cariplo alla conferenza HDCA è stata particolarmente rilevante per il suo impegno nel contrastare le disuguaglianze sociali ed economiche. Presentando il Rapporto Disuguaglianze in inglese, la Fondazione ha inteso condividere le sue ricerche e strategie con una comunità internazionale, stimolando il dibattito sulle sfide comuni legate all’equità e allo sviluppo umano. Questo confronto globale consentirà alla Fondazione di rafforzare le collaborazioni internazionali e acquisire nuove prospettive per migliorare le politiche e gli interventi che mirano a costruire società più inclusive e sostenibili. Nel Marzo 2023 Fondazione Cariplo ha presentato il primo Rapporto Disuguaglianze, “Crescere in Italia, oltre le disuguaglianze”, un lavoro di ricerca finalizzato a creare conoscenza sulle diverse dimensioni della disuguaglianza, ma anche a portare all’attenzione del dibattito pubblico il tema delle disuguaglianze attraverso una nuova prospettiva che possa essere utile per sviluppare insieme nuove e più efficaci soluzioni per lo sviluppo di società più inclusive e fornire uno strumento di conoscenza per addetti e non addetti ai lavori. Successivamente, visto l’interesse suscitato in Italia, la Fondazione ha deciso nei primi mesi del 2024 di tradurlo in inglese per renderlo fruibile a un pubblico più ampio ed entrare in dialogo con altri soggetti internazionali. Nel fare questo sono stati aggiornati i set di dati che potevano essere resi più attuali e sono state inserite informazioni di contesto più ampie e utili a una migliore comprensione per un pubblico straniero.

Il tema chiave: Da anni assistiamo a una frammentazione crescente che crea un divario di futuro e di prospettiva di vita: è in questo spazio che perdiamo il potenziale umano di tanti ragazzi, di tanti lavoratori, di tanti cittadini del domani. Davanti a questo la Fondazione Cariplo, che da sempre investe sulle potenzialità delle persone e sui legami di comunità, vuole mettersi in dialogo con gli altri soggetti che possono contribuire al contrasto della disuguaglianza. Si tratta di una sfida che impegna noi, i soggetti dell’economia, gli attori istituzionali e le organizzazioni non profit per individuare nuove modalità di intervento, che aiutino in modo consapevole ed efficace a ricucire i legami delle nostre comunità, da cui dipende il futuro delle nostre persone e delle nostre istituzioni. Il territorio di Milano, in particolare, ha fatto da “incubatore” per un’analisi sul campo che ha permesso di indagare la dimensione di “outlook”, ossia di sguardo sul proprio futuro, da parte dei ragazzi. Milano e il suo territorio sono infatti un avamposto capace di cogliere con anticipo fenomeni sociali emergenti e trasversali e sono inoltre uno straordinario laboratorio di solidarietà che permette di intercettare i bisogni e immaginare nuove soluzioni. Tra i temi chiave emersi durante la presentazione: la necessità di una risposta che chiami in gioco tutti gli attori e che parta da un atteggiamento “di iniziativa” verso i soggetti più fragili.

L’esigenza di un rapporto sulle disuguaglianze emerge da una riflessione che la Fondazione Cariplo ha approfondito durante e dopo la pandemia, davanti all’aumento delle diverse forme di povertà, che colpiscono in particolare i giovani e le famiglie con figli piccoli. Come emerge dal rapporto, da decenni la nostra società ha vissuto grandi trasformazioni e al contempo l’area della povertà è cresciuta in maniera molto importante: nel 2021 circa due milioni di famiglie si trovano in una situazione di povertà assoluta, ossia più del doppio rispetto al 2005. In tale contesto, il percorso di istruzione obbligatoria fatica purtroppo da solo a svolgere il ruolo di ascensore sociale per i gruppi di studenti più svantaggiati, contribuendo anzi a sedimentare le disuguaglianze iniziali di apprendimento che derivano dai diversi background socioeconomici. La “mobilità sociale” è quindi un obbiettivo che va sostenuto con opportuni interventi per garantire la rimozione degli ostacoli che non la permettono, contrastando la disuguaglianza di opportunità. Fondazione Cariplo sta lavorando ad un nuovo Rapporto disuguaglianze che continuerà a esplorare il tema delle disuguaglianze con un focus sull’età dello sviluppo per comprendere quali sono i principali fattori di snodo che hanno permesso alle persone, pur partendo da una condizione di fragilità iniziale, di esprimere il loro potenziale. (Com) ©️ Agenzia Nova – Riproduzione riservata