Un’ottima opportunità lavorativa e innovativa che sta prendendo sempre più piede in Italia, sarebbe quella del “Social media manager”. Le parole d’ordine per intraprendere questa professione sarebbero: preparazione e immensa bravura. Proprio per questo abbiamo intervistato Simone Bennati, professione: Social Media Manager indipendente.
Com’è nata la tua passione per questo lavoro?
“Tutto è nato quando Internet e il World Wide Web cominciarono a diffondersi anche in Italia.
All’epoca le piattaforme Social non erano neanche in stato embrionale, ma l’ idea di poter comunicare con chiunque nel mondo mi affascinava terribilmente.
A metà degli anni 2000, poi, arrivò il primo Social Media di massa: MySpace, al quale riconosco il merito di avermi indicato la strada. Da allora, la trasformazione da semplice utente di Facebook & Co. a Social Media Manager è avvenuta in modo pressoché naturale. Vorrei essere estremamente chiaro, però: per proporsi come specialista dei social non basta “saper smanettare” su Facebook o Instagram, ma bisogna aver studiato a fondo queste piattaforme, per poi esercitarsi e tenersi aggiornati quotidianamente.”
In cosa consiste il ruolo del Social Media Manager e come differisce da ruoli più tradizionali che
hanno ad oggetto la comunicazione d’impresa?
“Volendo sintetizzare, il compito del Social Media Manager è quello di portare all’attenzione del pubblico il messaggio dell'azienda, del brand o del personaggio di cui è stato chiamato a curare la comunicazione.
Purtroppo, quando si parla di Social Media Marketing, l’errore che molti commettono è quello di credere che queste piattaforme siano utili a vendere, quando invece lo scopo è ben un altro: far venire voglia di comprare.
So che quella che ho appena descritto potrebbe sembrare una trascurabile sfumatura, ma in realtà non è affatto così. E lo è in primis perché i social non sono una vetrina, ma uno spazio di incontro e confronto con il pubblico, dove tutto ruota attorno ai concetti di conversazione, supporto e scambio.”
In che modo il Social Media Manager aiuta l’impresa a creare valore?
“Spesso mi capita di avere a che fare con aziende e individui che, pur essendo fortemente decisi a comunicare e promuoversi sui social, mancano di un elemento fondamentale: la consapevolezza. E parlo della consapevolezza di sé, innanzitutto. Ovvero quella che, tradotta in termini imprenditoriali, costituisce la Mission e la Vision di un’ azienda.
Molti sanno cosa fanno, ma pochi sanno perché lo fanno. Molti vogliono raggiungere determinati risultati, ma pochi si domandano se gli stessi siano effettivamente alla loro portata. E così via, in un continuo susseguirsi di “vuoti”che necessitano di essere affrontati e colmati ben prima di mettere mano alla tastiera e cominciare a comunicare.
Ecco, la prima forma di aiuto che un Social Media Manager è chiamato a offrire dovrebbe riguardare proprio la consapevolezza. Perché senza consapevolezza dei propri mezzi, dei propri obiettivi, dei propri punti forti e di quelli deboli è impossibile fare della buona comunicazione, e quindi creare valore.”
Rispetto ad altri Stati esteri, in Italia c’è la consapevolezza dell’ importanza di questa professione?
“Quella dell’Italia è una situazione che si colloca a metà tra il paradossale e l’imbarazzante. “Paradossale”perché il web, pur essendo il principale “luogo” in cui aziende e clienti si incontrano, viene ancora considerato qualcosa di non reale. Una sorta di mondo impalpabile in cui – a meno che non si diventi un Influencer di Instagram o non si goda della visibilità di Amazon – ciò che viene fatto non produce alcun risultato concreto, e quindi è inutile investirci. Imbarazzante, invece, perché il paradosso di cui sopra porta quei pochi che decidono di investire nel web a sottostimare l’ impegno dei professionisti del settore.
“L’unione tra queste due concezioni ha portato, nel tempo, a far sì che molti sia siano convinti che il lavoro di Social Media Manager, Web Designer o Copywriter sia estremamente semplice. Talmente semplice da poter essere svolto anche dal famigerato “cuGGino” o nipote smanettone, il quale si accontenta di 20€ di mancia allungati di tanto in tanto. Ecco, la realtà è decisamente più complessa e così.”
Che formazione/istruzione può essere importante per svolgere il ruolo di Social Media Manager?
“Leggenda vuole che i migliori Social Media Manager in circolazione siano laureati in lettere, e in effetti sono diverse le realtà in cui è stata fatta questa scelta. Spesso con ottimi risultati. La comunicazione è fatta soprattutto di racconti e parole, quindi è importante che un aspirante Social Media Manager abbia una buona proprietà di linguaggio, nonché un vocabolario adeguatamente vasto. A questo, come ovvio, va aggiunta una altrettanto buona conoscenza dei dispositivi digitali e degli strumenti del web.
Completano il quadro una discreta dimestichezza nella creazione di contenuti grafici e, ultima ma non ultima, la conoscenza della lingua inglese.”
di Priscilla Rucco