Quando abbiamo incontrato Salvatore Fozzi è apparsa sin da subito evidente la sua forza di volontà e la voglia di mettere in luce le proprie potenzialità, nonostante la natura e la sorte lo abbiano svantaggiato.
“Sono disabile fin dalla nascita” le parole di Salvatore non esprimono tristezza o rabbia ma sicurezza nei propri mezzi, quella voglia di non arrendersi nonostante tutto e lottare per degli ideali che lo rendono Uomo, molto più di chi, in piena salute, si culla della sua posizione non facendo nulla per crearsi un proprio spazio nel mondo.
Salvatore ha sempre avuto le idee chiare, studiare per crearsi un futuro, affrontare il mondo e la vita con entusiasmo e determinazione senza pensare a ciò che si è, ma concentrarsi su ciò che si può diventare con impegno e sacrificio.
Laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Roma Tre, Salvatore ha partecipato a diversi bandi per ottenere il posto di lavoro che gli consentirebbe di veder realizzati i suoi sogni e di ripagare i sacrifici fatti da lui e dalla sua famiglia.
La legge 68/99 assegna alle cosiddette categorie protette, cui Salvatore rientra in toto, la possibilità di entrare nelle Pubbliche Amministrazioni attraverso Bandi o Concorsi.
“Esattamente il 27 Dicembre 2018, è uscito un Bando della Regione Lazio guidata attualmente dal Presidente Nicola Zingaretti, e successivamente mi hanno dato un Codice Identificativo, ed in graduatoria sono stato scavalcato da 1513 Persone, molti di questi avevano soltanto la terza media.”
Salvatore nonostante avesse tutti i requisiti richiesti nel bando, si è visto scavalcare da oltre mille persone per motivi ad oggi chiaramente sconosciuti ma che destano inevitabilmente dubbi e possibili negative supposizioni.
L’obbligo di assumere un numero determinato di persone disabili è legato alle esigenze di questi ultimi, con il facile criterio di dare priorità a ragazzi con figli a carico, con una difficile situazione familiare, per farla breve con una necessità primaria e superiore rispetto ad altri di avere un reddito stabile e certo, che soltanto il posto indeterminato assicura.
Le certezze di Salvatore sembrano crollare come i sogni di un bambino, quell’ideale di meritocrazia democratico a cui l’Italia ambisce da anni risulta forse nel concreto sempre più lontano ed irraggiungibile.
“Non voglio e non ho bisogno di favori” -ribadisce Salvatore- “vorrei semplicemente che i sacrifici che ho fatto venissero ripagati con ciò che mi spetta di diritto in quanto persona disabile”.
Salvatore non si è fermato al primo ostacolo, ha cercato di continuare la sua battaglia chiedendo l’aiuto di politici e strumenti televisivi.
Salvatore dichiara “vedo che ci sono Politici che si dedicano al Monopattino e alle Biciclette Elettriche, altri invece tutelano i disabili.. Il Futuro si costruisce lottando per i propri diritti che riguardano il presente attraverso i sacrifici del passato.”