a cura di Priscilla Rucco
l piano nazionale per la vaccinazione anti-covid19 è partito dal 27 dicembre 2020 le cui prime dosi sono state assegnate agli operatori sociosanitari, agli anziani over 80 e alle fasce più deboli. La seconda fase, dedicata a tutte le persone affette da potologie il cui rischio era quello di sviluppare forme gravi del Coronavirus.Ad oggi, il piano strategico attuato dal nostro governo è quello di vaccinare il maggior numero di italiani, nel più breve tempo possibile. Tra false informazioni e dati in continuo aggiornamento, possiamo affermare che alcuni vaccini già disponibili, sono realizzati attuando la stessa tecnologia di quelli già esistenti, altri hanno preferito attuare nuovi approcci affiancando una risposta immunitaria inattivando chimicamente il virus stesso. I vaccini sottoposti inizialmente ai test di laboratorio (e successivamente sugli animali), devono confermare innanzitutto l’efficacia, i benefici e il calcolo dei possibili rischi e degli effetti collaterali. L’Ema (l’Agenzia europea per i medicinali) ha valutato proprio su queste basi, i vaccini che ad oggi abbiamo a disposizione per combattere il nuovo Coronavirus che, assieme all’AIFA (Agenzia italiana del farmaco) e al comitato scientifico ha dato il via ad una sinergia preziosa per la lotta al Virus, mettendo a disposizione oltre 224 milioni di dosi per i cittadini italiani. Ad oggi i vaccini disponibili nel nostro paese sono: Comirnaty di Pfizer BioNtech, Moderna (autorizzato dal 7 gennaio) e AstraZeneca e per essere immunizzati, tutti e 3 i vaccini richiederebbero due dosi effettuate a distanza di alcune settimane. Per tutte le persone che hanno già contratto il Cov19, invece, sarebbe consigliata una sola dose ad almeno 3 mesi di distanza dall’infezione.