a cura di Luigi Giannelli
Occhi, braccia, corpi bagnati di sudore che si snodano con eleganza ai ritmi di suoni
lontani, richiamati ed arricchiti dall’egemonia del tempo. Venti carri costruiti come
palcoscenici: su ognuno di questi settanta giovani vibrano il loro vigore nudo,
elegante come il volo del gabbiano, lontano dalle insidie dell’arroganza. Questo
accade nella terra insanguinata di Gomorra, nelle fauci dei casalesi. Questi carri
sono la risposta alle pistole, alla violenza. Non scorderò lo sguardo fiero di chi vuole
mostrare l’altro volto di quel quadro di tinte forti dove il rosso predomina
ingiustamente sui tenui colori di un pastello altrettanto suggestivo.Mi sono
commosso al loro passaggio, alla bellezza delle loro canzoni, semplici esecuzioni di
canti d’amore, d’amicizia, di passione. Non scorderò le parole intonate al semplice
suono emesso da strumenti musicali ricavati da botti, falci e tinelle, dai ragazzi del
carro “la compagnia del 2011” – una dedica al loro amico scomparso
prematuramente, non ricordo il nome, forse Luca o Giuseppe, ma ricordo bene
l’emozione che mi ha invaso nell’ascoltarle.
Con Enrico, il mio amico tecnico audio video, ci siamo infilati nel cuore di questa
straordinaria manifestazione. Abbiamo intervistato alcuni protagonisti dai quali
abbiamo appreso il significato dell’evento – storia che ci arriva da lontano – riti
pagani che venivano eseguiti per scacciare la malasorte, la pestilenza; lo facevano
utilizzando gli strumenti del loro lavoro dando a questi il suono, forse lo stridìo, con
l’intento di spaventare il male, scacciarlo dalla loro terra a protezione del frutto del
loro sudato lavoro.
La mattina del 17 Gennaio siamo giunti a Macerata Campania, piccolo centro
agricolo a pochi chilometri da Caserta, incuriositi come turisti fai da te imbattuti nel
giorno della festa più importante di questa straordinaria Comunità, cordiale e
attratta dalla nostra telecamera e microfono ma altrettanto discreta nel lasciarci
svincolati a curiosare.
Abbiamo seguito La processione di Sant’Antuono, (S. Antonio Abate), per le vie
cittadine accompagnata dalla banda musicale, essenziale cornice per ricordare le
fanciullesche scorribande tra le bancarelle e il mondo fantastico dell’allegria.
Battuglie di Past’e’llessa, (pasta con le castagne lesse), questo è il nome della sfilata
dei carri.
Ci posizioniamo al centro della piazzetta ad attendere il passaggio conclusivo di
queste navi trasportatrici di beni preziosi come la cultura, la tradizione e la speranza.
Sono stai più di1000 i bottari, suddivisi su 20 Battuglie di Pastellessa,
che suonarono nel corso della Festa. Ricordo con piacere l'ordine di
sfilata delle Battuglie di Pastellessa partecipanti:
1. Carro 'e vascio 'o vasto,
2. Cantica popolare
3. A cantenella
4. E facc nov
5. A cumpagnia nov
6. Casalba… passato e presente
7. I wagliun ro muntagnuolo
8. La nuova band
9. L'epoca nov
10. Suoni antichi
11. Casalba: I nuovi suoni…
12. A sellara
13. La compagnia del 2011
14. La piccola compagnia de "I punto esclamativo"
15. Incanto popolare
16. Battuglia libera
17. L'ombr nov
18. I wagliun ra vie 'e for
19. A storia nov
20. La compagnia de "I punto esclamativo
"Sono ormai le due di notte, la Piazza si è svuotata. Enrico ed io ci guardiamo
soddisfatti, riponiamo le telecamere ed i microfoni e anche noi ci arrendiamo al
sonno, ma prima poniamo delicatamente nei nostri cuori questa giornata, questi
volti concreti, solari, questi nuovi amici, sorprendenti espressioni di genuinità.