Agricoltura, Confeuro: “Più cemento e meno terra per piccoli e medi produttori”

Agricoltura, Confeuro: “Più cemento e meno terra per piccoli e medi produttori”

“Da una parte in Italia cresce il consumo di suolo, dall’altra aumentano le difficoltà di accesso ai terreni per i piccoli e medi agricoltori. Confeuro intende esprimere grande preoccupazione per il trend in atto nel nostro Paese, dove la realizzazione di superfici artificiali sta accelerando, raggiungendo ritmi che non si osservavano da anni e allontanandosi, al contempo, dagli obiettivi sostenibili dell’Agenda 2030 e dalle programmazioni Ue. Siamo di fronte a un fenomeno allarmante, che rischia di compromettere non solo la sostenibilità ambientale ma anche le opportunità presenti e future di tanti produttori del settore primario. Questo perché ogni anno, ettari preziosi di terreni agricoli rischiano di essere trasformati in aree urbanizzate o infrastrutturali, spesso senza una pianificazione strategica. Questo processo non solo diminuisce la superficie coltivabile, ma rovina anche la capacità del settore agricolo di tutelare la sicurezza alimentare e preservare il nostro paesaggio rurale. Una altra grave criticità è poi rappresentata dalle costanti complicazioni di accesso alla terra per i giovani agricoltori e le piccole aziende. L’aumento dei costi dei terreni, l’accaparramento delle risorse da parte di grandi aziende o multinazionali, nonché la mancanza di mezzi necessari per favorire il ricambio generazionale rappresentano un ostacolo tangibile all’ingresso di nuove forze nel comparto. Senza dimenticare gli effetti del cambiamento climatico che, in alcuni casi come la Sicilia, stanno portando alla desertificazione di varie aree rurali, compromettendo la vitalità economica e sociale di molte comunità. Alla luce di questo scenario da allarme rosso, dunque, Confeuro chiede al governo Meloni e al ministro Lollobrigida interventi mirati e concreti: ad esempio, la stesura di un nuovo piano nazionale per la difesa del suolo agricolo, che regoli la cementificazione selvaggia e valorizzi i terreni agricoli come risorsa strategica. Allo stesso tempo, vanno rafforzati i programmi di supporto per i giovani, favorendo l’accesso ai terreni attraverso agevolazioni fiscali, fondi dedicati e un uso più equo delle terre pubbliche disponibili. Sostenere l’agricoltura familiare e le piccole imprese è un dovere, soprattutto in questi tempi di crisi economica, conflitti e globalizzazione galoppante”.

Cosi, in una nota stampa, Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro, la Confederazione degli agricoltori Europei e del Mondo

A Marino al Teatro “Vittoria Colonna” un fine settimana denso di eventi Da Pirandello al teatro per bambini e a quello amatoriale

Prosegue la programmazione della Stagione teatrale 2024/2025

Il prossimo fine settimana al Teatro “Vittoria Colonna” di Marino inizia con la prosa: sabato 14 dicembre 2024 alle ore 21,00 infatti andrà in scena “Caro Luigi” Atti unici di Luigi Pirandello per la regia di Elettra Zeppi.
Sul palco gli attori: Pietro Biagini, Sara Boschin, Elena Capparelli, Silvia Capradossi, Alessandra Ferrante, Tiziana Galliani, Flavio Giannini, Mario Leante, Ines Le Breton e con la partecipazione di Walter Del Greco.
Grafica e direzione tecnica di Pierre Bresolin. Scene a cura de Il Teatro di Alice.
“Caro Luigi” è un omaggio al grande e intramontabile drammaturgo Luigi Pirandello. Lo spettacolo propone quattro atti unici: La Patente, La Morsa, L’uomo dal fiore in bocca e All’uscita. Un impianto semplice, formato da quinte che compongono piccoli ambienti, come fossero la stanza accanto, ma anche i camerini della vita, è parte di una scenografia semplice e altrettanto chiara. Gli attori si muovono da un atto all’altro attraverso il macro tema della sospensione: il dubbio, la verità, la ricerca. Uno spettacolo suggestivo che guida il pubblico con raffinata delicatezza alla scoperta del genio Pirandello.
Domenica 15 dicembre 2024 poi sarà la volta del Teatro in famiglia per piccoli e grandi con lo spettacolo “Lo strano caso del Babbo Natale scomparso” di Margherita Ciaralli con la regia di Giovanni Rizzi previsto alle ore 11,00 messo in scena da Teatr’Azione.


La notte più magica dell’anno sta per arrivare e ad ogni bimbo il suo dono sta per consegnare. Sarà Babbo Natale in persona a regalare gioia con tanti regali per sognare. Tanti bambini, però, crescendo non credono più in Babbo Natale e quando un bambino smette di credere perde i suoi sogni… i sogni svaniti volano via nel cielo, lontano e qualche volta si trasformano in un fiore tutto nero dai poteri misteriosi. Dopo la nascita di questo fiore Babbo Natale viene rapito da un misterioso personaggio malvagio. Il caso viene affidato all’agente speciale folletto 007. Avventuroso, emozionante, divertente e adatto a tutte le età.
Infine sempre domenica 15 dicembre 2024 alle ore 18,00 il Laboratorio teatrale dell’Ateneo Arte e Danza presenta “Che peccato” commedia scritta e diretta da Andrea Plithakis.
La vita di tutti i giorni, la famiglia e l’incomunicabilità che spesso ci avviluppa sono le tematiche principali di questo spettacolo nel quale è impossibile non immedesimarsi: brillante e drammatico allo stesso tempo. Esattamente come le vite di tutti i giorni. Perché spesso la realtà ha molti lati paradossali e grotteschi: e allora è sufficiente raccontarla così come è per mostrare deformità e contraddizioni che non possono non strapparci una risata.

Il Teatro Vittoria Colonna chiude qui gli eventi del 2024 dando appuntamento al nuovo anno quando il 12 gennaio 2025 riaprirà i battenti con lo spettacolo comico “La Banda dei folli” di e con Luciano Lembo, Roberto Ranelli e Mauro Bellisario.
Da parte del Direttore artistico Giorgio Granito i migliori Auguri di un sereno Natale 2024 e di un felice anno 2025!

Lavoro, Tiso(Iniziativa Comune): “Da istituzioni di più contro disparità di genere”

Lavoro, Tiso(Iniziativa Comune): “Da istituzioni di più contro disparità di genere”

“In Italia, la disparità di genere nel mondo del lavoro continua ad essere un tema di grande preoccupazione. Secondo il rapporto “Education at a Glance 2024” dell’OCSE, infatti, le donne italiane con laurea guadagnano in media il 42% in meno rispetto ai loro colleghi uomini. Si tratta del più alto divario retributivo tra i paesi OCSE dove la media dei gap salariali per i laureati al primo impiego si attesta al 17%. Il rapporto mette anche in luce un altro aspetto critico: il divario occupazionale tra uomini e donne sotto i 35 anni senza un diploma di istruzione sanitaria. Solo il 36% delle giovani donne che non hanno completato gli studi superiori riesce a trovare lavoro, mentre la percentuale sale al 72% per gli uomini. Questa disparità è collegata a un contesto più ampio: l’Italia si colloca all’ultimo posto Ue per quanto riguarda l’occupazione femminile tra i 20 e i 64 anni, con un tasso del 55% a fronte di una media comunitaria del 69,3%. Siamo di fronte a numeri assolutamente allarmanti e gravi. Cosa fare, dunque? Sicuramente puntare sull’istruzione, che funge ad esempio da elemento di protezione per le donne con figli. Tra coloro che hanno un alto livello di istruzione, infatti, il divario occupazionale tra madri e non è contenuto, con una differenza di soli 8,5 punti percentuali. Le evidenze presentate nel rapporto OCSE “Education at a Glance 2024” dimostrano chiaramente la necessità di un investimento maggiore e mirato nell’istruzione in Italia. L’insufficiente supporto pubblico al sistema educativo non solo compromette le opportunità di crescita economica e sociale, ma perpetua le disuguaglianze di genere e di classe. Se vogliamo garantire un futuro più equo e competitivo per le giovani generazioni, è essenziale che l’Italia porti le sue politiche educative e di investimento agli standard europei e globali”.

Così, in una nota, Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune.

Diritti umani, Confeuro e Iniziativa Comune per giustizia e legalità

Diritti umani, Confeuro e Iniziativa Comune per giustizia e legalità

Oggi si celebra la Giornata Mondiale dei Diritti Umani, una ricorrenza che ci invita a riflettere sull’importanza di tutelare i diritti fondamentali della persona in un mondo sempre più segnato da disuguaglianze, ingiustizie e conflitti. Tanti esponenti del mondo istituzionale sono intervenuti sul tema. Fra loro, Carmela Tiso, portavoce nazionale del Centro Studi Iniziativa Comune, che ha sottolineato: “I diritti umani rappresentano il fondamento di ogni società civile e democratica, e il loro rispetto è strettamente legato al principio di legalità, pilastro imprescindibile per combattere l’impunità e l’ingiustizia. La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, adottata dall’Assemblea Generale Onu il 10 dicembre 1948, è il primo documento che sancisce i diritti fondamentali che spettano a ogni individuo, indipendentemente da razza, sesso, religione o nazionalità. I 30 articoli della Dichiarazione delineano diritti inalienabili, tra cui il diritto alla vita, alla libertà, all’uguaglianza, al lavoro e all’istruzione. E proprio in Italia, la Costituzione del 1948 rispecchia i principi della Dichiarazione Universale, ribadendo nel suo art 2 che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo e, nell’art 3, che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge senza distinzione di condizioni personali o sociali. Ma quali sono cause ed effetti delle violazioni dei diritti umani? La violazione dei diritti umani si manifesta sotto forme molteplici: guerre, povertà estrema, discriminazioni, regimi autoritari, schiavitù moderna e negazione delle libertà fondamentali. E le conseguenze di queste violazioni sono drammatiche. Sul piano socio-economico, la negazione dei diritti alimenta instabilità politica, disuguaglianza e migrazioni forzate. Sul piano umanitario, si assiste a un deterioramento della dignità umana e alla crescita di sentimenti di impotenza e rabbia, che possono trasformarsi in violenza. Nel contesto attuale, segnato da guerre e crisi globali, dunque, i diritti umani non possono essere considerati un lusso, ma un imperativo morale e politico. Per garantire il benessere mondiale e un equilibrio stabile, è essenziale che i diritti fondamentali siano tutelati ovunque. Il principio di legalità, insieme alla collaborazione internazionale, rappresenta un baluardo contro le disuguaglianze e l’ingiustizia”. 

Sulla falsariga anche Confeuro, la confederazione degli agricoltori europei e del mondo: “In occasione della Giornata Internazionale dei Diritti Umani, intendiamo ribadire il ruolo dell’agricoltura come colonna fondamentale per la promozione dei diritti umani, della giustizia sociale e della sostenibilità. In questo contesto storico delicato e complesso, mentre il mondo affronta crescenti sfide legate alle guerre e conflitti, alla sicurezza alimentare, al cambiamento climatico e alle disuguaglianze economiche, il settore primario si conferma una leva cruciale per garantire dignità, diritti e benessere a milioni di persone. L’accesso al cibo sano e nutriente è un diritto umano universale, ma è ancora negato a troppi popoli. In questo scenario, dunque, un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente rappresenta non solo una soluzione pratica, ma anche un modello di sviluppo fondato sui valori della solidarietà, dell’equità e della responsabilità. E questo vale nel mondo come in Italia, i cui piccoli e medi agricoltori svolgono un ruolo essenziale non solamente per tutelare la sovranità alimentare, ma anche per sostenere i diritti delle comunità locali, spesso dimenticate nelle agende globali. In tal senso, la nostra confederazione sottolinea l’urgenza di politiche agricole che mettano al centro i diritti umani: dall’equo compenso alla lotta contro caporalato e sfruttamento dei lavoratori, fino alla promozione di pratiche virtuose e sostenibili che preservino la biodiversità e il territorio. Serve un patto sociale tra istituzioni, imprese, associazioni di settore e cittadini”, ha concluso Andrea Tiso, presidente nazionale Confeuro. 

Nino D’Angelo, una leggenda di Napoli celebrata dall’arte del pittore Fernando Mangone

Nino D’Angelo, una leggenda di Napoli celebrata dall’arte del pittore Fernando Mangone al Palasele di Eboli

Il Vicepresidente della Fondazione Arte Mangone, Nicola Arpaia omaggia il cantautore con due straordinarie tele: un simbolo della cultura e della città di Napoli, tra Maradona e il suo stadio, consegnate prima del concerto-evento: «Nino ci insegna la forza del radici, di non dimenticare mai il punto di partenza per realizzare un grande sogno, fedeli a se stessi, esprimendo la propria unicità, fuori dagli schemi e controcorrente».

Il Pittore Mangone: «Nino incarna un sogno. È il sud del riscatto, dell’arte, dell’emancipazione».

Prima del concerto “I miei meravigliosi anni ’80… e non solo!” di Nino D’Angelo al Palasele di Eboli, il Vicepresidente della Fondazione Arte Mangone, Nicola Arpaia, ha consegnato al cantante due opere pittoriche realizzate dal Maestro Fernando Mangone.

Le tele ritraggono Nino D’Angelo in due momenti iconici: uno accanto al D10S Diego Armando Maradona e l’altro all’interno dello Stadio Diego Armando Maradona, che lo ritrae in occasione del concerto, simbolo della passione calcistica partenopea.

Un legame inscindibile tra arte e calcio. Due storie che si intrecciano: quella di Nino D’Angelo, il ragazzo della Curva B che ha fatto cantare tutta Napoli, ideatore di uno degli inni più riconosciuti del club azzurro. E poi la storia di Mangone, pittore da sempre appassionato di calcio e che ai grandi campioni dello Sport ha dedicato un’intera collezione.

Il Vicepresidente della Fondazione FAM, Nicola Arpaia, grande tifoso del Napoli, racconta così l’incontro ricco di emozione:

«Celebriamo un grande talento del Sud. Consegniamo oggi due tele che raccontano un pezzo di Napoli, in un legame indissolubile tra arte, musica e sport. Nino D’Angelo è il simbolo di chi, nonostante lo straordinario successo, ha mantenuto un rapporto autentico con il pubblico. È un’icona di Napoli, un rivoluzionario degli anni ’80 che ha saputo trasformare la musica in un motore di emancipazione sociale e culturale – sottolinea Arpaia – Sabato e domenica scorsa, con un Palasele sold out per due date consecutive, il pubblico si è illuminato di azzurro per lui, cantando all’unisono nel gran finale: è stata una vibrazione indescrivibile, fortissima e meravigliosa, di quelle che si sedimentano nella memoria personale. I dipinti sono un tributo che celebra anche la profonda amicizia tra Nino D’Angelo e Maradona. Il Maestro Mangone, non presente alla consegna perché impegnato al Coni a Roma, attraverso queste opere, rende omaggio a due uomini uniti dalla passione per Napoli e dal desiderio di lasciare un segno indelebile nella storia. Come ha sottolineato lo stesso Nino, durante il suo concerto, al suo alter ego degli anni ’80 proiettato sul maxischermo: “Dal niente mi hai regalato il mondo”. Ringraziamo Nino per averci accolto, ma soprattutto per il messaggio di speranza che porta con sé: con impegno, dedizione e sacrificio si può far crescere il proprio talento, anche partendo da una periferia o dal nulla, credendo in se stessi ed esprimendo il potenziale dirompente del Sud».

Il Maestro Fernando Mangone, nel raccontare l’ispirazione dietro le sue opere, ha sottolineato: «Nino D’Angelo è stato un rivoluzionario della musica. Incarna un sogno. La sua voce e il suo stile hanno attraversato quattro decenni, parlando a generazioni diverse. La sua carriera è un viaggio che ancora oggi emoziona i giovani, che cantano i suoi successi con orgoglio. Attraverso la sua arte, ha celebrato Napoli, il suo popolo, e figure iconiche come Maradona. L’Inno del Napoli, che ha fatto cantare intere tifoserie, è la dimostrazione del suo legame indissolubile con la città e il calcio. Per me, queste tele rappresentano l’unione perfetta tra due anime partenopee che hanno fatto la storia: Nino D’Angelo e Diego Armando Maradona».

A chiudere il cerchio emotivo, Nicola Arpaia ha aggiunto: “È da brividi percepire il calore del pubblico che canta a cappella su ogni canzone. Un concerto incredibile, attraverso cui il cantautore ha portato sul palco tutti i suoi più grandi successi. La musica di Nino non è solo una colonna sonora, è un pilastro di vita. La sua “Senza giacca e cravatta” mi ha insegnato ad essere autentico, a non dimenticare mai le origini. Per me e per tanti, Nino D’Angelo rappresenta il romanticismo trasformato in arte. Oggi, con oltre 40 anni di carriera, continua a ispirare generazioni, un vero rivoluzionario della musica e un simbolo dell’anima napoletana.”

Il concerto-evento al Palasele di Eboli, sold out per due serate consecutive, è stata un’ulteriore dimostrazione di quanto Nino D’Angelo sia radicato nel cuore del suo pubblico, confermandosi un’icona senza tempo.

Premio Eccellenze Europee 2024 “Olio Guglietta”

Presso la sede di Spazio Europa a Roma, sede di collegamento del Parlamento Europeo in Italia
L’azienda Agricola Guglietta per il tramite del primo genito della Famiglia, Ruben Guglietta è stata insignita di un prestigioso riconoscimento quale il “Premio Eccellenze Europee 2024-2025” riconoscimento che gratifica coloro che, grazie al loro impegno, si sono contraddistinti nel corso dell’anno 2024, contribuendo al progresso della società. Continue reading