Oggi, 21 agosto, saranno sentiti davanti al gip, altri indagati, per lo stupro che sarebbe avvenuto lo scorso 7 luglio a Palermo, ai danni di una ragazza di 19 anni. L’inchiesta è stata coordinata dalla pm Monica Guzzardi, partita dopo la denuncia della ragazza. Una violenza che sarebbe stata perpetrata da 7 ragazzi di cui sei all’epoca dei presunti fatti, tutti maggiorenni. La violenza, che sarebbe avvenuta dopo aver invitato la ragazza a fumare marijuana, offrendole successivamente da bere, fino a farla ubriacare, prima di trascinarla in un vicolo buio del Foro Italico a Palermo. Dopo lo stupro, la ragazza sarebbe stata abbandonata per strada, ma avrebbe trovato la forza di dare le coordinate di dove si trovasse, al proprio fidanzato, mentre il branco, sarebbe andato a mangiare indisturbato, in una rosticceria. Tra i presunti stupratori, anche un “amico” della ragazza, Angelo, che le avrebbe detto di non chiamare le forze dell’ordine. L’unico minorenne (che ha compiuto 18 anni qualche giorno dopo il presunto stupro), ha ammesso la violenza anche a seguito dei video che sarebbero stati trovati dagli investigatori sul suo cellulare, oltre che alle foto inviate nelle chat del gruppo. Lo stesso ragazzo è stato scarcerato in un secondo momento, dal gip Alessandra Puglisi, per trasferirlo in una comunità; decisione, questa, alla quale la Procura dei Minori ha presentato immediato ricorso, al fine di farlo ritornare in cella. Numerose le prove che pesano come macigni, per il branco dei sette ragazzi; dalle telecamere di sicurezza, che li avrebbero visti andare via dopo la violenza, indisturbati, alle intercettazioni che sarebbero emerse. Turpe e raccapriccianti, sarebbero le parole che emergerebbero dai messaggi inviati nelle chat del branco “Lo schifo mi viene, perché eravamo ti giuro 100 cani sopra una gatta, una osa di questa l’avevo vista solo nei film porno. Eravamo troppi. Sinceramente mi sono schifato un poco ma però che dovevo fare? La carne è carne”.
Ago 21