di Priscilla Rucco
Esattamente il 9 marzo 2020, fu firmato dal premier Giuseppe Conte, il decreto “#iorestoacasa” che avrebbe esteso la zona rossa (dapprima solo in Lombardia), anche nel resto dell’Italia.Bloccati gli spostamenti, chiuse tutte le scuole di ogni ordine e grado dal 10 marzo dello scorso anno e fino al 6 aprile e chiuse tutte le attività non “necessarie” ed i tutto per cercare di arginare il nuovo coronavirus. A distanza di un anno tanti buoni propositi non hanno trovato un riscontro con la realtà delle varianti del cov19. L’obiettivo fissato dall’Unione Europea per il 31 marzo 2021 era quello di riuscire a vaccinare l’80% della popolazione italiana maggiormente a rischio invece, per tale data, probabilmente la percentuale più o meno dovrebbe arrivare al 56%. Ed è proprio di queste ultime ore, la possibilità che entro le prossime settimane molte regioni tornino ad essere rosse e, anche in vista dell’arrivo della Pasqua, sembrerebbe che sarà varato un nuovo decreto con misure ancora più restrittive; basti pensare che il 57% dei casi riscontrati in questi giorni in Italia, apparterrebbero alla variante inglese. Ieri, Mario Draghi ha lanciato un appello molto importante: il governo si impegnerà a salvaguardare la vita e non lasciare nulla di intentato con scelte rapide per tornare alla “normalità”, sostenendo i cittadini in difficoltà.