“Succede di coltivare giardini d’amicizie che fioriranno solo nei tuoi pensieri.
Succede di aver amato l’amico che non c’è. Succede di accorgersi di essere stato il migliore amico di se stesso “
Valeria Davide
Ringrazio la poetessa Isabella Teresa Kostka per la gradita partecipazione alla mia rubrica la sua irica intitolata EGLI che ha aperto la mia riflessione sull’amico immaginario.
EGLI
I
Dell’amico immaginario
son rimaste le tracce
tra gli scatoloni impolverati
della mia cantina,
segni delle unghie
su scrostati muri
– stabili guardiani
d’una segreta infanzia.
Laggiù, nascevano le paure
dense e intense come un rosolio,
quelle slabbrate e accecate,
scucite come una pigotta.
Ci sono notti
in cui EGLI ritorna,
affetta il silenzio con una risata,
desta i pipistrelli nella mia mente
offuscata, coperta di troppe ragnatele,
afferra il mio corpo portandolo lontano,
aggrappato come una pulce
al suo mantello.
E divento una bambola
tra le sue mani,
un riciclato giocattolo
fino all’alba.
II
Ha detto di conoscermi bene
dall’epoca delle mele verdi
quando orgogliosa mostravo
uno sdentato sorriso
– quel simbolo di passata “lattea” infanzia.
Sapeva tutto di me:
ogni traiettoria di deviata festa,
baci proibiti, perverse carezze,
fumate sigarette, frantumati bicchieri,
amanti sbagliati gettati come stracci.
Mi sentivo accolta
come in un cesto di paglia
sulle sue ginocchia larghe e calde,
sfogliava i pensieri come un libro
di cui ero l’unica protagonista.
Speravo di ritornare bambina
mentre apriva una scatola di caramelle
somiglianti ai fasulli,
adulti piaceri.
Mi son alzata
con un fragore di sveglia
stringendo tra le mani
un sacchetto di confetti.
Ed EGLI non c’era…
Izabella Teresa Kostka, edita.