Roma, 5 maggio 2021 – Secondo i dati del RIAP (Registro Italiano di Artroprotesi) nel 2019 veniva effettuato un intervento protesico ogni 2,4 minuti. La chirurgia protesica del ginocchio è in costante crescita e il motivo è da ricercare in diversi fattori che riguardano sia i pazienti, le cui aspettative di vita sono maggiori, sia le tecniche chirurgiche che oggi consentono di rispondere in maniera puntuale alle richieste funzionali dei pazienti stessi con impianti sempre più mirati alle specifiche problematiche;è questo il caso delle protesi monocompartimentali che permettono di rivestire soltanto la superficie realmente danneggiata del ginocchio preservando la completa funzionalità dell’articolazione stessa. L’incidenza di impianti di protesi di ginocchio è maggiore nella popolazione femminile (67% degli impianti) e questo in gran parte è dovuto alle differenze ormonali che, soprattutto dopo la menopausa, predispongono le donne all’osteoporosi e all’artrosi.
Per rispondere a questo andamento, che vede una crescita del numero di interventi di protesica del 4,2% annuo, Ospedale San Carlo di Nancy, struttura accreditata con il SSN e con Pronto Soccorso, investe continuamente nell’innovazione tecnologica a beneficio del paziente ed è oggi il primo centro in Italia per la chirurgia ortopedica robotica mediante sistema robotico NAVIO. Questo robot viene impiegato principalmente per le protesi del ginocchio, sia totali che monocompartimentali (parziali) e, presso l’ospedale romano di GVM Care & Research, sono circa 200 gli interventi protesici effettuati dalla sua introduzione, in poco meno di un anno.
La maggior parte dei pazienti proviene dal Centro-Sud Italia, a conferma del fatto che l’Ospedale San Carlo di Nancy è polo di riferimento per le regioni limitrofe per questa tipologia di intervento.
“Abbiamo trattato pazienti provenienti da diverse Regioni italiane – commenta il dott. Mario Tartarone, Direttore del dipartimento di Ortopedia e Traumatologia all’Ospedale San Carlo di Nancy –. Siamo inoltre diventati centro di formazione per la tecnologia robotica NAVIO e siamo già in contatto con gli altri centri Europei che utilizzano questa tecnologia per portare avanti studi di carattere scientifico, relativi ai risultati clinici, alla durata delle protesi e al tasso di re-intervento per problematiche di impianto, ma soprattutto per contribuire all’evoluzione ed al perfezionamento di tale sistema che è destinato ad entrare sempre più nella pratica chirurgica. A tal proposito i primi risultati preliminari sembrano confermare in pieno le nostre impressioni in particolar modo sul posizionamento anatomico delle componenti protesiche che sappiamo già essere l’elemento più importante per garantire la maggior durata nel tempo dell’impianto protesico stesso. A breve saranno disponibili nuovi software per l’utilizzo della robotica nella chirurgia dell’anca e nella traumatologia dello sport, e noi saremo tra i primi in Italia e in Europa a poterli utilizzare”.
Il sistema robotico NAVIO supporta l’expertise del chirurgo, consentendo un’accurata pianificazione dell’intervento, personalizzato sull’anatomia e sul movimento specifico del ginocchio del paziente. Per far ciò si utilizzano dei sensori, posizionati intra-operatoriamente sul femore e sulla tibia del paziente, che permettono di ricostruire un’immagine 3D delle superfici articolari, per definire il posizionamento esatto e la misura precisa delle componenti protesiche. Infine, durante l’intervento in sala operatoria, il “manipolo robotico” computer-assistito guida l’esecuzione del chirurgo sul modello 3D precedentemente pianificato per il corretto posizionamento della protesi.
“Le potenzialità del sistema ci consentono di utilizzarlo su tutte le tipologie di pazienti che già trattiamo con tecniche convenzionali. La confidenza sempre maggiore con il sistema NAVIO ci ha portato però anche ad utilizzarlo in casi complessi di revisioni di protesi di ginocchio – spiega il dott. Tartarone – Ad esempio, nei casi in cui si renda necessaria la revisione di un impianto monocompartimentale, l’ausilio del sistema robotico è di particolare importanza perché consente di ricostruire dei parametri anatomici alterati dal precedente intervento consentendo un posizionamento più preciso dell’impianto da revisione”.
L’impiego del robot NAVIO comporta numerosi vantaggi per il paziente, tra cui: una accuratezza ancora maggiore nella posizione dell’impianto, una minore esposizione a radiazioni durante l’intervento rispetto ad un intervento tradizionale (non sono infatti necessari TC o risonanza magnetica durante la procedura), riduzione del dolore e quindi dei farmaci antidolorifici post intervento, ridotti tempi di degenza con la possibilità di mettere in piedi i pazienti entro 24 ore dall’intervento e dimissione entro le 48/72 ore, recupero completo del movimento naturale del ginocchio con una migliore propriocettività (ovvero non si ha la fastidiosa sensazione di avere “un corpo estraneo” nel ginocchio).
“Il robot non sostituisce il chirurgo ma lo assiste nella preparazione all’intervento e in sala operatoria, da qui l’esigenza di formare in primis eccellenti Ortopedici e successivamente degli specialisti in chirurgia robotica. È infatti attualmente in corso l’accordo formativo quinquennale con la scuola di specializzazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, oltre a periodici incontri con specialisti da tutta Italia che desiderano affinare le proprie competenze anche in questa branca “futurista” dell’Ortopedia”, conclude il dott. Tartarone.